05/06/14

Centenario della “SETTIMANA ROSSA” – Perché il PCL (Partito Comunista dei Lavoratori) non partecipa all’organizzazione della commemorazione.

 
La nostra declinazione alla commemorazione della “settimana rossa” avviene prima di tutto per il rispetto di quella generazione. Quei lavoratori che stettero lì, cantando l’Internazionale sotto la bandiera rossa, rischiando la vita in solidarietà di altri lavoratori…poco prima che il governo italiano con al seguito i traditori della propria classe votassero i “crediti di guerra” sostenendo il macello imperialistico della prima Guerra Mondiale e impegnandosi a far scannare i lavoratori dei diversi paesi tra loro.
E’ un fatto molto positivo commemorare il centenario della “Settimana Rossa” con feste e banchetti, documenti, pitture, musica e convegni…ma mettere nel dimenticatoio e chiudere nel cassetto gli insegnamenti di quella “insurrezione” e le assonanze che si rispecchiano ai nostri giorni significa imbavagliare ancora di più le coscienze già tradite da anni con il sostegno decisivo delle cosiddette sinistre ai vari governi borghesi.
Di fronte alla crisi più profonda degli ultimi 80 anni, all’attacco padronale allo stato sociale e ai diritti dei lavoratori mai visto dal dopo guerra: “NON SI RISPONDE IN QUESTO MODO”.
La crisi del debito pubblico enorme che si veniva a trovare nel 1914 fu risolto con la Grande Guerra e milioni di lavoratori morti in trincea…il grande debito pubblico che ci troviamo oggi è stato risolto con una montagna di denaro grossa come due volte la seconda guerra mondiale ed oggi i lavoratori pagano in precarietà, miseria e povertà; perché costretti ogni anno a pagare 90 miliardi d’ interesse sul debito pubblico, ossia 90 miliardi che vanno nelle tasche di chi acquista Titoli di Stato, banche, grandi imprenditori e lobby a seguire.
Perché impaurirsi e attuare l'ennesima forma deleteria garantendo semplicemente al proletariato una nuova sconfitta a cominciare da questa falsificazione storica che viene data alla “settimana rossa”?
Non si risponde in questo modo, togliendo le argomentazioni essenziali; dall’antimperialismo all’anticapitalismo che ne sono le chiavi! Non si risponde in questo modo, relegando e riportando il tutto ad un semplice antifascismo che va trasversalmente dalla cosiddetta sinistra, ai democristiani e garanti del Vaticano.
Per anni la sinistra ha fatto da scendiletto ai comitati d’affari della borghesia e crediamo sia giunta l’ora di dire basta! Ma qui non si fa opposizione a nessuno!!
Si fanno i “fronti popolari interclassisti” invece di lottare per un “fronte unico e di classe” escludendo ed eliminando i più elementari principi per l’emancipazione dei lavoratori con dirette conseguenze sulle nuove generazioni. Quando ci si eleva ad organizzatori e in qualche modo dirigenti, escludere questi principi elementari non si commette solo l’assassinio delle coscienze ma un vero e proprio atto criminale.
Ci appelliamo affinché non venga riproposto il solito canovaccio, il solito opportunismo e le solite politiche fallimentari.
Come ultimo aspetto la scelta del comitato riguardante la partecipazione individuale e non partitica (senza bandiere) è completamente controproducente, sia per i carichi di lavoro che singolarmente si dovrà sostenere per la realizzazione dell’evento ma anche per  la mancanza di rispetto verso i lavoratori che credono  nella necessità di dotarsi di un mezzo attraverso il quale poter lottare e potersi emancipare, un mezzo per ricordare e rivendicare le loro necessità, un mezzo per costruire un altro futuro e dire la crisi “la paghi chi l’ha creata”.
Abbandonare pregiudizialmente la sinistra per far buon occhio e rendersi realistici ai carnefici, oggi come allora, non impedirà ne agli anarchici, ne ai comunisti di sventolare le loro bandiere senza sottomettersi ad una grande falsificazione storica.
Non esiste spettacolo storico più nauseante e ripugnante di questa decomposizione del lascito di lotte storiche passate e di tutte le loro speranze.
 
Partito Comunista dei lavoratori

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