CURZIO MALTESE, NEO ELETTO DI “TSIPRAS”: “ORA DOBBIAMO DIALOGARE COL PD”
Dopo Barbara Spinelli, anche Curzio Maltese- il secondo editorialista di Repubblica eletto al Parlamento europeo per la lista Tsipras- ha sentito oggi il bisogno di far sapere “qual'è la linea”. Attraverso un'ampia intervista proprio su Repubblica ( pag.8), dal contenuto inequivoco:” Ora basta istinti suicidi, dobbiamo dialogare col PD... SEL è stata generosa, non si può accusarla di slealtà... occorre dialogare con i socialisti in Europa, nella speranza che capiscano che le politiche di austerità in coalizione con la destra sono sbagliate”(... Invece quando sono gestite in proprio dai “socialisti” come Hollande sono “giuste”?) .
In ogni caso, un milione di elettori di Tsipras, e decine di migliaia di attivisti della sinistra che si sono svenati ai banchetti, vengono oggi a sapere una volta di più non dal PCL ma dal proprio eletto l'uso reale del loro voto e impegno: non la costruzione di un'alternativa al PD e al PSE, ma una prospettiva di coalizione col PD e col PSE, in alternativa alla “coalizione con la destra”. Non è (solo) “..la linea di SEL fortunatamente indebolita dall'operazione Spinelli anti Furfaro” come cercano di far credere dietro le quinte i dirigenti del PRC per rabbonire la propria base. E' la linea pubblica, a nome di Tsipras (e in accordo con Tsipras), di quegli intellettuali liberal progressisti di Repubblica che le sinistre hanno eletto e a cui si sono affidate.
E siamo solo all'inizio...
A migliaia di militanti della sinistra che vogliono costruire un partito di classe anticapitalista, e non un eventuale “soggetto civico progressista” ( in attesa del PD), diciamo una cosa sola: costruiamola insieme “la sinistra che non tradisce”. Costruiamo insieme il Partito Comunista dei Lavoratori.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
BARBARA SPINELLI E TSIPRAS: SOTTO I RISVOLTI COMICI LA LEZIONE SERIA DEI FATTI
Il clamoroso dietrofront di Barbara Spinelli nel suo eremo di Parigi, con la scelta di prendersi il seggio nel Parlamento europeo, conferma una volta di più l'equivoco della Lista Tsipras. Ma soprattutto la responsabilità dei gruppi dirigenti di quelle sinistre italiane che in quella operazione si sono imboscate.
Certo, c'è anche un aspetto di malcostume politico personale un pò imbarazzante nella vicenda: il rinnegamento della promessa solenne di rinunciare al seggio, grazie alla quale Spinelli aveva ottenuto il ruolo di capolista in più circoscrizioni (e dunque di fatto l'elezione); la gestione elitaria della propria candidatura e la comunicazione mail del proprio“ripensamento”, alla faccia della favola della“democrazia partecipata” e degli ingenui che vi hanno creduto; il peso che sul ripensamento pare abbia avuto la promessa di una sua candidatura alla vicepresidenza del Parlamento Europeo, nel classico mercimonio di piccole ambizioni.
LA LOGICA POLITICA DI UNA SCELTA NON SOLO “INDIVIDUALE”
Ma nessuno di questi aspetti investe, se non di riflesso, il nodo centrale delle responsabilità politiche.
Barbara Spinelli non è una figura fra le altre. Nè è solo la portavoce pubblica della lista Tsipras, e per molti aspetti la sua unica figura riconoscibile. E' l'espressione di un cenacolo intellettuale liberal progressista, in parte legato al giornale borghese Repubblica, che ha concepito sin dall'inizio l'operazione Tsipras come strumento di costruzione di un proprio soggetto politico, della propria egemonia politica, intellettuale, rappresentativa, su ciò che resta della sinistra italiana: puntando apertamente a dissolverla nei suoi assetti residui, per ricomporla sotto le proprie ali. Le ali di un soggetto “democratico”, “civico”, di “cittadini progressisti”, estraneo al movimento operaio e al suo corpo sociale, nemico politico e culturale di ogni suo partito. Perchè ogni partito della sinistra sarebbe in quanto tale un insidia al ruolo egemone dell' intellettualità democratica” illuminata.
Il “ripensamento” di Barbara Spinelli è inseparabile da questo progetto. Con la scelta di Spinelli, la rappresentanza istituzionale maggioritaria della lista Tsipras in Europa è nelle mani di due editorialisti di Repubblica. Un fatto che pesa e peserà su gestione,equilibri, rappresentanza pubblica dell'operazione Tsipras in Italia. Non a caso il ripensamento è stato incoraggiato da tutto il giro intellettuale liberal progressista raccoltosi attorno a Spinelli. Altro che scelta “individuale”.
LA RESPONSABILITA' POLITICA DEI GRUPPI DIRIGENTI DELLA SINISTRA.
Ma qui sta la responsabilità politica decisiva dei gruppi dirigenti della sinistra ( SEL e PRC).
Reduci da una lunga storia di compromissioni politiche e governative con gli avversari dei lavoratori ; responsabili per questa via della distruzione progressiva di larga parte della sinistra negli ultimi 20 anni, quei gruppi dirigenti hanno subordinato ciò che resta della sinistra stessa alle ambizioni di un ambiente intellettuale che le è avversario o estraneo. Hanno prestato i propri partiti ad una operazione mirata a distruggerli. Hanno offerto la manovalanza ai banchetti di migliaia di attivisti di partito , indispensabili per la raccolta firme, a un piccolo raggruppamento di editorialisti liberal che non rappresentava nulla. Ma che ha potuto far leva sullo sgabello offerto per cercare di costruirsi un futuro politico in proprio, contro la sinistra italiana
SEL è la prima vittima dell'operazione. Ma il PRC non ha ragione di ridere.
I gruppi dirigenti di SEL raccolgono quello che hanno seminato. Vendola ha usato l'autobus Tsipras per congelare le contraddizioni interne a SEL, e poi riaprire a urne chiuse la relazione col PD, col quale è abbracciato nelle giunte di due terzi d'Italia. Ma il pegno promesso al partito era l'eletto. La sua caduta per mano di Spinelli, precipita SEL in una guerra interna, potenzialmente distruttiva. La truffa di SEL ai danni di tanti elettori di Tsipras ( che han votato contro Renzi, non per Renzi) si somma alla truffa operata da Spinelli ai danni di SEL. Il conto per Vendola sarà salato.
Ma Paolo Ferrero che “solidarizza con Spinelli”(!) in ragione della salvezza della propria eletta, finge di non vedere il prezzo dell'avventura in cui ha cacciato il PRC. La costituente della “ Altra Italia” che Spinelli e Maltese rivendicano, non è l'”unità della sinistra” italiana, ma il suo virtuale scioglimento. Il coordinamento nazionale dei comitati Tsipras che essi propongono è la via per costruirsi una propria base d'appoggio che aggiri le formazioni organizzate della sinistra e ne marginalizzi ruolo e presenze. L'assemblearismo locale- senza strutture, responsabilità, organizzazione- è solo la legittimazione “democratica” del comando nazionale del gruppo intellettuale cui la sinistra ha consegnato le chiavi dell'operazione. Che farà ora il PRC, dopo aver bruciato i ponti alle proprie spalle, e aver incensato..Barbara Spinelli? La discussione che si è aperta all'interno del PRC sullo scioglimento o meno del partito ( con tanto di questionario nazionale) è di per sé eloquente. La soddisfazione per le pene di SEL durerà poco. Il diavolo fa le pentole non i coperchi.
IL RUOLO SPREGIUDICATO DEL SEGRETARIO DI SYRIZA
Infine è straordinario che nessuno tocchi il ruolo sacrale di Tsipras, segretario di Syriza, nella vicenda italiana.
Tsipras ha concorso al cosiddetto ripensamento di Spinelli, con una lettera che nessuno ha letto ma che nessuno ha smentito. Perchè lo ha fatto? Non poteva esser pago della compagna già eletta del PRC? No. Tsipras gioca in grande nel Parlamento Europeo. Ha bisogno di candidature spendibili nel negoziato istituzionale continentale, dentro il suo gioco di pressione esterna sul PSE. Barbara Spinelli, figlia di Altiero, è figura ideale per una vicepresidenza del Parlamento. E una vicepresidenza del Parlamento è a sua volta una postazione utile per le relazioni col PSE. In questo gioco, Tsipras è giunto a chiedere.. la presidenza di Junker a capo della Commissione Europea, in quanto “candidato più votato” e dunque ”unico legittimo”. Non è uno scherzo. E' quanto Tsipras ha argomentato a lungo in una intervista a Le Monde ( Venerdì 6 Giugno, pag.4). Ed è la ragione per cui Spinelli, a ruota, ha firmato un appello europeo per..la Presidenza Junker assieme a Bini Smaghi e ad altri improponibili esponenti del capitalismo europeo ( salvo ritirare la firma il giorno dopo, per evitare polemiche aggiuntive nel giorno stesso del proprio ripensamento). Ma perchè Tsipras e Spinelli contro ogni apparente logica sono tanto sensibili alla causa di... Junker alla testa della C.E.? Perchè pensano che una Presidenza Junker possa più facilmente favorire un riequilibrio istituzionale compensativo con la vicepresidenza Spinelli al Parlamento U.E.. Ora tutto è più chiaro. Ma perchè non spiegarlo ai militanti del PRC e di SEL?
E siamo ancora all'inizio dello psico Tsipras...
Tutti i fatti, grandi e piccoli, confermano una lezione di fondo. Non vi sarà resurrezione della sinistra italiana, se non contro la piaga del trasformismo e delle menzogne. Non vi sarà resurrezione della sinistra italiana se non attorno ai principi e al programma del marxismo rivoluzionario. Gli unici che possano fondare coerenza e trasparenza tra le fila dei lavoratori e degli sfruttati. Gli unici che possano costruire un futuro.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
SEL DI VENDOLA APRE A RENZI. L'EQUIVOCO DI “ TSIPRAS” ALLA LUCE DEL SOLE
SEL di Nichi Vendola, un pezzo importante della lista Tsipras,apre a Matteo Renzi a pochi giorni dalla chiusura delle urne.
Nel gruppo dirigente di SEL il dibattito è vivace, tra chi propone di fatto l'ingresso accelerato nel PD, chi dice continuiamo prima con Tsipras così poi possiamo negoziare meglio, chi prende semplicemente tempo. Ma incassato il voto e l'eletto, la nave di SEL riprende la rotta, mai del resto smarrita, della ricomposizione del centrosinistra con Renzi. La sintesi interna tracciata da Vendola è inequivoca: “ Renzi è oggi il vettore possibile del cambiamento. Verificheremo i suoi passi”. Nei confronti dello stesso governo, SEL passa dunque da un'opposizione “costruttiva” ( “di sua maestà”, quindi finta) ad un'opposizione eventuale, intermittente, a tempo ( quindi nulla). E' il primo riflesso a sinistra della vittoria di Renzi. E della estensione in due terzi d'Italia delle giunte locali PD/SEL trainata dal voto parallelo delle amministrative, col relativo carico di assessorati e prebende. La precisazione fornita da Vendola- “siamo una sinistra DI governo, non NEL governo- ricorda le celebri contorsioni letterarie bertinottiane: che avevano lo scopo di indicare l'approdo ma di rassicurare i militanti. Come è andata a finire, ci pare di ricordarlo
Ciò che colpisce ( ma non stupisce) è la sequenza di classe del calendario. SEL apre a Renzi a dieci giorni dal varo drammatico dei contratti a termine per sempre e per tutti, senza tutela giuridica e sindacale, e dall'annuncio di una legge elettorale super reazionaria senza precedenti nell'Italia del dopoguerra. SEL apre a Renzi nel momento stesso in cui Confindustria e banchieri salutano plaudenti la sua vittoria come propria vittoria: perchè fattore di stabilizzazione delle politiche reazionarie, sul piano sociale e istituzionale,contro il lavoro. SEL apre a Renzi nel momento stesso in cui le classi dirigenti di tutta l'Europa capitalista lo salutano come possibile “salvatore”.
Non è solo la misura dell'equivoco di fondo di una lista Tsipras, concepita come lista “di scopo”, e inevitabilmente priva di qualsiasi prospettiva ( tanto più di una prospettiva di classe). E' la misura della natura stessa dei gruppi dirigenti della sinistra italiana : che antepongono la logica del proprio ruolo e posizionamento politico istituzionale alle ragioni dei lavoratori e degli sfruttati. Contro quelle ragioni, e a maggior ragione contro una prospettiva anticapitalista. Del resto chi sussurrava a Riva, perchè non dovrebbe sussurrare a Renzi?
Ancora una volta si conferma la verità. Ciò che manca non è l'”unità della sinistra”. Ciò che manca è una sinistra vera, rivoluzionaria e anticapitalista. L'unica che non sia in vendita.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI