Il governo che grida al “complotto” dei poteri forti, si è fatto garante dei loro affari. Il governo che vanta la lotta alla criminalità, ha fatto scudo alla più grande criminalità finanziaria e fiscale. Il governo che “polemizza” con i banchieri, ha regalato loro non meno di 10 miliardi di consulenze e commesse ( mentre gli operai si vedono regalare la distruzione del contratto nazionale). Confindustria e grandi banche continuano ad incassare da Berlusconi, mentre lavorano ad una soluzione di riserva nel caso dovesse cadere. I padroni vogliono solo continuare a comandare, in ogni caso, e in qualunque forma : ieri, oggi, domani. La manifestazione del 3 0ttobre non può allora ridursi a megafono della D’Addario, né alla sola critica del Sultanato. Occorre portarvi le ragioni del mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, colpite ieri da Prodi ed oggi da Berlusconi. Ragioni incompatibili non solo col Cavaliere, ma anche con gli obiettivi di De Benedetti , di Bankitalia, di quel settore di grande borghesia che vorrebbe rimpiazzare Berlusconi con un nuovo centrosinistra allargato a..Fini e Casini, sotto la regia di Montezemolo. Gli operai e le mobilitazioni popolari contro il governo non possono fare da sgabello di una nuova operazione d’alternanza diretta nei fatti contro di loro. Come è già avvenuto alla metà degli anni 90 e nel 2006. Il Partito Comunista dei Lavoratori è e sarà sempre in prima fila in tutte le mobilitazioni contro il governo Berlusconi, di cui rivendichiamo, incondizionatamente, la cacciata. Ma difendiamo e difenderemo in ogni lotta contro il governo la prospettiva di un’alternativa vera, che sgomberi il campo non solo dal Cavaliere di Arcore ma anche dalle classi dominanti e dal loro potere. La stessa battaglia “democratica”, se vuol essere coerente, deve porsi in questa prospettiva . E’ certo importante la più ampia mobilitazione unitaria per la difesa della libertà di stampa contro le minacce di un aspirante Bonaparte. Ma una piena libertà della stampa significa anche la sua liberazione dal controllo del cosiddetto capitale “democratico e liberale”, magari antiberlusconiano, ma sostenitore delle politiche antioperaie e delle missioni coloniali: e per questo abituale censore delle ragioni dei lavoratori. Così un’autentica battaglia democratica è inseparabile dalla lotta per un sistema elettorale pienamente proporzionale, per l’abolizione di tutti i privilegi del clero, per il permesso di soggiorno a tutti i lavoratori migranti: e su ognuno di questi terreni l’avversario non è solo Berlusconi ma tutti i partiti dominanti e i loro interessi. Una volta di più solo una battaglia anticapitalista può essere coerentemente democratica. Per tutte queste ragioni saremo domani in piazza contro Berlusconi, ma con una proposta indipendente. “Via il governo Berlusconi, no ad un nuovo centrosinistra, governino i lavoratori” sarà non solo la scritta del nostro striscione, ma la sintesi del nostro programma.
MARCO FERRANDO
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