TRASPORTO
LOCALE: CONTRO GOVERNO E GIUNTA MARINO L’UNICA STRADA È LA RIPRESA DELLA LOTTA
L’ultima importante lotta dei lavoratori del
trasporto pubblico risale ormai a un anno fa, quando i tranvieri di Genova e
Firenze misero in campo un vero sciopero, decidendo di non rispettare le
regole imposte dalla legge.
A Roma, città dalla quale dovrebbe partire
una protesta di livello nazionale e dove le condizioni del trasporto pubblico
peggiorano giorno dopo giorno, non si è verificato ancora nulla di simile, eppure
di motivazioni ce ne sarebbero molte: contratto nazionale scaduto da sei anni
(tre anni, 2009-2010-2011 azzerati da una misera una tantum); aumento previsto
della “produttività” per un lavoro che si è sempre dimostrato fortemente
usurante generando di continuo inidonei; cessione di linee ai privati;
decurtazione continua della busta paga; premio risultato che non viene pagato
ai lavoratori ma che in qualche modo viene sempre garantito ai dirigenti ecc.
Intanto Matteo Renzi e il suo governo fanno
guerra ai lavoratori. Il Jobs Act seppellirà definitivamente l'articolo 18. La
legge di stabilità, scritta sotto dettatura dell'Unione Europea, aggiunge ad
una situazione già drammatica nuovi tagli, licenziamenti e privatizzazioni.
Il Capo del governo si presenta come
difensore dei giovani. Falso! Non c'è nulla di più vecchio che voler
distruggere l'articolo 18 come tentò di fare (e non ci riuscì) Berlusconi. Non
c'è aggressione più squallida ai giovani che sommare il loro licenziamento
illegittimo con l'aumento dei contratti a termine senza causale. Altro che
“superamento del precariato”! E' precariato per tutti, a partire proprio
dai giovani.
Il Capo del governo si presenta come
oppositore dei “poteri forti”. Strano. Visto che Fiat e Confindustria stanno
dalla sua parte, entusiasti. La verità è che Renzi è un “amico del popolo” solo
per ottenere il suo consenso. E vuole il suo consenso per soddisfare gli
interessi dei capitalisti contro il popolo.
La vicenda di Ilario Ilari e Valentino
Tomasone, autisti e delegati USB di Roma, sospesi e a rischio licenziamento per
aver denunciato pubblicamente le loro condizioni lavorative e lo stato in cui
versa il servizio, è solo il primo esempio di ciò che si abbatterà su tutti
quei lavoratori che cercheranno di contrastare lo stato di cose presente. Cosa
facilitata dall’accordo sulla rappresentanza firmato da CGIL-CISL-UIL, che
ancora non hanno capito che Renzi non sa che farsene dei sindacati, essendo il
suo unico obbiettivo quello di buttare a male quel poco che resta dei diritti
dei lavoratorori.
Davanti a tutto questo occorre una lotta vera
e di massa, che opponga la forza alla forza. Occorre la più grande unità di
milioni di lavoratori e lavoratrici, in aperta contrapposizione ai padroni e al
governo.
Chiediamo ai lavoratori di aderire allo
sciopero generale di convocato da CGIL e UIL il 12 dicembre. Sciopero che
arriva fin troppo tardi e che rischia di rimanere nient'altro che l'ennesima
passeggiata, se la battaglia non sarà continuata nei luoghi di lavoro e nelle
piazze fin dal giorno seguente. Con o senza i sindacati.
Crediamo
che l’unica vera opposizione a Renzi e Marino non sia quella finta di chi siede
nelle istituzioni, ma quella dei lavoratori e delle masse popolari che si
mobilitano ovunque, sulla base di un proprio programma e di un proprio modello
sociale, che può essere finanziato combattendo lo strozzinaggio di banche,
l'evasione e i profitti della grande industria, le multinazionali che spremono
i lavoratori e scappano via senza pagare un centesimo, i privilegi del Vaticano
(ricavato: 200 miliardi circa), con la riduzione della spesa per le guerre...
Solo
un'esplosione sociale dei lavoratori può fare piazza pulita di tutti i
ciarlatani, cacciare Renzi e impedire il ritorno di Berlusconi e della Lega.
L'unica vera soluzione alternativa è quella di un governo dei lavoratori,
basato sulla loro organizzazione e la loro forza
Per un vero sciopero generale!
Difesa ed estensione a tutti i lavoratori
dell'articolo 18!
Cancellazione di tutte le leggi di
precarizzazione del lavoro, a partire dal Decreto Poletti!
Cancellazione dell'infame legge Fornero sulle
pensioni!
Blocco dei licenziamenti!
Distribuzione del lavoro che c'è fra tutti,
con una riduzione generale dell'orario a parità di paga!
Partito
Comunista dei Lavoratori
sez. prov. Roma