13/03/12

Lottiamo per una banca unica e pubblica. Per l’abrogazione del segreto bancario.


Non passa giorno in cui non si sentono accuse rivolte ai lavoratori che dicano: “non si può vivere perennemente al di sopra dei propri mezzi”. Non passa giorno in cui la coesione sociale e i richiami all’unità nazionale non vengano tirati prestuosamente in ballo. Non passa giorno in cui non si impongano misure "necessarie" di povertà, sfruttamento e privazioni. Non passa giorno in cui non tentino di infonderci una morale di classe (la loro) che ci porti all’accettazione dei valori borghesi o provino ad imporci il capitalismo come unica forma suprema e definitiva, accettabile dal nostro cervello. Non passa giorno in cui non si releghino i lavoratori nei bassifondi della politica e nei loro sottoscala per occuparsi della stabilità del sistema capitalista, della sacralità dei profitti dei banchieri, dei privilegi della casta e della mafia. Non passa giorno in cui non si chiedano ulteriori sacrifici alla povera gente per salvare questo stato, oggi più che mai organo di oppressione della classe operaia e garante del pagamento degli interessi ai banchieri. Non passa giorno in cui non si veda la “lotta di classe” abbandonare i posti di lavoro, abbandonare le scuole, la sanità e le piazze ormai ridotte a spezzatino. Non passa giorno in cui la coscienza di classe non venga inchiodata ai cancelli degli avvocati, dei tribunali, delle comunicazioni propagandiste pagate dai capitalisti.
Ci siamo stancati di concedere tutto il potere alle banche e alla finanza, ci siamo stancati di ricercare sempre una via di mezzo che ci convinca della legittimità del principio che qualcuno in ogni caso deve pur vivere alle nostre spalle (e non stiamo parlando di extracomunitari, diversamente abili o di indigenti). E' il momento di non concedere più niente agli sfruttatori nè ai rapinatori che ora ci chiedono di ripagare la loro crisi.
Oggi le banche ci stanno mangiando tutto quello che noi abbiamo prodotto e ci lasciano in mezzo ad una strada, parlandoci di diritto e di morale e lasciandoci sempre indebitati nei loro confronti. Instaurano un Governo mai eletto dai cittadini e propongono controriforme inumane e senza prospettiva che, al prezzo di enormi sacrifici dei lavoratori, non faranno altro che ritardare lo scoppio inevitabile della crisi.
Il capitalismo è fallito e anche le sue leggi economiche. La ricchezza prodotta dalle braccia dei lavoratori venga usata per creare una società armonica dove non ci sia più posto per gli ingannatori del popolo.
Non basta trovare soluzioni per uno sfruttamento meno crudele o leggermente più compatibile. Noi il debito ai capitalisti non lo vogliamo pagare più!
Il popolo deve essere sovrano e non il capitale. Questo è l'unico modo possibile di confronto e ragionamento.
Se ne vadano tutti, governino i lavoratori!
Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano

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