Un nuovo balzo per un 2015 sovversivo
di Sergio Bellavita
In questi ultimi giorni del 2014 il governo giungerà nelle nostre case
con il pacco dono dei primi due decreti attuativi del Jobs Act. In
questi mesi di discussione sull’ennesima riforma del lavoro, la durezza
dei prrvvedimenti del governo è persino peggiorata, a dimostrazione,
oltre che della inutile, ridicola e dannosa cosiddetta mediazione della
sinistra dem, dell’irrilevanza dell’iniziativa di contrasto sul piano
sociale. È sempre un errore non vedere appieno le potenzialità che le
lotte di questi ultimi mesi hanno rimesso in campo. Tuttavia sarebbe un
errore altrettanto grave non affrontare di petto la dura situazione con
cui siamo costretti a misurarci. La situazione economica del paese è
destinata a aggravarsi ulteriormente nel 2015. Conseguenza diretta delle
politiche di rigore che Renzi persegue. I processi, legati alle scelte
di Renzi e della Ue, ci consegnano un quadro di crescente impoverimento
del lavoro, di riduzione strutturale dell’occupazione, di crollo di
reddito e salario, di riduzione delle tutele sociali. Con la legge di
stabilità approvata ieri alla camera il governo italiano ha deciso di
inserire un suo pilota automatico dei conti pubblici che, qualora i
correttivi e i tagli decisi insieme e sotto la direzione della Troika
non funzionassero, introdurrebbe aumenti pesanti del prezzo dei
carburanti e un nuovo pesantissimo aumento dell’iva. Misure che
avrebbero un’ulteriore effetto drammatico sulla condizione delle classi
popolari. Il diritto del lavoro, sempre che sia ancora corretto
definirlo così, è stato stravolto completamente dalle cosiddette
riforme degli ultimi anni. Per trovare livelli cosi alti di
subordinazione del lavoro all’impresa bisogna tornare molto indietro nel
tempo. Democrazia, diritto, lavoro, tutto è sacrificato per il folle
rigore dei conti pubblici. Il sistema sociale e istituzionale che si era
imposto dalla resistenza antifascista sino agli anni settanta è stato
completamente sovvertito. I deputati hanno votato il maxiemendamento
sulla legge di stabilità all’alba e senza neppure averlo letto o potuto
conoscere i contenuti. Non c’è giorno in cui Napolitano, di cui non
sentiremo la minima mancanza, non faccia a pezzi ciò che resta della
democrazia sostanziale con il plauso dei media. A testimonianza della
gravità della crisi democratica di questo paese. In questo quadro
occorre interrogarsi davvero sull’adeguatezza o meno delle scelte di
chi, come noi, ha tentato di contrastare questi processi. Cosi come non
è più rinviabile una discussione non retorica sulla forma stessa della
rappresentanza sociale del lavoro. Come saranno le lotte dei prossimi
anni? Come ricostruire nuovi rapporti di forza, un nuovo ciclo di lotte?
Come ricostruire soggettività? Quello che e’ certo e’ che la
radicalita’ dello scontro e’ destinata a aumentare per la crescente
mancanza di spazi di mediazione possibile. Cosi come non si può non
considerare che le lotte sociali sempre più si porranno su un terreno di
“illegalità costretta” grazie alla progressiva cancellazione di diritti
e alla repressione imperante.
Tutti temi che vogliamo e dobbiamo affrontare. Per noi l’occasione è quella del seminario che terremo a gennaio del prossimo anno. Molti dirigenti Cgil si sono arrabbiati con noi per l’accusa di smobilitazione generale che abbiamo loro rivolto dopo lo sciopero del 12 dicembre. Ci spiace ancora aver avuto ragione ma è evidente a tutti che a gennaio l’agenda politica avrà altre priorità, dettera’ altre scadenze dietro alle quali correre. Renzi può governare solo con la perenne fibrillazione legislativa. Il Jobs Act rischia pertanto, nel tragico silenzio generale, di passare tutto e peggio del previsto. A gennaio troveremo un nuovo modello sociale che si sta imponendo ancora più violento sulla vita delle persone. Un sistema che non prevede più il sindacato dei lavoratori ma soprattutto non prevede più la rappresentaza organizzata degli interessi dei lavoratori. Bisogna che tutti ne prendano atto. Contro questo modello bisogna combattere. I migliori auguri che possiamo farci sono quelli che parlano dei milioni di donne e uomini che ancora nel mondo lottano perché sperano, credono e vogliono un mondo migliore. L’umanità, nella storia, ha dimostrato di procedere a balzi. Negli ultimi due secoli due grandi fiammate rivoluzionarie hanno segnato balzi incredibili nel progresso dell’umanità. la rivoluzione francese e quella russa. Siamo lontani dal poterlo fare, non se ne intravede nessun segno. Ma quello che servirebbe è un nuovo grande balzo, un nuovo sovvertimento sociale che affranchi dall’oppressione e dalle ingiustizie. Buon 2015 e che sia sovversivo.
Tutti temi che vogliamo e dobbiamo affrontare. Per noi l’occasione è quella del seminario che terremo a gennaio del prossimo anno. Molti dirigenti Cgil si sono arrabbiati con noi per l’accusa di smobilitazione generale che abbiamo loro rivolto dopo lo sciopero del 12 dicembre. Ci spiace ancora aver avuto ragione ma è evidente a tutti che a gennaio l’agenda politica avrà altre priorità, dettera’ altre scadenze dietro alle quali correre. Renzi può governare solo con la perenne fibrillazione legislativa. Il Jobs Act rischia pertanto, nel tragico silenzio generale, di passare tutto e peggio del previsto. A gennaio troveremo un nuovo modello sociale che si sta imponendo ancora più violento sulla vita delle persone. Un sistema che non prevede più il sindacato dei lavoratori ma soprattutto non prevede più la rappresentaza organizzata degli interessi dei lavoratori. Bisogna che tutti ne prendano atto. Contro questo modello bisogna combattere. I migliori auguri che possiamo farci sono quelli che parlano dei milioni di donne e uomini che ancora nel mondo lottano perché sperano, credono e vogliono un mondo migliore. L’umanità, nella storia, ha dimostrato di procedere a balzi. Negli ultimi due secoli due grandi fiammate rivoluzionarie hanno segnato balzi incredibili nel progresso dell’umanità. la rivoluzione francese e quella russa. Siamo lontani dal poterlo fare, non se ne intravede nessun segno. Ma quello che servirebbe è un nuovo grande balzo, un nuovo sovvertimento sociale che affranchi dall’oppressione e dalle ingiustizie. Buon 2015 e che sia sovversivo.
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