01/08/09

ru486: vergognose ipocrisie!


E' incredibile constatare quanta viscida falsità esca dalle bocche di preti, politici di centrodestra e centrosinistra, medici e farmacisti venduti al clero, ogni qualvolta in Italia si affronti una tematica inerente i diritti civili più elementari.

Poichè l'AIFA, visti i dati medici e sperimentali (ineccepibili), non ha potuto rifiutare la commercializzazione (anche se controllata), si sono scatenati tutti contro l'autodeterminazione delle donne, mettendo nuovamente in discussione la legge 194.



Il sadismo del Vaticano e dei folli del movimento per la vita è infinito: preferiscono vedere soffrire le donne sotto i ferri anche quando il progresso medico può ridurre al minimo il trauma dell'aborto. Arrivano addirittura alla scomunica, provvedimento non utilizzato neppure verso molti dei preti pedofili scoperti in giro per il mondo. Invece di aiutare le donne sostenendole nelle loro scelte, come imporrebbe il principio della Carità Cristiana, le demonizzano ed attaccano la loro fragilità.



L'ipocrisia dell'ala cattolica del PD e soprattutto del PDL (che ricordiamo ha nel suo leader uno dei più grandi puttanieri in Italia), sfiora poi il ridicolo. Sacconi, se vuole pensare alla morale di questo paese, farebbe meglio a pensare all'etica sua e di chi lo circonda, invece di rompere le scatole alle donne nel momento della scelta più difficile per loro, con una sorta di "ostruzionismo medico" fatto di procedure macchinose e inutili.



Ed infine i medici ed i farmacisti: penso che l'obiezione di coscienza in Europa esista solo nel nostro paese! Possibile che persone a noi estraneee, che vengono pagate per curarci o venderci medicinali possano permettersi di decidere per noi? E' come se andassimo dal salumiere e chiedessimo un etto di prosciutto cotto e quello ci dicesse: no, a me non piace il cotto e non te lo vendo! E' assurdo: i farmacisti sono titolari di un esercizio pubblico e i medici hanno fatto il giuramento di Ippocrate e se lavorano nelle strutture sanitarie pubbliche sono dipendenti pubblici! Nessun altro lavoratore pubblico ha diritto a sottrarsi alle sue mansioni per dei folli dettami religiosi!



Parlano tutti di "Libertà" stravolgendone totalmente il significato più semplice. La realtà è che per essere realmente libere, le donne debbono lottare con gli uomini per una liberazione profonda della società dagli individui sopra descritti. La lotta per l'emancipazione femminile è la lotta per l'emancipazione dei lavoratori, e non possono che andare di pari passo. Chi ci opprime nella nostra sfera privata è lo stesso che sfrutta il lavoro degli altri, che reprime le coscienze tramite "l'oppio dei popoli", che prende in giro i lavoratori spacciandosi per un loro rappresentante politico mentre è solamente un servo al soldo di preti e padroni.



I diritti civili e la liberazione del corpo e dell'anima delle donne, potrà avvenire solo dopo la conquista del potere da parte dei lavoratori e la sparizione di tutti questi brutti e dispotici "ceffi neri"!


Titto Leone

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