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24/04/16

CONTINUA LA DRAMMATICA "SCIA DI SANGUE" DI LAVORATORI, VITTIME DI INCIDENTI MORTALI.

L'orribile "scia di sangue" versata dai lavoratori italiani su tutto il territorio nazionale, con continui infortuni mortali nei luoghi di lavoro, conferma la drammatica dimensione dello stato del "mercato del lavoro" imposto dal governo Renzi a tutta la classe operaia italiana.
Il PCL sez. di Ancona denuncia l'impetuoso aumento di decessi sul lavoro di tanti operai italiani, vittime del cosiddetto "jobs act", che registra un catastrofico annientamento dei livelli di sicurezza e prevenzione per tutti i lavoratori italiani.
L'ultimo drammatico "fatto di sangue", che ha visto due lavoratori perire in circostanze terribili, si è verificato nelle cave di marmo della provincia di Massa - Carrara, in cui due sventurati operai sono deceduti, investiti da una frana di duemila tonnellate!
Il PCL sez. di Ancona, oltre ad esprimere la più fraterna e commossa solidarietà ai tanti lavoratori deceduti nei propri luoghi di lavoro, denuncia l'inerzia ed il silenzio complice del governo Renzi che, alterando immoralmente la realtà, definisce <>.
I veri eroi, conclude la nota del PCL sez. di Ancona, sono invece le lavoratrici ed i lavoratori italiani, con i loro sacrifici, che non esitano, per salvare questa sventurata nazione, ad immolare la propria vita, a causa dei "guadagni facili" di certi imprenditori e del governo Renzi, espressione di un padronato antidemocratico e "ottocentesco"!
 
PCL sez Ancona

25/02/16

Il governo Renzi, le trivellazioni petrolifere e il pasticcio dell’election day

no triv 




Verso la fine del 2014 il governo Renzi, tramite il decreto legge 133 definito “sbocca Italia”, ha regalato a Confindustria e alle multinazionali dell’energia un pacchetto di provvedimenti fino a quel momento insperati e mai tentati da precedenti governi. Insieme alle nuove normative favorevoli al capitalismo nostrano ai danni dei lavoratori, spiccavano anche dei veri e propri inviti alle multinazionali per depredare il territorio ai danni dell’ambiente e della salute dei cittadini. Tra l’altro nel decreto si leggeva: «...il carattere strategico delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale, delineando quindi procedure chiare ma commisurate alla natura di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità…» e per tamponare il contraccolpo delle comunità locali aggiungeva: «tutto verrà fatto nel rispetto del principio di leale collaborazione con i diversi livelli territoriali, nonché del principio costituzionale di tutela dell’ambiente.» Come era ovvio aspettarsi, queste ultime parole sono state immediatamente affossate dalla realtà dei fatti.
Vengono concessi decine di permessi di ricerca e perforazione tra Adriatico, mari siciliani e lo Ionio per un ammontare di circa 130 mila Km quadrati. Coinvolte le principali multinazionali: ENI, Shell, E.On, Edison.
Questo micidiale impatto si ripercuoterà sulla fauna marina, sulle specie vegetali acquatiche e sul pescato con una stima di riduzione di almeno il 50% in alcune di queste aree. In questo scempio spiccano le scelte del Ministero dell’ambiente di concedere il permesso per una megapiattaforma petrolifera dell’Edison al largo di Pozzallo passando sulla testa della decisione contraria delle comunità locali. Non sono esenti poi i tentavi delle multinazionali nei territori costieri della Sardegna e del Tirreno e Adriatico.

Sono nati da mesi moltissimi comitati e coordinamenti sul territorio delle aree coinvolte, e si è così aperto lo scontro tra governo e potentati economici, multinazionali da una parte e cittadini e ambientalisti dall’altra.
Sono nate vere e proprie lotte di resistenza sul territorio, e contro di esse si è scatenata la peggiore retorica governativa, che le ha perfino definite "eco-reazionarie" e "associazioni contro il progresso e il lavoro".
Contemporaneamente da dieci regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise) sono stati presentati dei referendum contro l'articolo 38 della legge cosiddetta Sblocca Italia del governo Renzi e l'articolo 35 del "decreto sviluppo" varato dal governo Monti per impedire le trivellazioni in mare in un raggio di 12 miglia dalla costa e fermare tutte le norme che permettono al governo di non considerare le decisioni degli enti locali. Uno di questi quesiti è però stato ammesso, e rappresenta un pericolo per i futuri programmi di Renzi.

Il premier è infatti perfettamente consapevole del fatto che ci sono buone probabilità che possa perderlo, come è successo in passato con altri governi. In particolare sa benissimo che come in precedenza altri referendum su questioni che coinvolgono diritti dei cittadini su questioni ambientali, come quello per la privatizzazione dell’acqua o quello contro il nucleare ad uso civile, ha fortissime probabilità di sconfitta, se questo raggiungerà il quorum. Con un colpo di mano, quindi, ha imposto la data del referendum ad aprile piuttosto che inserirlo nella data più logica delle elezioni amministrative.

Come in precedenti esperienze, il PCL, per la sua tradizione e linea politica, non ritiene il referendum uno strumento sufficientemente valido a contrastare le scelte reazionarie del governo e del capitalismo. Solo la mobilitazione di massa ed una vertenza generale che comprenda anche questo tema sono in grado di fermare queste scelte scellerate. In ogni caso, in passato abbiamo appoggiato referendum riformisti, come appunto quello espresso dal movimento per l’acqua pubblica o il nucleare, portando la nostra visione critica in appoggio alle lotte in difesa dei diritti dei più deboli e dei lavoratori. Per il referendum contro le trivellazioni petrolifere, il PCL adotterà lo stesso atteggiamento di appoggio critico contro il governo reazionario di Renzi e Confindustria, in difesa dei territori coinvolti e dell’ambiente.
Partito Comunista dei Lavoratori - Commissione ambiente









29/06/15

PERSISTONO LE DRAMMATICHE VICENDE REALATIVE ALLA CONTAMINAZIONE, IN QUESTO CASO DI “ESCHERICHIA”, RINVENUTA IN DUE PUNTI DELL’ACQUEDOTTO DI FABRIANO.



La nuova, drammatica vicenda di natura ecologica-ambiantale, con la quale novemila fabrianesi si sono visti privare dell’uso dell’acqua potabile, conferma la totale insensibilità della classe politica fabrianese nei confronti del diritto più inalienabile dei propri cittadini, rappresentato dalla tutela della salute. Il P.C.L. sez. di Ancona, da sempre vigile e sensibile a tutte le gravi contaminazioni avvenute nel territorio fabrianese, si chiede come mai solo in questi ultimi giorni di Giugno 2015, ci si sia resi coscienti di questa contaminazione da “escherichia”, dopo i tanti casi d’inquinamento delle risorse idriche avvenuti nella città di Fabriano. Le “assicurazioni” fornite dal sindaco di Fabriano, sig. Sagramola, non sono solo del tutto insufficienti, ma al contrario, per il metodo “informativo”, volto al più intollerabile “ottimismo” e paternalismo, non fanno altro che alimentare la preoccupazione tra la popolazione fabrianese. Non si possono assolutamente dimenticare le altre gravi vicende legate all’inquinamento delle risorse idriche che hanno tormentato i cittadini di Fabriano, come la nota e mai risolta contaminazione da tetracloroetilene avvenuta nel quartiere Santa Maria-vecchio campo sportivo verificatosi circa tre decenni fa (primi anni 80 del secolo scorso!) Per tutto ciò, il P.C.L. sez. di Ancona, ripropone la necessità, ormai divenuta di natura vitale, di compiere un esame epidemiologico tra la popolazione delle aree urbane del fabrianese, investite da tutte queste continue contaminazioni. Tale provvedimento risulta del tutto fondamentale, a causa delle terribile patologie tumorali molteplici che hanno generato moltissimi decessi che pongono ufficialmente, la popolazione di Fabriano con una delle più alte percentuali di decessi per patologie tumorali in tutto il territorio italiano.


PCL sez. Ancona

06/02/15

CONTINUA LA GRAVE CONTAMINAZIONE DEL TETRACLOROETILENE NELLA CITTA' DI FABRIANO.

Negli ultimi mesi del 2014, grazie allo stanziamento di circa un milione e duecento mila euro da parte dell'Unione Europea, sono iniziati i presunti lavori di bonifica dell'area contaminata dal tetracloroetilene nei quartieri di Santa Maria e vecchio campo sportivo, della città di Fabriano.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, sez. di Ancona, da sempre in prima linea nel denunciare questo vero e proprio attacco compiuto contro uno dei diritti più inalienabili, quale quello della tutela della salute di tutti i cittadini fabrianesi, ribadisce con forza i ritardi, le omissioni ed i veri occultamenti, di cui tutta la città è stata vittima per lunghi decenni.
Il proliferare di terribili patologie tumorali molteplici, di cui tantissimi ignari cittadini sono stati vittime, con un tributo incredibile di morti per quelle cause, evidenziano la drammatica statistica di una delle percentuali più alte in Italia di decessi per cause tumorali.
In presenza di uno scenario così catastrofico, le numerose amm.ni comunali, provinciali e regionali, si sono trincerate nel più vergognoso silenzio, contribuendo così al proliferare di malattie tumorali tra i cittadini fabrianesi.
E' da rilevare, prosegue la nota del PCL sez. di Ancona, che su altre terribili vicende, come ad esempio l'inquinamento avvenuto nella "terra dei fuochi" in Campania, si parlò di possibilità della contaminazione della falda acquifera di quel vasto territorio campano.
Risulta inaudito di come non si dica alla cittadinanza di Fabriano che la loro falda acquifera è contaminata, così come confermato da tutti gli organi statali preposti per la bonifica, da oltre 30 anni, con spaventose conseguenze per i cittadini fabrianesi.
Per tutto ciò, il Partito Comunista dei Lavoratori sez. di Ancona, ritiene le iniziative del Comune di Fabriano del tutto insufficienti: la messa in sicurezza dell'area contaminata non serve a nulla dopo 30 anni circa, se la stessa non è seguita da un vero progetto di bonifica.
Il PCL rinnova inoltre la necessità di un esame epidemiologico su tutti i cittadini residenti nei quartieri fabrianesi esposti a questa vera e propria  catastrofe ambientale.

Fabriano 02/02/2015
Partito Comunista dei Lavoratori
sez. di Ancona

18/07/14

TANGENTI / Biogas Marche, sequestrati 22 immobili e 57 terreni

Noi l'avevamo detto che dietro il biogas c'era un'associazione a delinquere di Funzionari pubblici e capitalisti senza scrupoli, con la complicità dei politici borghesi...
 
Da ANSA.IT del 18/07/2014
 
Soci d’affari fra di loro e con alcune imprese del biogas (attraverso familiari o amici), ma anche destinatari di ‘tangentì sotto forma di lavori edilizi gratuiti, fatturazioni per forniture di materiale mai corrisposte, o regali: come un un orologio Montblanc da 9 mila euro. Il dirigente del Servizio Territorio e Ambiente della Regione Marche Luciano Calvarese e i funzionari Sandro Cossignani e Mauro Moretti avrebbero costituito, senza comunicarlo alla Regione, una propria società di forniture elettriche, e compartecipato a società di alcuni imprenditori: gli stessi ai quali poi rilasciavano le autorizzazioni per nuove centrali biogas. Secondo i finanzieri del Gico di Ancona, guidati dal col. Gianfranco Lucignano, con profili di responsabilità e vantaggi diversi, i tre funzionari avrebbero concordato lavori per 1.824.291 euro con le imprese del ‘cartellò, una fornitura di piante di alloro per alimentare le centrali biogas per 648.905 euro (mai arrivata a destinazione), la vendita di materiali elettrici per 64 mila euro. Uno dei funzionari si sarebbe anche fatto costruire gratis un impianto fotovoltaico su un capannone di sua proprietà. Ai tre dirigenti, sospesi dalla Regione destinati ad altri servizi, e ai 17 fra imprenditori e professionisti sotto inchiesta, le Fiamme gialle hanno sequestrato su ordine del Gip 22 immobili (compresa una villa con 20 stanze) e 57 terreni, per un totale di 115 ettari. In valori economici, il sequestro preventivo per equivalente ammonta a una somma di tutto rispetto: 10 milioni di euro.
Tre funzionari della Regione Marche e la ‘cremè dell’imprenditoria eco-energetica. Sono venti gli indagati nell’inchiesta ‘Green Profit’ che hanno ricevuto dalla procura di Ancona l’avviso di chiusura delle indagini per reati che vanno dalla concussione alla corruzione, dalla truffa allo Stato al falso: un atto che prelude ad una richiesta di rinvio a giudizio. Gli interessati hanno 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogati o presentare una memoria scritta. I FUNZIONARI – LUCIANO CALVARESE era il dirigente del Servizio regionale Territorio e Ambiente Energia-P.F. Rete elettrica regionale, Autorizzazioni energetiche Gas ed Idrocarburi. Sospeso dall’incarico, era già stato assegnato ad un altro servizio. Con lui sono indagati i funzionari SANDRO COSSIGNANI E MAURO MORETTI. GLI IMPRENDITORI – Nelle carte dell’inchiesta spiccano i nomi del conte GUIDO LEOPARDI DITTAJUTI (anche viticoltore), di ANTONIO LAZZARINI (cognato dell’ex ministro dei Lavori pubblici Franceco Merloni), e del figlio ALESSANDRO LAZZARINI. Gli altri sono PAOLO PESARESI, RENZO ROVINELLI, ALESSANDRA SEVERINI, MARCO MARACCI, LORENZA RAMOVECCHI, CRISTIAN CESARONI, FRANCESCA COLONNELLI, FRANCO PASSAMONTI, ANDREA COSTANZINI, LORENZO BINCI, DIEGO MARGIONE. I PROFESSIONISTI – Per aver redatto una relazione che gli inquirenti ritengono falsa su uno degli impianti biogas di Osimo, sono indagati anche i professionisti MORENO PANFILI, AUGUSTO ALBINI E LUCA PAPERELLI

10/07/14

Il comma di Renzi salva le centrali a biogas del governatore

 
di Marco Palombi – Il Fatto Quotidiano 09.07.2014
 
Gian Mario Spacca, governatore delle Marche, è un twittatore di livello: nelle ultime settimane ha edotto i suoi quasi 19mila followers sugli argomenti più vari. Da Leopardi al suo sostegno alla Grecia ai mondiali, dal fare impresa al Coni fino – ossessivamente – alla macroregione Adriatico- Jonica. Non manca l’hashtag turistico: #marchebellezza.
Il 27 di giugno, però, ha mancato di ringraziare il ministro dell’ Ambiente Galletti, Udc, per il suo decreto. Perché? Perché il dl 91/2014 – oltre al regalo alle banche chiamato anatocismo e altre cosette – contiene anche un piccolo comma (per la precisione il 4 dell’articolo 15) che nelle Marche già chiamano “Salva-Spacca”: il presidente piddino, nato a Fabriano 61 anni fa, cresciuto come manager alla Merloni (che per le Marche è un po’ quel che la Fiat è a Torino) entra così nel ristretto circolo dei Berlusconi e dei Previti.
Il decreto del governo Renzi, infatti, sana la più scottante delle grane che coinvolgono la Giunta marchigiana: quella delle autorizzazioni per le centrali a biogas, che si portano dietro incentivi per circa due milioni e mezzo l’anno ciascuna. Ne sono state concesse a decine, spesso a imprenditori vicini al potere regionale, e tutte senza alcuna Valutazione di impatto ambientale (VIA). Risultato: la Corte costituzionale le ha annullate. Spacca, a quel punto, s’è inventato una delibera che consentiva la “VIA postuma”, ovvero realizzata su impianti già autorizzati o, peggio, funzionanti. Anche stavolta gli è andata male: il Consiglio di Stato, a febbraio, ha bocciato pure questo escamotage. La Giunta traballava, la Procura di Ancona indaga su alcune di queste operazioni (coinvolti imprenditori e alcuni funzionari regionali) e l’opposizione alle centrali a biogas continua a essere massiccia tra la popolazione.
Fortuna che c’è il governo Renzi e il suo decreto Ambiente, che consente la VIA postuma entro sei mesi e senza nemmeno spegnere gli impianti. E tanti saluti alla Consulta e al Consiglio di Stato.
Qualcuno potrà pensare che si tratti di una descrizione esagerata, ma di sicuro coincide con quella del senatore democratico Mario Morgoni da Macerata: “Questo è un avallare in modo inaccettabile atti illegittimi e politiche speculative”.

04/05/14

Alluvione di Senigallia: il capitalismo distrugge il territorio e le nostre vite! Per la sicurezza del territorio e dei cittadini!

 
Senigallia, 04 maggio 2014
A tutti gli organi di stampa e informazione
della Regione Marche
COMUNICATO STAMPA:
La tragedia di Senigallia è solo l’ultima di un’infinita serie di catastrofi che devastano, ogni anno di più, tutto il nostro Paese.
Frane e alluvioni, morti e feriti, paesi evacuati, ponti e strade distrutte, città intere senza acqua o luce: tutto questo è il prodotto, da una parte dei terribili sconvolgimenti climatici che colpiscono il nostro pianeta da una parte a causa dell’inquinamento sregolato e dello sviluppo “insostenibile”; dall’altra a causa dell’eccessiva cementificazione e del dissesto idrogeologico del territorio. Due facce della stessa medaglia: l’ingordigia del Capitalismo che, in nome del profitto a tutti i costi, distrugge il nostro territorio e le nostre vite.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, voce isolata nella sinistra e nei movimenti ambientalisti italiani, torna a proporre un programma radicale e di classe contro tali disastri:
1.   Tutti gli investimenti dedicati alle grandi opere inutili (come la Tav), le spese militari folli (come gli F35), siano immediatamente dirottati in favore di un grande piano pubblico di piccole opere diffuse di risanamento del territorio e di prevenzione del dissesto idrogeologico, che riqualifichi l’intero Paese e crei nuovi posti di lavoro
2.   Imposizione di misure radicali contro la cementificazione e le speculazioni edilizie e contro l’eccessivo inquinamento sia in Italia che a livello internazionale 
3.   L’approccio alla Protezione Civile nel nostro Paese deve cambiare completamente: non più agire solo in stato di emergenza, favorendo sprechi, inefficienze e speculazioni, ma concentrarsi sulla prevenzione, più efficace, tempestiva ed economica
Il faro delle nostre battaglie rimane comunque il superamento di sistema insostenibile e distruttivo. Per un’economia pianificata, in cui l’interesse pubblico e la difesa dell’ambiente siano al primo posto, che solo un governo del popolo e dei lavoratori possono garantire.
 
Con preghiera di massima diffusione
Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Regionale Marche