SIA LA CLASSE A DARGLI IL BENSERVITO!
Renzi ha preso un colpo alle elezioni del 31 maggio.
Negarlo è penoso: in un anno di governo del bullo fiorentino, il PD ha perso due milioni di voti. La truffa degli 80 euro è evaporata da tempo: dati con una mano, sono stati ripresi con l'altra, con tanto di interessi. Il governo ha quindi mostrato il suo vero volto: ha distrutto l'articolo 18, attaccato la scuola pubblica, alzato le tasse dirette o indirette su chi lavora. Lo sforzo di presentare tutto questo come una “svolta di progresso” è fallito. L'uomo solo al comando è rimasto più solo, in compagnia di Marchionne e dei padroni.
La crisi del renzismo, però, è oggi capitalizzata da altri nemici del mondo del lavoro, non meno pericolosi del bullo. Salvini è capo di una Lega, già immersa nei diamanti, che negli ultimi 20 anni ha sempre governato contro il lavoro, distruggendo il sistema pensionistico (1995), accrescendo la precarizzazione (legge 30 del 2002), tagliando scuola e sanità pubblica (2008/2011). Eppure si presenta come amico del popolo, cercando di aizzarlo contro i migranti per distoglierlo dall'opposizione a industriali e banchieri! Il plurimilionario Beppe Grillo (che perde voti) non è da meno. Dice che il lavoro non c'è e quindi “non vale la pena difenderlo”, che il sindacato in quanto tale va abolito, che tutto si risolve con un reddito di cittadinanza: contrappone disoccupati e lavoratori, fregando entrambi. I milionari si fregano le mani...
Bisogna liberarsi di truffatori e ciarlatani, delle tre destre che oggi si contendono il potere: quella di governo (Renzi) e le due di “opposizione” (Salvini e Grillo). Le une e le altre vogliono solo lucrare voti e potere, dividendo gli sfruttati a vantaggio dei capitalisti . E' necessario che la classe lavoratrice unisca le forze attorno a un programma che risponda unicamente agli interessi dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati. Un programma che rivendichi la ripartizione del lavoro, la riduzione dell'orario a parità di paga e il salario ai disoccupati che cercano lavoro. Un programma contro il capitale finanziario, che faccia pagare la crisi a chi l'ha provocata, a difesa dei salari, del lavoro, della scuola, della sanità, delle pensioni.
C'è bisogno di una sinistra che ricostruisca tra i lavoratori e le lavoratrici la coscienza della propria classe. Tutti quelli che negli ultimi 20 anni hanno parlato di sinistra (dai gruppi dirigenti del PCI a quelli di Rifondazione) si sono ciclicamente venduti alla classe dominante e ai suoi partiti, in cambio di ministeri e assessorati. Non solo hanno distrutto la sinistra, ma l’hanno screditata a tal punto, che oggi milioni di lavoratori preferiscono astenersi dal voto, sfiduciati, o farsi ingannare dagli imbroglioni “populisti”.
I lavoratori hanno bisogno di un loro partito, autonomo e contrapposto a tutti i loro nemici, unicamente dedito alla loro causa. Un partito che li possa rappresentare e difendere contro il capitalismo. Una partito che riconduca ogni lotta degli sfruttati alla prospettiva di un governo dei lavoratori: l'unico governo che possa fare pulizia. La Grecia ci insegna che ribellarsi al capitalismo è possibile, come hanno fatto milioni di lavoratori e lavoratrici in quel paese, mandando gambe all'aria i vecchi partiti dei banchieri. Ma ci insegna anche che la riforma del capitalismo è un'utopia. Che un negoziato con gli strozzini per continuare a pagargli il debito non porta da nessuna parte, se non a nuove umiliazioni e sacrifici. In Italia, come in Grecia, come in tutta Europa, solo una rivoluzione sociale può liberare il lavoro da chi lo sfrutta.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, l'unico partito che non ha mai tradito gli operai, si batte in ogni lotta per questa prospettiva.
Partito Comunista dei Lavoratori
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