04/12/14
ordine del giorno presentato al direttivo fillea cgil ancona dai compagni del pcl
Il direttivo provinciale della Fillea-Cgil di Ancona giudica tardiva la proclamazione dello sciopero generale indetto dalla Cgil e in ultimo dalla Uil.
Uno sciopero che arriverà dopo che la legge delega Jobs Act sarà stata approvata anche al Senato. Alla manifestazione di ieri davanti palazzo Madama abbiamo aderito come area "Il sindacato è un'altra cosa".
Il Jobs Act prevede grandi arretramenti nei diritti di tutti i lavoratori come i contratti a tutele crescenti per i neo-assunti, il demansionamento e il monitoraggio.
Quella di Renzi, del PD e in scia al patto del Nazareno, è l’apertura di una guerra sociale contro il movimento operaio, una violenta aggressione che combina la possibilità indiscriminata di licenziare con la liberalizzazione dei contratti a termine senza causale: è l’estensione del precariato a tutti i lavoratori giovani o anziani che siano.
La cosa, in se, è un balzo all’indietro che riporta alle condizioni lavorative degli anni 50 del secolo scorso in cui il ricatto era pratica comune e con le donne, spesso, anche di natura sessuale. Senza mezzi termini, bisogna prendere coscienza che questa è una guerra, che o si vince o si perde.
La manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil il 25 di ottobre scorso è risultata importante ma assolutamente insufficiente per fermare l’offensiva reazionaria, è stata una manifestazione pensata, inutilmente, per far pressione sul PD e aprire un dialogo con il governo.
Quello che realmente serve in questo momento, non sono scioperi isolati, autoreferenziali, ma un vero sciopero generale che blocchi l’intero paese, una vera lotta di massa con il consenso più ampio possibile, in modo da formare un fronte di lotta che comprenda il più elevato numero di lavoratori e lavoratrici in aperta contrapposizione al governo e ai padroni.
E’ necessario convocare assemblee in tutti i posti di lavoro e di studio, definire una piattaforma unificante di mobilitazione prolungata, uno sciopero generale vero, capace di aggregare attorno alla classe operaia tutti gli sfruttati, che preveda anche l’occupazione delle fabbriche, sulla base di una proposta che unifichi i lavoratori precari e disoccupati.
E’ necessario e urgente un cambio generale di rotta. Un’altra politica. Un’altra direzione del movimento operaio e sindacale. Al progetto sociale e politico più reazionario degli ultimi decenni è necessario contrapporre un'azione e un progetto di pari determinazione, che punti ad unire l’azione di classe sul terreno della massima radicalità di lotta. Che superi la soglia rituale della manifestazione di dissenso.
Il Direttivo Provinciale della Fillea-Cgil di Ancona ritiene che il livello di scontro non sia stato adeguatamente innalzato dal nostro sindacato per il semplice motivo che esso non è del tutto indipendente dal PD: è evidente purtroppo il filo conduttore che lega nelle aspettative e nella concertazione la Cgil nei confronti del partito di Renzi che di fatto non rappresenta le vere istanze del mondo del lavoro, ma gli interessi di Confindustria e banche.
Giudichiamo inoltre vergognoso e lesivo all’immagine della Cgil ciò che è avvenuto in sede parlamentare perchè gli ex dirigenti della Cgil eletti con il PD hanno votato a favore del Jobs Act, quella legge contro la quale i loro ex rappresentati scenderanno in lotta. Per fare alcuni esempi possiamo citare Guglielmo Epifani, ma anche Cesare Damiano che è stato vice segretario della Fiom, e poi Valeria Fedeli, attuale vice presidente del Senato, in passato segretaria generale dei tessili.
Vi è l’urgente necessità di costruire una Cgil indipendente dai poteri locali e nazionali, di lotta, di opposizione al sistema capitalistico colpevole di crisi economica e dello sfruttamento della classe lavoratrice, alla quale, speriamo non invano, verrà richiesto l’ulteriore sacrificio di 8 ore di prezioso salario.
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