28/12/15

Per una soluzione anticapitalista della crisi bancaria

BANCHE


Il salvataggio di quattro banche (Popolare Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti) per mano di un decreto del governo ha riproposto clamorosamente la questione bancaria in Italia.
130.000 risparmiatori lamentano l'esproprio delle proprie ricchezze. L'ABI lamenta gli oneri pagati dalle grandi banche per salvare le piccole, protestando presso Bankitalia. Bankitalia lamenta la preclusione opposta dalla UE al salvataggio delle banche con fondo pubblico. La UE dichiara che la scelta è stata delle “autorità italiane”. Le “autorità italiane”, ossia il governo Renzi, rivendicano la riduzione del danno e il salvataggio dei correntisti, lamentando tuttavia le “rigidità della UE”.
Questa giostra dello scaricabarile lascia sul terreno un solo dato certo: la realtà criminale del capitalismo e la complicità di tutti i suoi gestori.


LA REALTÀ CRIMINALE DEL CAPITALE

È accaduto qualcosa di molto semplice. La crisi capitalista ha pesato sulle banche italiane, creando una massa di 130 miliardi di crediti “deteriorati”, cioè di soldi che non torneranno indietro. Le banche hanno cercato di liberarsi di questa zavorra in mille modi: licenziando i propri dipendenti, chiudendo sportelli e filiali, appesantendo commissioni e mutui, ma anche piazzando titoli e obbligazioni spazzatura presso la propria clientela (propri dipendenti inclusi), col metodo ordinario della truffa. Bankitalia e Consob, le cosiddette strutture della “vigilanza”, hanno coperto l'operazione truffaldina. Ma l'operazione è spesso fallita, in particolare nel caso di diverse banche locali. È il caso delle quattro banche in questione (tosco-emiliane, marchigiane, abruzzesi), ma anche di importantissime banche venete. A questo punto subentra il “salvataggio” delle banche fallite, sotto l'egida del governo, attraverso due leve tra loro combinate. Da un lato interviene il soccorso delle banche maggiori che iniettano 3,6 miliardi nella ricapitalizzazione delle banche fallite, dopo aver ottenuto una adeguata compensazione fiscale dal governo (riduzione dei contributi dovuti, a tutto danno dell'erario pubblico). Dall'altro lato si azzerano due miliardi e mezzo dei piccoli azionisti e creditori delle banche, prima truffati dai banchieri e poi chiamati a risanare il loro crack coi propri fondi. Il risultato è la “salvezza delle banche”, con vanto e gloria del governo Renzi. In realtà si è coperta la loro rapina, usando il portafoglio delle sue vittime.


LA SVOLTA EUROPEA NEI SALVATAGGI BANCARI

Il caso delle quattro banche minaccia di andare ben al di là di un episodio di cronaca. Anticipa e fotografa con cruda efficacia la nuova normativa sui fallimenti bancari concordata tra i governi capitalisti in sede UE, e che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2016. I salvataggi delle banche fallite con soldi pubblici non saranno più consentiti. Le banche fallite saranno “salvate” dalle ricchezze dei propri azionisti e correntisti (dai depositi superiori ai 100.000 euro). È una delle forme di tutela del Fiscal Compact. Questo rappresenta una minaccia per centinaia di migliaia di piccoli risparmiatori, soprattutto a fronte delle fragilità del capitale bancario in Italia. Negli anni della grande crisi, i principali governi capitalistici europei hanno salvato le proprie banche con una pioggia gigantesca di risorse pubbliche (altro che liberismo!), a carico dei contribuenti (principalmente i lavoratori) e delle prestazioni sociali. Il capitalismo italiano, già gravato da un abnorme debito pubblico, non ha potuto fare altrettanto. Oggi il carico di una crisi bancaria irrisolta si manifesta in tutta la propria ampiezza proprio nel momento in cui si chiude giuridicamente lo spazio del soccorso pubblico. Da qui la minaccia incombente su significativi settori di piccola borghesia e di popolo risparmiatore.


I CIARLATANI BORGHESI NON SANNO CHE PESCI PRENDERE

Ma qual è la possibile soluzione alternativa?
I partiti di governo del capitalismo non sanno che pesci prendere. Ed è spassoso constatare che i più severi fustigatori degli “eccessi e sprechi della spesa pubblica” (quando si tratta di pensioni, sanità, scuola, contratti pubblici) si riscoprono improvvisamente nostalgici delle statalismo quando si tratta del soccorso pubblico alle banche. «La Merkel ha speso 247 miliardi a sostegno delle proprie banche, i precedenti governi italiani hanno preferito non intervenire, e ora la situazione è questa» ha testualmente dichiarato il capo del governo al Corriere della Sera (6 dicembre). «La Germania ha soccorso le proprie banche con risorse pubbliche, perché non dovrebbe essere possibile un intervento analogo per salvare Banco Veneto e la Banca Popolare di Vicenza?» dichiara Luca Zaia, governatore leghista del Veneto, sulle compiacenti pagine di Libero (8 dicembre). I partiti borghesi di governo e di opposizione sognano la possibilità di scaricare sul portafoglio dei lavoratori il salvataggio congiunto dei banchieri e dei piccoli risparmiatori loro elettori. Ma non potendo salvare entrambi salvano i banchieri e il loro sistema, sempre a carico dei lavoratori (esenzioni fiscali per le banche soccorritrici), con qualche salvagente “umanitario” (bucato) per una piccola minoranza di risparmiatori truffati.
Il M5S che strilla contro il governo non va oltre la rivendicazione della liberazione delle banche “dai politici” e la richiesta di una “vera vigilanza di Bankitalia”: riproponendo l'eterna illusione piccolo-borghese in un possibile capitalismo etico e sano; in realtà cercando di organizzare la piccola borghesia contro il PD per farne sgabello del proprio progetto reazionario e plebiscitario contro il lavoro.
Quanto alle sinistre riformiste, interamente impegnate nella tela di Penelope della propria unificazione alla vigilia delle elezioni amministrative, è troppo attendersi una qualsivoglia proposta alternativa al ricettario delle “soluzioni” borghesi. La bussola strategica di un nuovo centrosinistra la esclude pregiudizialmente dal loro orizzonte.


LA NAZIONALIZZAZIONE DELLE BANCHE: UNICA SOLUZIONE A VANTAGGIO DEI LAVORATORI E DEL PICCOLO RISPARMIO

La verità è che l'unica soluzione alternativa seria della crisi bancaria italiana passa più che mai attraverso drastiche misure anticapitaliste. Ogni salvataggio delle banche nell'attuale economia di mercato comporta il sacrificio, comunque distribuito, di lavoratori e piccoli risparmiatori. Cioè delle vittime della rapina bancaria. Solo la nazionalizzazione delle banche, senza indennizzo per i grandi azionisti, e sotto il controllo dei lavoratori; solo la concentrazione delle banche in una unica banca pubblica, possono spezzare alla radice la dittatura del capitale finanziario, a tutela dei lavoratori e dello stesso piccolo risparmio.

Il PCL è l'unico partito della sinistra che dagli anni della grande crisi ha fatto della rivendicazione della nazionalizzazione delle banche un asse centrale della propria proposta. Perché è l'unico partito a battersi per un governo dei lavoratori, basato sulla loro organizzazione e la loro forza. Lo svolgimento della crisi bancaria in Italia ripropone in tutta la sua attualità questa rivendicazione fondamentale.
Partito Comunista dei Lavoratori




11/12/15

TESTO DEL VOLANTINO DEL PCL PER IL CORTEO DI FABRIANO CONTRO LA CHIUSURA DEL REPARTO NASCITE DELL'OSPEDALE DI FABRIANO

PER UNA SANITA’ PUBBLICA AL SERVIZIO DEI CITTADINI E DEI LAVORATOTRI!CONTRO LE PRIVATIZZAZIONI E I TAGLI….CONTRO IL GOVERNO LOCALE E NAZIONALE!

L’imminente cancellazione del “punto nascite” dell’ospedale E. Profili di Fabriano costituisce la dimensione del degrado immorale in cui è precipitata la Giunta “renziana”, presieduta dal sindaco Sagramola ed il grado di disprezzo nel quale versa la “classe politica fabrianese” nei riguardi del diritto fondamentale di tutte le donne alla maternità. Sullo sfondo di questa scelta vi è una volontà precisa e mirata  volta a smantellare tutto il comparto pubblico(sanità,scuola,servizi sociali) a favore del grande processo di privatizzazione messo in atto dal governo italiano con il benestare dei potentati locali e nazionali, a discapito dei lavoratori, studenti, precari e disoccupati.Il Partito Comunista dei Lavoratori denuncia il rapporto “triangolare” formato dal governo Renzi, il governatore della regione Marche, sig. Ceriscioli e il sindaco di Fabriano, sig. Sagramola, capaci solamente di eliminare i diritti fondamentali dei cittadini italiani, marchigiani e fabrianesi. Chi ora grida allo scandalo ed invita all’opposizione contro questa scelta,per la maggior parte dei casi grida contro il proprio riferimento politico, grida contro il proprio governo regionale grida contro la propria scuola e cultura. A questa “delirante” linea politica piena di contraddizioni, incapace di dare delle risposte alle reali esigenze dei cittadini e del popolo,va data una risposta dura costruita su un progetto di classe che si contrapponga nettamente alle politiche  capitalistiche espresse dal Partito Democratico vero braccio armato dei padroni. Alla piazza di oggi va data una risposta a SINISTRA DI OPPOSIZIONE che non deve confondersi  con finti movimenti oppositori legati anche all’area della destra fascista e nazionalista, e che deve  assolutamente smarcarsi dalla linea neo populista del M5S che non mette per nulla in discussione il capitale come problema centrale per il futuro della nostra società  ed anzi contribuisce egli stesso,con atti politici chiari ed inequivocabili,a rincarare la dose(questione sindacale, immigrazione, statuto dei lavoratori ecc.ecc.).Questa è la nostra proposta politica che ci contraddistingue oggi sulla piazza al fianco  dell’indignazione e della preoccupazione popolare per la chiusura di un importante comparto dell’ospedale Profili. E’ la proposta politica che proponiamo da sempre e su cui vogliamo sensibilizzare tutte le sinistre politiche,sindacali,di movimento che vogliono opporsi a questo ennesimo omicidio che colpisce i diritti elementari del cittadino. La costruzione di un fronte unico di lotta che vada al di sopra delle appartenenze partitiche o di schieramento che porti la cacciata dell’attuale classe politica dirigenziale che sta rovinando e penalizzando il futuro di chi abita nel nostro territorio. Un fronte unico che   tuteli la sanità e l’istruzione pubblica,che si contrapponga ai continui processi di precarizzazione del mondo del lavoro al fianco degli immigrati che fuggono dalle guerre imperialiste causate dagli interessi economici  da oriente ad occidente. Queste, le basi per la costruzione del governo dei lavoratori su scala nazionale ed internazionale.
         
 PCL Nucleo Montano
 sez Ancona

06/12/15

L’ELIMINAZIONE DEL ”PUNTO NASCITE” ALL’OSPEDALE E.PROFILI, RAPPRESENTA IL PIU’ VERGOGNOSO ATTACCO AL DIRITTO ALLA MATERNITA’ DELLE DONNE DEL TERRITORIO FABRIANESE.



L’imminente cancellazione del “punto nascite” dell’ospedale E. Profili di Fabriano costituisce la dimensione del degrado immorale in cui è precipitata la Giunta “renziana”, presieduta dal sindaco Sagramola ed il grado di disprezzo nel quale versa la “classe politica fabrianese” nei riguardi del diritto fondamentale di tutte le donne alla maternità.
Il P.C.L. Sez. di Ancona , nell’apprendere tale farneticante notizia, denuncia il rapporto “triangolare” formato dal governo Renzi, il governatore della regione Marche, sig. Ceriscioli e il sindaco di Fabriano, sig. Sagramola, capaci solamente di eliminare i diritti fondamentali dei cittadini italiani, marchigiani e fabrianesi.
Davanti ad uno scempio così immorale, prosegue la nota del P.C.L. Sez. di Ancona, è necessaria una mobilitazione generale di tutta la società civile fabrianese che provochi la crisi della  giunta renziana del sig. Sagramola, sindaco di Fabriano.



                                                                                          PCL sez Ancona
                                                                               
                                                                                                                                              

05/12/15

COMUNICATO PCL: PD DI CERRETO d' ESI CI SEI O CI FAI???



Come è ormai noto a tutti, la possibilità dell'imminente chiusura del reparto nascite dell'ospedale di Fabriano non è altro che la cartina tornasole della vera natura politica del governo regionale e nazionale sempre più legato alle istanze della borghesia ,dei capitalisti e dei loro potentati,tutto a discapito della classe lavoratrice dei precari e dei disoccupati. La volontà di smembrare la sanità pubblica a favore di quella privata è ormai un atto politico inequivocabile del partito di Renzi che, in oltre, al posto di salvare i posti di lavoro e proteggere le fabbriche dai processi di delocalizzazione, regala soldi, decreti legge,finanziare a favore delle banche e di Confindustria e a tutti quegli apparati burocratici servi del padronato e schiavi del profitto. La giusta indignazione e la mobilitazione popolare che si sta creando intorno a questa vicenda rischia però di essere ridicolizzata e denigrata per colpa di certi personaggi politici strettamente legati agli artefici di questo ennesimo possibile disastro che trova l’apice del suo controsenso nella foto dei sindaci, riuniti ad un tavolo, che per la maggioranza sono espressione unilaterale delle scelte del governo regionale di centro-sinistra primo attore ed artefice della desertificazione lavorativa e sociale che sta devastando il nostro territorio colpevole della probabile chiusura del reparto nascite dell’ospedale fabrianese. Chi ora grida allo scandalo ed invita all’opposizione contro questa scelta,per la maggior parte dei casi grida contro il proprio riferimento politico, grida contro il proprio governo regionale grida contro la propria scuola e cultura. Da un lato con molta ironia, dall’altro con una certa preoccupazione la domanda  nasce spontanea: ci siete o ci fate??? Ci rivolgiamo sopratutto a quel “genio” che ha scritto il comunicato della sez locale dei democratici di Cerreto d’Esi che ancora una volta accusa una certa sottocultura politica, poca onestà, che fa emergere la totale subordinazione  a quei poteri da lui sostenuti ai quali ora sembrerebbe voler fare la guerra. Ricordiamo a questo signore che la volontà di tagliare una parte dell’ospedale Profili è stata presa dalla passata giunta regionale guidata dal ex governatore Spacca  per anni esponente numero uno della classe dirigente del Pd eletto  con il consenso anche dei simpatizzanti presenti nel nostro comune. Normalmente in  una situazione sana, chi non dovesse più riconoscersi in scelte cosi profonde e strategiche, dovrebbe, come minimo, fare autocritica e “abbandonare” quel contenitore politico non più condivisibile. Sappiamo però che a certi livelli pensare in tal senso non è conveniente e produttivo!!! Preso atto di tale visione ,nel comunicato piddino, vi è una critica alla latitanza del Sindaco Porcarelli, alla maggioranza e anche ai gruppi consiliari della minoranze per non aver partecipato al tavolo promosso dai sindaci compromessi con l’azione del governo regionale. Come PCL ci limitiamo a dire e a spiegare, a chi fa finta di non capire, che per la nostra organizzazione politica la linea guida da seguire è una sola: in presenza di un possibile conflitto sociale contro la borghesia,la condizione prioritaria è la costruzione di un fronte unico di lotta con tutti quei soggetti che ripudiano e si contrappongono alle politiche capitalistiche dei governi borghesi di centro-destra e centro-sinistra, pur rispettando le diverse impostazioni politiche e partitiche ma che comunque si confrontano nel campo dell’anti imperialismo che per quanto ci riguarda mai potrà mischiarsi e confondersi con riformisti e social democratici. La nostra priorità è la costruzione di un possibile confronto che porti alla costruzione del governo dei lavoratori su scala nazionale ed internazionale. Ciò non significa che non saremo presenti in piazza per contrapporci alla chiusura del reparto nascite dell’ospedale di Fabriano,ma lo faremo con la nostra proposta politica che mai ci porterà a confonderci con i finti amici del popolo che da troppo tempo predicano male e razzolano ancora peggio e si sono venduti per quattro denari. Chi definisce il problema “trasversale a tutte le forze politiche presenti sul territorio come possibile atto di soluzione al problema”,noi rispondiamo che solo la contrapposizione al potere per mano dei lavoratori,degli studenti,delle fasce più deboli del nostro tessuto sociale può in maniera unitaria e compatta estirpare il problema alla radice e cioè: la caduta degli interessi politici  finanziari legati ai poteri privati che sono il cancro del nostro territorio per eccellenza. Il PCL lavora e si impegnerà per costruire e far crescere questa impostazione e visione politica,la sola necessaria per una vita dignitosa ,per la tutela dei diritti, e per l’abbattimento del sistema capitalistico.

PCL sez Ancona
Nucleo Cerreto d’Esi

02/12/15

L GOVERNO RENZI CONTINUA A SALVARE LE BANCHE E NON I POSTI DI LAVORO DELLE INDUSTRIE ITALIANE!

Lo scandaloso decreto, necessario per "salvare" quattro banche in crisi, è stato approvato dal governo Renzidopo solo quindici minuti di convocazione del Consiglio dei ministri, il quale ha dato subito il via libera a quest'ennesimo regalo politico del governo, in favore di quattro banche, molto vicine alla lobby renziana.
Il PCL sez. di Ancona, oltre a rinnovare il proprio sdegno contro queste operazioni del governo Renziin favore, come sempre, dell'alta finanza e del mondo bancario, denuncia nuovamente la natura antidemocratica e "finanziaria" dell'esecutivo Renzi, sempre pronto a sostenere i potentati economici ed a penalizzare i ceti sociali meno abbienti del nostro paese.
La vicenda, davvero singolare nel contesto politico europeo, che ha registrato solo in Italia l'aiuto economico in favore di quattro istituti di credito in crisi, quali la Banca Etruria, la CariFerrara, la CariChieti e la Banca Marche.
Inoltre, prosegue la notta del PCL sez. di Ancona, non si può che denunciare il grande conflitto d'interessi esistente per l'intervento economico in favore della Banca Etruria, di cui, si noti la "fortuita coincidenza", il padre della ministra Boschi è il vice Presidente!
Il costo di tale operazione per il "salvataggio" delle quattro banche già menzionate è di 3,6 miliardi di euro e, quasi sicuramente, sarà riversato contro i cittadini ed i lavoratori italiani, già provati dalla grave crisi economica.
|Il PCL sez. di Ancona, dopo questo iniziale regalo politico-economico di Stato si aspetta, da qui a breve, un nuovo intervento finanziario, forse in sostegno della Banca Mediolanum, di berlusconiana memoria, di cui uno dei principali esponenti è il signor Doris Ennio, da sempre "ammiratore interessato" del primo ministro, nominato e non eletto democraticamente, On. Matteo Renzi.
Alla faccia della democrazia e del rispetto dei valori della Costituzione della Repubblica Italiana!



Partito Comunista dei Lavoratori
sez. Ancona