05/02/12

Lo slogan della “competizione”

All’evidenza dei fatti, parole come “competizione”, rimangono solo vaghi slogan.
“Competizione” (o rilancio della competizione), “mercato”, ”concorrenza”, sono slogan che servono appunto a confondere le acque, favole che lasciano campo alla rapina dei soldi pubblici per favorire un nuovo colonialismo delle multinazionali.
L’industriale in cerca di profitto non valuta certo il danno che procura al territorio nel quale smette di produrre, tantomeno ha dei rimorsi di coscienza per quei lavoratori che gli hanno procurato ricchezza e ora saranno costretti in mezzo ad una strada. Non si mette a competere con Germania e Stati Uniti, al più può misurarsi con paesi che economicamente appartengono al terzo mondo. All’industriale non interessa nemmeno il prodotto, a lui interessano gli affari, quindi il “profitto”e soprattutto “vendere”con il maggior guadagno possibile.

In realtà, gli industriali non hanno alcuna intenzione di competere con chicchessia: loro sfruttano territori e lavoratori ricattandoli con la delocalizzazione. Sfruttano la politica degli incentivi alla delocalizzazione attuata dagli organismi internazionali come il FMI e anche l’UE. Capitalisti e multinazionali usano le tasse che tanti lavoratori hanno pagato negli anni per privarli del loro posto di lavoro, si usano i fondi europei allo sviluppo per finanziare i licenziamenti.

I paesi dell’est attraggono gli investitori, e pagano, attraverso incentivi e sgravi fiscali per le imprese, l’onore di essere colonizzati dalle multinazionali. Le multinazionali e il loro strapotere è tutto fondato sull’uso e sull’abuso del denaro pubblico: non fanno differenza tra l’Occidente e l’Oriente, per loro siamo tutti colonie da conquistare.
I sindacati non possono più permettersi di dare lezioni di democrazia in Italia ed in altri paesi, non possono più coltivare l’illusione di essere parte eletta in un area del mondo dove il capitalismo e le sue ideologie mostrano il loro vero volto: la dittatura dei banchieri e degli industriali. I sindacati devono elevare la coscienza dei lavoratori schierandosi totalmente dalla loro parte, elevandoli ed organizzandoli per recuperare dignità e diritti e costruire insieme un Governo dei Lavoratori dove, non più un pugno di privati, ma la stragrande maggioranza della popolazione abbia le redini in mano.
Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-Nucleo Montano

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