19/04/15

COMUNICATO ELEZIONI COMUNALI CERRETO d' ESI

ELEZIONI COMUNALI CERRETO d’ ESI: IL PCL ANCORA PRESENTE CON L’UNICA PROPOSTA POLITICA E PROGRAMMATICA DALLA PARTE DEI LAVORATORI E DELLA GENTE COMUNE

“Ancora una volta presenti con la stessa determinazione e voglia di tutelare le condizioni dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, dei pensionati e di tutte le fasce più deboli della popolazione, in un comune ormai collassato e sull’orlo del fallimento”. Queste sono le prime dichiarazioni di Marco Zamparini, giovane operaio nel settore del commercio, candidato a sindaco del Partito Comunista dei Lavoratori, che si presenta come unica forza di opposizione e di rottura, con quella classe politica che in un ventennio, ha portato il nostro comune sull’orlo del baratro. La necessità di fare emergere anche le vicende passate, che hanno portato poi al commissariamento del comune, spingono ancora una volta il PCL , a prendere una dura ed intransigente posizione nei confronti di amministratori e politici locali, di ogni schieramento e colore politico. Loro sono i veri colpevoli del buco economico e dell’incredibile indebitamento per mezzo di mutui insanabili e troppo onerosi per le casse di un piccolo comune come il nostro . Il candidato sindaco del PCL dichiara: “La reale e grave situazione, ormai è sotto gli occhi di tutti, come sono chiare ed inconfutabili le responsabilità. Per troppo tempo la nostra comunità, è stata amministrata da “piccoli” uomini politici, tutt’altro che capaci, politicamente parlando. Hanno sempre privilegiato politiche a favore degli interessi privati e non a quelli della collettività, per lo più volte a favorire noti industriali, burocrati e professionisti del parassitismo politico. Hanno scaricato a loro volta, tutta la loro incompetenza e “mala fede”, sulle spalle dei lavoratori e pensionati, vere vittime della crisi economica e sociale che attanaglia il nostro territorio. La nostra proposta politica è chiara e ben delineata da anni. Con la differenza che questa volta promesse da fare non ce ne sono per nessuno. Vista la situazione, abbiamo il dovere di mantenere vivo il nostro paesello, ed i primi traguardi sono,il lavoro,l’ambiente,la rivalutazione del territorio ed il mantenimento dei pochi servizi rimasti, rivedendone tutte le gestioni. Poi sulle proposte politiche, ne riparleremo in seguito. La nostra linea è espressione di onestà e trasparenza politica, ed è legata ad un principio di fondo. Secondo noi per migliorare le condizioni dei nostri cittadini, c’è bisogno che vadano fuori dal consiglio comunale ogni interesse economico e di potere. C’è bisogno di creare una giunta comunale formata da lavoratori e da persone comuni , ovviamente preparate e attive nella vita politica cittadina, e che sanno cosa significhi sostenere situazioni estreme, anche in alcuni casi vicine alla soglia della povertà.” Il candidato sindaco conclude: “Ancora una volta ci presenteremo indipendenti e fuori da ogni forma di alleanza, soprattutto con chi consapevolmente è complice del fallimento sociale ed economico del nostro comune. Cambiano i candidati sindaci , ma il fine politico di queste persone e di chi li manovra non cambia. Hanno avuto la loro possibilità di amministrare, chi più e chi meno per vent’anni, tra finte liste civiche e partiti, ma hanno dimostrato di essere “forse” bravi nel loro lavoro abituale che però è ben lontano dal saper fare politica , e questa volta i fatti sono inconfutabili. C’è bisogno di un cambiamento per Cerreto, vero , serio e coraggioso . C’è bisogno di gente come noi, che da dieci anni nonostante non siamo mai riusciti ne a governare con una lista del Pcl né a prendere un consigliere comunale, siamo lo stesso stati sempre attivi e sempre presenti con le nostre proposte in ogni momento dell’anno e non solo a ridosso dell’elezioni comunali, anche con il nostro giornalino e i banchetti in piazza. I cittadini non devono votare il candidato sindaco in base ai titoli , alle proprietà ,o ad altro, ma devono votare il programma e cosa si vuole fare realmente per questo paese. Un voto a noi non è sprecato, è un voto che non tradirà mai le aspettative reali dei cittadini. Votare per noi è scegliere di ridare dignità al nostro paese.”

PCL Nucleo Montano
sez. Ancona

18/04/15

CHIUSURE E LICENZIAMENTI INDESIT: CONTRO IL GRAVE ATTACCO DELLA NUOVA DIRIGENZA UNITA’ DEI LAVORATORI E RISPOSTE RADICALI



Comunicato stampa:
Purtroppo lo avevamo predetto: nonostante i proclami del Governo e le promesse dei vertici della multinazionale Whirpool, oggi si chiudono gli stabilimenti indesit e si licenziano centinaia di lavoratori.

I vertici sindacali hanno creduto (o fatto finta di credere) al vago e fumoso piano industriale presentato a suo tempo ed hanno “disinnescato” la mobilitazione generale, nel silenzio di quasi tutta la presunta sinistra radicale.   

Ora che si sono svelati i veri piani della multinazionale serve la più totale unità di tutti i lavoratori per una mobilitazione di massa e radicale in tutti gli stabilimenti ed uffici Indesit d’Italia. Bisogna costruire scioperi ad oltranza ed occupazioni per ribadire il:

1)No incondizionato alla riduzione dei posti di lavoro, licenziamenti, mobilità etc.

2)No alla chiusura degli impianti presenti sul territorio ed alla delocalizzazione

3)Divisione del lavoro esistente tra tutti i lavoratori a parità di salario

Se non si riuscirà ad ottenere tali richieste, i lavoratori devono occupare l’azienda e pretendere la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo operaio dell’intera azienda, solo così potranno difendere il proprio posto di lavoro.


Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento Provinciale Ancona

10/04/15

DE GENNARO E L'IPOCRISIA DELLA SINISTRA


             
de gennaro                                                                                                                                                                                                        



Colpisce l'ipocrisia dei sepolcri imbiancati della democrazia borghese sulla figura di De Gennaro. “ Vergognoso che sia Presidente di Finmeccanica” grida Orfini. Ma” voi dove eravate ?” rispondono SEL e PRC. Già dove eravate.. Ma il “dove eravate” deve valere per tutti. La carriera di De Gennaro dopo la macelleria di Genova è stata assicurata e sospinta da TUTTI i governi che si sono susseguiti dopo il 2001. Non solo dai governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi. Ma anche dal governo di Romano Prodi, in cui sedevano gioiosi gli attuali dirigenti di SEL e PRC. La nomina di De Gennaro a capo gabinetto del ministro Amato risale infatti al 2007 durante il governo dell'Ulivo, sotto la Presidenza della Camera Bertinotti, all'ombra del ministro Paolo Ferrero. Quando il PRC che aveva raccolto i voti del “movimento No Global” nel nome della “non violenza” e di Carlo Giuliani votò le missioni di guerra e tacque sulla promozione del responsabile della tortura di Stato. Il PCL nacque allora, anche in risposta a quel crimine politico. Per questo siamo gli unici a sinistra a poter chiedere senza vergogna: “Ma voi dove eravate?”

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

09/04/15

SOLIDARIETÀ ALLA RESPONSABILE DELL'ASSOCIAZIONE 'INCONTRI PER LA DEMOCRAZIA', DOTT.SSA CRISTINA CECCHINI.

La notizia, apparsa nel quotidiano "Corriere Adriatico", nella cronaca della città di Fano, il giorno 30/03/2015, conferma l'esistenza della volontà, totalmente etico-morale, attraverso la quale personaggi di straordinaria statura civica e solidaristica continuano a compiere la propria funzione, volta  a tutelare e rappresentare gli strati sociali più poveri, emarginati e sfruttati, in questa nostra martoriata nazione.
Il PCL sez. di Ancona, appresa la notizia dell'assistenza e della tutela prestata dalla dott.ssa Cecchini, in qualità di responsabile dell'associazione "Incontri per la democrazia", esprime la più fraterna solidarietà e totale sostegno a tale iniziativa, che è servita ad evitare lo scempio xenofobo con il quale si voleva espellere dal territorio italiano 40 profughi, giovani immigrati, tutti tra i 18 e 28 anni di età.
Non vi è dubbio che , in una fase storica decisamente oscurantista che sta vivendo il nostro paese, il gesto e l'impegno dell'indimenticabile Cristina Cecchini, rappresenta un importante segnale di controtendenza nell'Italia, dominata dai poteri forti e dalla micidiale dittatura antidemocratica che il Sig. Renzi sta imponendo, contro tutta la società civile del nostro paese.
Il PCL sez. di Ancona non dimentica di certo il prezioso ruolo esercitato in passato dalla dott.ssa Cecchini nella Reg. Marche, con il quale, contrapponendosi a certi potentati economico-politici, nei primi anni duemila, si oppose, nel suo ruolo di assessore prima, e consigliera regionale poi, alla drammatica crisi del distretto industriale fabrianese e alle delocalizzazioni delle imprese fabrianesi, finanziate illegalmente dalla Regione Marche!
Oggi, conclude la nota del PCL sez. di Ancona, è necessario iniziare un nuovo percorso di lotta e impegno democratico, con tutti questi preziosi soggetti sociali, come la dott.ssa Cecchini e la sua associazione, per sconfiggere i progetti "plebiscitari ed eversivi" che il renzismo sta sviluppando, anche per alimentare la classica "guerra tra poveri", rappresentata dalla divisione tra lavoratori italiani ed i migranti, prime vittime dello pseudo modello neo-liberista che sta annientando l'intero contesto mondiale.

Fabriano, 09/04/2015

Partito Comunista dei Lavoratori
sezione Ancona

08/04/15

MATTEO RENZI, UN BUGIARDO AL SERVIZIO DEI CAPITALISTI

E' finita l'era dei sacrifici” ha esclamato Matteo Renzi quando ha presentato il nuovo piano economico. Mente, come sempre, a fini elettorali.
La verità è esattamente opposta.

Intanto aver liberalizzato i licenziamenti arbitrari per i nuovi assunti è il peggiore dei sacrifici: è privare le giovani generazioni di un diritto conquistato dai loro padri. Altro che contratto “a tempo indeterminato”. Il tempo del contratto è affidato al libero arbitrio del padrone, che per di più riceve in premio lo sgravio dei contributi, scaricato sulla fiscalità generale. Sacrifici per tutti a vantaggio dei padroni! Gli stessi che dichiarano al fisco meno dei loro dipendenti! Se poi il nuovo assunto va in banca a chiedere il mutuo si sentirà rispondere ( nel migliore dei casi) che il mutuo è più caro perchè la banca si deve tutelare dal suo futuro licenziamento. Mentre i vecchi contratti precari restano intatti. Tutto come prima e peggio di prima!

Ma non basta. Renzi annuncia altri 10 miliardi di tagli. Siccome vuole nascondere la mano della rapina, li scarica su comuni e regioni. Con sindaci e governatori, in larga parte PD, che fingono disappunto ma gestiranno la rapina per conto del governo. Come sempre è avvenuto. Nuovi tagli alla sanità pubblica. Privatizzazione delle municipalizzate a partire dall'acqua. Nuovi aumenti IRPEF comunali e regionali sul portafoglio dei lavoratori. Già colpiti dall'aumento delle tasse sulla prima abitazione, dal blocco dei contratti, dalla disoccupazione, dalla precarietà. E perchè la nuova rapina? Perchè il governo vuole finanziare la continuità dei tagli delle tasse per i capitalisti, e mantenere i patti col capitale finanziario europeo in fatto di debito pubblico. A garanzia delle banche italiane ed europee, grandi acquirenti dei titoli pubblici.. Le stesse che in questi anni di crisi distribuiscono dividendi da favola ai propri azionisti grazie alla montagna di soldi ricevuti dalla BCE e dallo Stato.

Questa società capitalista è interamente costruita sulla rapina del lavoro. Occorre capovolgerla. Occorre un governo dei lavoratori, basato sulla loro organizzazione e sulla loro forza, che restituisca al lavoro i suoi diritti, nazionalizzi le banche senza indennizzo per i grandi azionisti, espropri i capitalisti che licenziano gli operai, ripartisca il lavoro fra tutti a parità di paga in modo che tutti abbiano un lavoro.

Questa è l'unica alternativa possibile. Ma richiede l'unità e la forza dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati. Grillo e Salvini cercano di dividere gli sfruttati . Chi dicendo che tanto “il lavoro non c'è più”, “non ha senso lottare per il lavoro”, “i sindacati in quanto tali vanno aboliti”, il tutto al modico prezzo di 780 euro di sopravvivenza ( Grillo). Chi agitando dal mattino alla sera lo spauracchio dei migranti per distogliere la rabbia sociale dai capitalisti (Salvini). Gli stessi con cui le amministrazioni leghiste e grilline ( Parma) fanno affari.

Mentono tutti . Il nemico non è l'”euro”, o il migrante”. Il nemico è il capitalismo, chi lo governa, chi lo difende. Solo una rivoluzione può cambiare le cose.

Ci vuole una sinistra che finalmente dica la verità ai lavoratori, sviluppi la loro coscienza, sbugiardi tutti i loro avversari. SEL e PRC hanno fatto per anni le ruote di scorta del PD, per mendicare ministeri o assessorati. Oggi sono vittime della loro stessa politica. Occorre dare ai lavoratori il partito che non hanno mai avuto. Il partito che non li venda. Un partito rivoluzionario.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, l'unico che non ha mai tradito gli operai, costruisce questo partito ogni giorno. In ogni lotta. In ogni movimento. In ogni sindacato classista.

E' l'unico partito di cui i lavoratori hanno bisogno. L'unico di cui si possano fidare.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI





24/03/15

TESTO DEL VOLOANTINO DEL PCL DISTRIBUITO NEI LUOGHI DI LAVORO NELLE PIAZZE NEI LUOGHI DI STUDIO

LA "COALIZIONE SOCIALE” DI MAURIZIO LANDINI: FRONTE UNICO DI LOTTA O SPECCHIETTO PER ALLODOLE?
 
Maurizio Landini e la FIOM hanno promosso l'iniziativa della coalizione sociale: “una iniziativa rivolta a unire tutti i lavoratori e i soggetti colpiti contro l'alleanza fra Governo e Confindu-stria”. Messa così, chi potrebbe essere in disaccordo? Da anni il PCL rivendica l'esigenza del più vasto fronte unico di classe contro governo e padronato.
L'avvento del governo Renzi, il suo progetto reazionario bonapartista, il salto dell'offensiva dominante contro lavoro e diritti, rendono ancor più necessaria e urgente la costruzione del fronte di classe di tutte le sinistre politiche, sindacali, associative, di movimento.
Gli ammiccamenti verso il renzismo da parte dei vertici FIOM nei primi sei mesi del governo Renzi avevano rappresentato una enormità. Il fatto che l'aggressione frontale da parte di Ren-zi ai lavoratori e al sindacato abbia successivamente costretto Landini a collocarsi all'opposi-zione del renzismo, è in sé positivo. La “coalizione sociale” antigovernativa vuole formalizza-re, dopo le lotte d'autunno,questa ricollocazione? Ben venga.
Ma non è tutto oro ciò che brilla.
 
QUALE PROPOSTA DI LOTTA?

In primo luogo una coalizione sociale ha senso se è un fronte unico d'azione. E l'azione unita-ria deve essere tanto radicale quanto radicale è l'offensiva del governo. Così non è stato e non è. La scelta di CGIL e FIOM al piede di partenza dell'autunno di opporsi all'attacco all'arti-colo 18 fu naturalmente positiva. Ma il bilancio dell'opposizione è stato disastroso. Nessuna svolta radicale delle forme di lotta. Rinuncia all'occupazione delle fabbriche persino nelle condizioni più favorevoli (AST Terni). Assenza di una reale piattaforma di lotta unificante del movimento. Convocazione di uno sciopero generale (12 dicembre) non per dare continuità al-la lotta ma per chiuderla con un atto simbolico. Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Il governo ha proseguito la sua strada come un rullo compressore senza incontrare resisten-za. Il licenziamento arbitrario per nuovi assunti è passato, persino nella forma del licenzia-mento collettivo. Una sconfitta pesante. Il fatto che i generali della campagna d'autunno (Ca-musso e Landini) non traggano alcun bilancio del proprio operato conferma e aggrava le loro responsabilità. Basta l' invenzione della “coalizione sociale” per rimuoverle?
Ma soprattutto: coalizione sociale per cosa?
Non basta elencare diritti e ragioni, se non si indica e promuove con chiarezza una svolta ge-nerale nell'azione di lotta. Convegni, incontri, manifestazioni, seppur in sé positive, non spo-stano di una virgola i rapporti di forza reali fra le classi sul piano generale e nei luoghi di lavo-ro. Né li sposta una proiezione di cartello del sindacato verso l'associazionismo civico (Libe-ra, Emergency, Arci). Non c'è surrogato possibile alla necessaria azione di lotta (continuativa, concentrata, radicale) di milioni di lavoratori, lavoratrici, precari, disoccupati.
Aprire un confronto unitario sulle condizioni e premesse di una vera svolta di lotta è e resta la prima necessità. Senza svolta reale di mobilitazione la “coalizione sociale” diventa la coper-tura di una ritirata e di una sconfitta.
 

IL NODO POLITICO
 
In secondo luogo, si pone un nodo politico.
Landini precisa che la “coalizione sociale” non è né un partito, né una lista elettorale. Ma pa-rallelamente abbondano i riferimenti a Syriza, Podemos o alle origini del partito laburista.
Poiché a pensar male ci si azzecca, mettiamola così: Maurizio Landini prende tempo per vede-re se entrerà la carta di una sua possibile successione ai vertici della CGIL, riservandosi in caso contrario un proprio investimento politico. L'ambiguità voluta di oggi copre un'incertez-za di futuro. Comprensibile e legittimo. Tuttavia, al netto di questa considerazione, ci permet-tiamo due osservazioni.
La prima, minore, è che le fortune di Syriza e Podemos sono dovute non ad alchimie politiche, ma alla radicalizzazione sociale di massa che ha percorso Grecia e Spagna negli anni di crisi: una radicalizzazione sociale che ha cercato e trovato l'espressione elettorale in sinistre non compromesse nelle politiche di austerità. In Italia abbiamo una situazione capovolta: da un la-to sinistre politiche suicidatesi con le politiche dei sacrifici e dall'altro pesante arretramento dei livelli di mobilitazione di massa. Non c'è trovata “politica” che possa aggirare questa real-tà. Pensare di forgiare in laboratorio una sinistra politico/ elettorale di successo senza una svolta di lotta di milioni di proletari e di giovani significa coltivare l'ennesima illusione.
La seconda osservazione è sostanziale. Quale soggetto politico di rappresentanza? Non sa-remo certo noi a negare l'assenza in Italia di una rappresentanza politica del movimento ope-raio. Ma l'assenza di questa rappresentanza non è forse l'esito del fallimento pregresso di tut-te le forme ed esperienze di “compromesso riformatore” col centrosinistra e il capitalismo ita-liano? Si indica il faro di Syriza, si promuovono brigate Kalimera in terra greca, si presenta Tsipras come la nuova terra promessa. Ma paradossalmente lo si fa nel momento stesso in cui la realtà si vendica della finzione. Nel momento stesso in cui la pretesa di Syriza di “un compromesso riformatore” con gli Stati (imperialisti) strozzini si conclude nella resa obbligata ai creditori, nella cancellazione di fatto delle solenne promesse elettorali, nel tradimento delle aspettative di cambiamento. C'è in questa sequenza la lezione profonda dei fatti, che hanno la testa dura: non c'è uno spazio reale riformista nella crisi capitalistica europea e nella camicia di forza dell'Unione. Una sinistra che voglia ricomporsi attorno a questa illusione fallita non avrà davanti a sé alcun futuro storico. Persino se avesse un immediato futuro politico.
La costruzione del partito di classe rivoluzionario è e resterà la bussola del nostro lavoro. In ogni fronte unico di lotta, in ogni battaglia di massa, in ogni occasione di incontro, confronto, manifestazione.
 
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

23/03/15

IL PCL PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DEL 28 MARZO CONTRO IL GOVERNO RENZI

 28 marzo



 


  Il PCL parteciperà, con le proprie posizioni e proposte, alla manifestazione nazionale promossa dalla Assemblea nazionale dei delegati FIOM per il 28 Marzo a Roma, contro il governo Renzi e contro il blocco governativo/ confindustriale.

Si tratta della prima manifestazione nazionale rilevante contro il governo dopo il varo del Job act , sullo sfondo del pieno svolgimento dell'iniziativa reazionaria del renzismo in fatto di riforma elettorale e istituzionale. Da qui il suo profilo obiettivo di chiara opposizione politica. Da qui la nostra naturale partecipazione, come ad ogni espressione di fronte unico antigovernativo: tanto più contro un progetto bonapartista senza precedenti guidato dal PD.

Non ci sfuggono tuttavia limiti e ambiguità dell'iniziativa. Il gruppo dirigente della FIOM la concepisce come sostitutiva dell'iniziativa di lotta e copertura della sconfitta subita sul Job act, di cui tutto il gruppo dirigente della CGIL è pienamente responsabile. Inoltre la considera come avvio di un possibile percorso di costruzione di una rappresentanza politica riformista, nell'eterna illusione di un “compromesso riformatore” col capitale.

Per questo il PCL, dentro la manifestazione del fronte unico antigovernativo, porterà la propria linea e proposta indipendente : per la continuità e lo sviluppo della mobilitazione di classe, per una piattaforma di lotta unificante dell'intera classe lavoratrice, per un governo dei lavoratori quale unica alternativa, per la costruzione del partito di classe rivoluzionario.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI (Segreteria nazionale)

04/03/15

DESI MOBILI: COMUNICATO PCL




Il Partito Comunista dei Lavoratori Nucleo Montano sez. Ancona esprime la propria solidarietà e vicinanza ai circa 130 lavoratori della Desi Mobili che entreranno a far parte della “grande famiglia” dei disoccupati  divenuta ormai contenitore principale della classe lavoratrice locale e nazionale. Data la presenza attiva di nostri militanti nel sindacato   che vivono la vertenza in prima persona e sulla propria pelle, per noi è di primaria e fondamentale importanza chiarire,immediatamente, una questione: fin da subito non accetteremo e respingeremo con forza ogni forma e  atto strumentale che possa essere fatto ed usato nei confronti di chi si sente libero di esprimere la propria posizione e la propria analisi nei confronti di una situazione e di una vertenza che allungherà la lista infinita delle attività lavorative sparite e schiacciate nel territorio grazie ai colpi della più grande crisi a sfondo capitalistico più tragica e devastante  dell’ultimo secolo. Respingeremo e contrasteremo  eventuali “giudizi populisti” legati alla questione politica,perché siamo fortemente convinti che qualsiasi organizzazione partitica,associativa,movimentista che lavora per sostenere la causa dei lavoratori, abbia  tutto il diritto di intervenire e appoggiare quei  settori del mondo del lavoro che si battono e si oppongono all’annullamento  costante e continuo dei diritti individuali e collettivi, che dovrebbero essere la base di una società più equa e giusta. Crediamo fortemente che in un situazione di pubblico dominio ognuno sia libero di formulare giudizi al netto del dato oggettivo e di esprimere la propria idea legata anche a possibili soluzioni.
La situazione e lo scenario di questa azienda, nel breve e non nel prossimo futuro, è ben chiara a tutti,  per noi e per la nostra organizzazione sarà importante capire cosa fare affinchè la situazione non precipiti definitivamente. Detto ciò non entreremo nei fatti specifici e delle dinamiche di questi ultimi giorni, ma cercheremo di incentrare la discussione sulla questione sindacale che per noi diviene centrale e essenziale: si è dibattuto molto in assemblea su come condurre la  linea  generale e sugli obbiettivi da porci nella totalità della discussione. Abbiamo espresso all’assemblea ed ai lavoratori la necessità di non abbassare mai la guardia e che dovevano essere,secondo noi , create le condizioni per dare una presenza attiva e fisica davanti ai cancelli, momento per una risposta reale e concreta per far emergere la centralità della questione legata principalmente al problema della perdita di cosi tanti posti di lavoro e di tutto ciò che ne può conseguire. Abbiamo fatto la richiesta di “agitazione sindacale permanente” per creare i presupposti per una serie di presidi a tutela del sito produttivo  del materiale e i macchinari in esso per dare: 1) maggiore peso alle varie discussioni che verranno effettuate in futuro, 2) per far capire che la ripresa della produzione,in ogni caso, può avvenire solo con un’azienda tutelata strutturalmente e materialmente ,3) per far si che i riflettori della situazione non vengano  spenti prematuramente dopo solo alcuni  brevi passaggi sulla stampa e sui giornali per cercare di  dare continuità e centralità alla causa dei lavoratori. Abbiamo fatto palese richiesta alle sigle sindacali di farsi carico responsabilmente della situazione in maniera unitaria per dare il senso reale della lotta e di come dovrebbe essere condotta. Dopo molte discussioni e vari confronti  i lavoratori,ad ampia maggioranza, hanno deciso di iniziare presidi avanti i cancelli  per cercare di dare un segnale forte e concreto a testimonianza delle continue e crescenti difficoltà   alle quali i lavoratori sono sottoposti. Pensiamo, e ribadiremo sempre,  che in una situazione come questa i lavoratori non debbano assistere passivamente ma diventare il perno centrale su cui far ruotare tutta la situazione che si pone come obiettivo quello di dare maggiore peso decisionale alle maestranze. Siamo consapevoli che la situazione nella quale si trova la forza lavoro della Desi Mobili sia difficile e molto articolata. Se vi è la concreta possibilità di un possibile compratore, di certo può essere  inteso come un fatto positivo, a patto che  si conosca a breve un piano chiaro di investimento e di riassorbimento della forza lavoro,  e che sia  reale, la volontà di mantenere nel territorio il sito produttivo scongiurandolo da ogni possibile  forma di delocalizzazione e fuga di lavoro altrove tema su cui costruiremo eventualmente parte della nostra azione che possa portare anche alla costituzione di una cooperativa tra quei lavoratori che credono ad una gestione aziendale di tutt’ altra natura.  Purtroppo,al momento,l’unico scenario reale e concreto è quello del fallimento e dei libri in tribunale, con i lavoratori che ancora dovranno capire come e quando riusciranno a recuperare il contenzioso economico e gli ammortizzatori sociali ai quali saranno sottoposti(stipendi,TFR,cassa integrazione,solidarietà,mobilità).
L’appello che facciamo ai lavoratori è quello di non cullarsi troppo su possibili e legittime aspettative ma, ancora  in assenza di una possibile alternativa ufficiale, l’unica strada da percorrere è quella del mantenimento costante della lotta e dell’obbiettivo che è in essa:la più ampia tutela dei posti di lavoro e delle famiglie che sono dietro di essi.
Ci mettiamo a disposizione per un confronto reale e costruttivo e, per quanto ci riguarda, sgombro da ogni forma di ipocrisia che possa condizionare la veridicità dell’analisi.


PCL Nucleo Montano sez. Ancona

24/02/15

CON L'APPROVAZIONE DEL "NUOVO MERCATO DEL LAVORO", IL COSIDDETTO JOBS ACT, LA CIVILTA' DEL LAVORO IN ITALIA TORNA INDIETRO DI 100 ANNI!

Con la sciagurata approvazione della nuova legge sul mercato del lavoro, il cosiddetto jobs act, da parte del governo di "destra economica" presieduto dal Sig. Renzi, la civiltà del lavoro, in Italia, con tutte le sue conquiste democratiche, subisce un regresso di almeno 100 anni!
La giornata del 20/02/2015, segnerà una data storica devastante per i diritti democratici di tutte le lavoratrici ed i lavoratori italiani, i quali, a causa di un voto incostituzionale del Parlamento nazionale, hanno perso per sempre il diritto al lavoro, grazie alla "liberalizzazione" dei licenziamenti sancita dall'eliminazione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori.
Le risposte delle organizzazioni sindacali, o presunte tali, si sono circoscritte alle sole dichiarazioni di un dissenso di facciata, confermate dalla scioccante volontà di non promuovere delle doverose iniziative di lotta e di mobilitazione generale di tutti i lavoratori.
Il vuoto, di natura epocale, costituito dalla rappresentatività di tutti i lavoratori, ha favorito i disegni eversivi ed antidemocratici del governo Renzi, ed ha fatto andare "in tripudio" tutto il mondo politico-affaristico dell'alta finanza e dei potentati politico-economici, divenuti i dominatori di tutto il territorio italiano.
Il PCL sez. di Ancona rinnova disperatamente l'appello,  per una nuova stagione di lotta e di mobilitazione totale, rammentando gli impegni che il compagno Landini, segretario nazionale della FIOM, aveva assunto all'indomani del primo tentativo del governo Renzi, volto allo "scippo" dell'art. 18 a tutti i lavoratori, rappresentato dalla immediata occupazione di tutte le fabbriche che licenziano!
Se così non fosse, conclude la nota del PCL di Ancona, grazie al grado di subalternità del mondo sindacale a certi "poteri forti" che il Sig. Renzi rappresenta e tutela, si registrerà il dramma incostituzionale e liberticida che l'Italia non sarà, così come sancito dalla Costituzione della Repubblica, uno stato fondato sul lavoro, ma una nazione fondata sulla precarietà e lo sfruttamento!



Partito Comunista dei Lavoratori
sez. di Ancona

18/02/15

CARTIERE MILIANI: I PROCESSI DI “ESTERNALIZZAZIONI” ATTUATI DAL MANAGEMENT DELLA FEDRIGONI GROUP, RAPPRESENTANO IL PREAMBOLO PER LA “CESSIONE” DI TUTTO IL GRUPPO INDUSTRIALE CARTARIO.



Le “operazioni di terziarizzazione” imposte dalla Fedrigoni Group, contro tutti i lavoratori dell’importante realtà industriale cartaria, costituiscono il primo, grave atto per la dismissione di tutto il complesso industriale marchigiano e, non solo, che subirà gravi ripercussioni occupazionali. Il P.C.L. sez. di Ancona, denuncia che l’esternalizzazione dell’impianto SERMAN nello stab. di Fabriano delle Cartiere Miliani è solo il primo atto che, “a cascata” investirà tutti i servizi produttivi dell’impresa fabrianese, contribuendo così ad un selvaggio percorso di precarietà e di riduzione occupazionale dagli esiti davvero preoccupanti. Il silenzio-complice delle R.S.U. delle Miliani, certifica non solo il rinnovato ruolo subalterno del sindacato confederale, nei riguardi della Direzione delle C.M.F. ma, anche il perdurante “sistema di sottogoverno” nella gestione dell’impresa fabrianese che tanto piace a certi “pseudo-sindacalisti”, capaci solamente a “valorizzare” la funzione di commistione con alcune “sedicenti strutture dirigenziali” delle ex Cartiere Miliani. In questo scenario, davvero poco edificante, si inseriscono i gravi problemi che l’azienda cartaria fabrianese ripropone nei suoi assetti societari, causati dalla totale mancanza “di ricambio generazionale” nel management che da quì, a breve, imporranno la progressiva “vendita” di tutto il gruppo industriale.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         Parito Comunista dei Lavoratori
                                                                     sez. prov. Ancona                         

13/02/15

CAMPAGNA DI TESSERAMENTO 2015 DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

 





       Guardiamo in faccia la realtà.
 
Per trent’anni le classi dirigenti d'Europa hanno imposto ovunque enormi sacrifici sociali , con l'argomento che avrebbero garantito un futuro migliore ai “giovani”. E' accaduto l'opposto. Le nuove generazioni sono state condannate al precariato, i loro diritti negati, le loro future pensioni distrutte, mentre capitalisti e banchieri si sono arricchiti per decenni come mai in precedenza.

Oggi, di fronte alla grande crisi del capitalismo , le stesse classi responsabili della bancarotta chiedono alle proprie vittime sacrifici ancor più pesanti, con l'argomento che assicureranno l' “uscita dalla crisi” e il “futuro dell'Europa”. Accade l'opposto. Dopo sette anni la crisi permane , l'Unione Europea delle banche si avvita nella recessione, mentre sprofondano le condizioni di vita dei salariati e di larga parte della popolazione.

La verità è che solo una rivoluzione sociale può fare pulizia. 

Perché solo una rivoluzione sociale può rovesciare la dittatura degli industriali, delle banche, delle compagnie di assicurazione, con quel groviglio inestricabile di sfruttamento, speculazione, corruzione, che domina la vita sociale in ogni suo aspetto , sotto ogni governo, in ogni paese capitalista.


Aderire al PCL significa rafforzare questo lavoro e prospettiva. 

Costruirlo, in ogni lotta, è il nostro impegno. Salvaguardare la sua autonomia, estendere le sue radici sociali, organizzare nelle sue fila i lavoratori e i giovani più coscienti, sviluppare la loro formazione, significa lavorare concretamente per il futuro della rivoluzione. Al fianco dei marxisti rivoluzionari di tutto il mondo, nel lavoro di ricostruzione della Quarta Internazionale.