Oggi celebriamo la ricorrenza di una grande lotta di popolo, la lotta dei partigiani che non solo hanno combattuto l'oppressione fascista ma hanno anche voluto costruire un paese migliore e più giusto. L’attuale governo è composto da forze politiche che sono molto distanti dai valori partigiani.
24/04/09
IL 25 APRILE NON È LA FESTA DI TUTTI
Oggi celebriamo la ricorrenza di una grande lotta di popolo, la lotta dei partigiani che non solo hanno combattuto l'oppressione fascista ma hanno anche voluto costruire un paese migliore e più giusto. L’attuale governo è composto da forze politiche che sono molto distanti dai valori partigiani.
Ora tocca a Noi!
Quanto tempo ci vorrà ancora prima che l’italiano si dia una bella svegliata e cominci a riappropriarsi del linguaggio a lui più consono? Quante Mafie nascoste dovranno ancora passare davanti ai nostri occhi e restare qui ancora inermi a guardare? Vogliamo sacrificare ancora un’altra generazione?
Non è il mondo che i nostri padri usciti dalla guerra e dalla miseria sognavano, ma loro hanno combattuto giorno dopo giorno conquistando dei diritti che altrimenti non gli sarebbero mai stati concessi. Non bisogna mai abbassare la guardia, altrimenti oltre che alimentare sempre di più l’alta Borghesia, ci ritroveremo tra non molto a dovergli lavare anche i calzini sporchi. Noi cosa stiamo facendo ora se non dare una mano ai grandi poteri e alle grandi lobby che per mantenere il loro status sono disposti a chiederci ancora venti anni di sacrifici senza un briciolo di ritegno, ed ancora saremo disposti a sacrificare i nostri figli per ottenere una società sempre più propensa ad un lusso ed un consumismo che si sposta sempre più nelle caste più alte?
Ricordate che fino a poco tempo fa in molte fabbriche italiane il lavoratore era super sfruttato e senza diritti, come avviene tutt’oggi in molti casi, in speciale modo in quelle piccole fabbriche che contano meno di 15 dipendenti. L’indifferenza è un male assoluto che ci divora ed è un’ottima arma per le nuove “caste” del nuovo millennio. Dall’abbattimento del muro di Berlino abbiamo lasciato che una politica di sfrenato Liberismo e Capitalismo senza regole si abbattesse su di noi regalando in un batter d’occhio ancora una volta a Capitalisti e Banchieri tutti gli sforzi socialisti conquistati con decenni di grandi sacrifici. In questi ultimi anni sono state legalizzate ogni sorta di speculazione, il pensiero capitalista è semplice e facile da scoprire perché va contro natura.
Il primo punto in assoluto per essere un buon capitalista è: “ di rispettare la legge cercando di fregarla il più possibile”. Il capitalista pensa che se una legge vieti di fare un certo tipo di attività ma non è espressa in maniera assoluta, allora diventa come un lasciapassare in cui ci si può buttare a capofitto…e lo fa, in baffo a qualsiasi pensiero morale, costituzionale e ambientale.
E’ ora di dire “basta” a tutto questo scempio. Basta a coloro che si mettono parole sante in bocca, predicano bene e poi li vediamo giornalmente a legiferare contro le fasce più deboli della società, corrompere i testi dei processi, rubare e non farsi giudicare, baciare la mano al Pontefice, andare a messa la domenica e ai bordelli il lunedì. Basta arraffare i soldi dei contribuenti e impossessarsi d’infiniti privilegi. Basta con i discorsi vuoti, “ipocriti” che sanno bene imporre agli altri regole che sono i primi a non rispettare. Non si può legiferare in casa propria e aspettare il consenso del Vaticano. La giustizia, l’onestà e la coerenza stanno per sparire dal nostro vocabolario e dal nostro modo di essere… e per evitare che in Italia, dentro il carcere ci vadano solo i poveracci e chi ruba un pezzo di formaggio al supermercato, dobbiamo anche fare in modo che la giustizia debba riguardare tutti indistintamente e non tutti tranne qualcuno.
“La sovranità appartiene al popolo e la legge è uguale par tutti”.
Quello che è in gioco oggi non è questo o quel politico, questo o quel governo, questo o quel modello di convivenza tra i popoli. Quello che oggi è in gioco è la sopravvivenza del genere umano: o il capitalismo viene distrutto o questo finirà per distruggere il pianeta con tutti i suoi abitanti.
La borghesia opporrà ogni tipo di ostacolo: manovre ideologiche, campagne di calunnia e diffamazione, trappole politiche e pura e dura repressione.
Tuttavia questa è l’unica via che il proletariato può percorrere. Le lotte operaie vanno sviluppate…come c’è stato il movimento in Grecia, le manifestazione nei paesi baltici, Francia, Germania, Spagna. Anche l’animo italiano è ora che esca dall’indifferenza e cominci a far sentire la sua voce con chiarezza, denunciando i crimini del capitalismo e difendendo l’unica via possibile: la lotta indipendente del proletariato, la sua unità e solidarietà internazionale al di là delle divisioni in razze e nazioni, nella prospettiva di una rivoluzione mondiale che metta fine al capitalismo in tutti i paesi.
Per i lavoratori è vitale estendere la lotta in tutti i luoghi di lavoro e fabbriche. Generalizzare la lotta il più possibile, cercare di organizzare incontri di massa e manifestazioni per incrementare il numero dei lavoratori. Dobbiamo cercare di formare al più presto un grande Partito Comunista dei Lavoratori cercando di non lasciare soli i militanti più combattivi affinché non siano isolati dai poteri dominanti e da tutte le associazioni filo-padronali.
“ Se ne vadano tutti, governino i lavoratori”.
Omaggio a un grande capo indiano riferendosi all’uomo bianco:
“E’ strano, ma vogliono arare la terra, e sono malati di avidità. Hanno fatto molte leggi,e queste leggi i ricchi possono infrangerle, ma i poveri no…Insudiciano nostra madre, la terra, con la loro spazzatura”. (Toro Seduto)
21/04/09
DDL Orsi sulla caccia: chi propone lo sfruttamento degli esseri umani non può pensare al bene della natura
17/04/09
Grandi opere: piccole idee
15/04/09
La Rai censura Vauro

La vignetta è una semplice critica al governo: il piano casa - soprattutto nella sua prima formulazione - è uno scempio e se fosse stato reso operativo prima del terremoto la tragedia sarebbe stata ben più grave. Dire questo è offensivo? No, è solo scomodo per chi ci governa e per chi ci ha governato.
Il Partito Comunista dei Lavoratori, già vittima numerose volte di censura mediatica, dice No a qualsiasi tipo di imbavagliamento dell'informazione e della satira ed esprime piena solidarietà a Vauro ed a Santoro (pur avendo quest'ultimo applicato una sorta di censura egli stesso nei confronti del PCL, che fu l'unico partito a non essere invitato alla sua trasmissione durante le ultime elezioni politiche).
Contratto metalmeccanici: silenzio assordante
Voglio ricordare che la Cgil aveva promosso un referendum su questo accordo, e che gli stessi lavoratori hanno bocciato l’accordo con ben il 96% di NO
Nonostante gli inviti della Cgil all’unità dei sindacati: Cisl-Uil-Ugl, sceglieranno di andare avanti da soli perché, come sintetizza Angeletti, “ci dispiace per la Cgil, ma non possiamo fermare il mondo se loro non sono d’accordo”.
VERGOGNA! Di nuovo ci risiamo. Ipocrisia borghese. Si ritorna sempre all’eterno tentativo di spacciare per interesse generale l’interesse particolare della borghesia.
Il Partito Comunista dei Lavoratori non si stancherà mai di dire che: “se il capitalismo ha bisogno dei lavoratori da sfruttare, i lavoratori non hanno bisogno del capitalismo”. Perché continuare a considerare naturale che un padrone possa licenziare gli operai e impossibile che gli operai possano licenziare i padroni?
Venturelli Youri
14/04/09
Fabriano: sostegno all’occupazione della ex-casa cantoniera

Edifici e strutture pubbliche abbandonate a causa di mancanza di fondi o speculazioni, questa è una realtà che appartiene anche a Fabriano; per questo il Partito Comunista dei Lavoratori da pieno sostegno ai ragazzi/e del Collettivo Autonomo Fabrianese per l’occupazione della ex-casa cantoniera (l'occupazione in seguito alla trattativa col comune si è poi trasferita nell'ex sede della CRI di Marischio), una costruzione abbandonata che può trasformarsi in un luogo di emancipazione e di centro culturale permanente dove grazie all’autorganizzazione i giovani possano imparare a gestirsi e sentirsi vivi in una città (e tutto il comprensorio) oramai abbandonato solamente a sporadiche feste e concerti organizzati nel massimo del vuoto intellettuale che sta caratterizzando questo nostro inizio secolo. Un appello al sindaco e alle forze dell’ordine che rispettino il principio di autodeterminazione dell’essere, specialmente in questo caso, perché ovvio che l’occupazione segue il fine di recuperare, migliorare e utilizzare una struttura abbandonata pagata con i soldi dei contribuenti.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Coordinamento Provinciale di Ancona
08/04/09
Ed ora fuori le responsabilità
Il Partito Comunista dei Lavoratori delle Marche esprime la propria vicinanza alle popolazioni abruzzesi vittima del terribile sisma di questi giorni. Partecipazione particolarmente sincera poiché il dolore e la paura che vivono oggi gli abitanti dell’Abruzzo ha colpito, fortunatamente in maniera più lieve, anche la nostra regione solamente qualche anno fa.
In realtà, anche se di durata maggiore e più superficiale, il terremoto dell’Aquila, di magnitudo 5,8 della scala Richter, è stato di medesima intensità di quello che nel 1997 colpì Marche ed Umbria, ma ha provocato danni ben più ingenti, soprattutto per quanto riguarda il bilancio delle vittime.
CHIEDONO RESPONSABILITÀ MA NON SE LE PRENDONO
Il Governo e “l’opposizione” ci chiedono ora “responsabilità”, “unità nazionale”, “niente polemiche”. Il nostro impegno, come quello di tutti i cittadini, sarà massimo, ma è nostro dovere, perché queste tragedie non avvengano più, battere il ferro finché è caldo ed additare immediatamente le responsabilità di quanto accaduto.
Che questo sisma e con queste caratteristiche si potesse prevedere è poco probabile. Ma che un terremoto di forte intensità prima o poi avrebbe colpito quest’area, una delle più a rischio sismico d’Europa, era certo. Tanto più che nei giorni scorsi c’erano state numerose ed evidenti avvisaglie. Quello che sconcerta è perciò la totale impreparazione ad un evento del genere. Il Governo, la Regione, la Provincia, i Comuni, la Comunità Montana, la Protezione Civile che, secondo quanto previsto dalla Legge 225/92, hanno l’obbligo di stilare <>, ed attuare <>, in diciassette anni non hanno fatto pressoché nulla rendendosi colpevoli da una parte dell’ignoranza della popolazione in merito alle procedure di evacuazione e messa in sicurezza della cittadinanza e dall’altra del ritardo nei soccorsi generato da una totale impreparazione delle procedure di gestione della crisi e dalla mancanza di mezzi.
BERTOLASO E LA PROTEZIONE CIVILE
Il Governo e “l’opposizione” sono altresì responsabili della discutibile nomina, assolutamente bipartisan, a direttore della Protezione Civile di Bertolaso, che riveste tale ruolo in maniera pressoché ininterrotta da ben 12 anni (direttore a vita!), nonostante le numerose ombre sul suo operato: - riveste, sebbene in contraddizione con un ruolo che dovrebbe essere evidentemente super partes, un incarico diretto (da sottosegretario) nell’attuale governo ed è apertamente schierato con l’attuale PDL; - inoltre alcuni dei suoi più grandi fallimenti sono noti a tutti, il più eclatante è il risultato della sua gestione (è stato commissario rifiuti in Campania per 10 anni) della questione rifiuti a Napoli, l’altro quello della gestione dell’emergenza (è stato commissario delegato per l'emergenza incendi boschivi nel 2007) proprio nell’annus horribilis degli incendi; - per finire risulta indagato nel filone d’inchiesta più complesso sul disastro rifiuti a Napoli, con l'accusa di concorso in truffa per lo smaltimento dei rifiuti.
LE SOLITE SPECULAZIONI
Per finire come non notare che molti dei danni alle persone ed alle cose si sarebbero potuti evitare ricorrendo altresì ad una gestione più attenta del proprio patrimonio artistico e soprattutto a criteri antisismici di costruzione, ristrutturazione e conservazione più rigorosi di edifici pubblici e privati, che però avrebbero fatto a pugni con la speculazione edilizia che è sempre stata uno dei motori portanti dell’economia abruzzese. Non è giustificabile in alcun luogo, figuriamoci in una zona a rischio sismico così elevato, che i primi edifici a crollare siano stati l’ospedale e l’edificio della Prefettura (dove si riuniva anche la Protezione Civile). Ancora una volta il capitalismo ed i suoi burocrati di partito hanno preferito il mero guadagno alla nostra sicurezza (che pure tanto sciorinano).
LE MISURE IMMEDIATE PROPOSTE DAL PCL
Per questo chiederemo una commissione d’inchiesta seria e trasparente per accertare le responsabilità soggettive dei vari enti e dei relativi rappresentanti. Nell’immediato pretendiamo siano attuate tutte quelle misure possibili per arginare la crisi dopo-terremoto in particolare i disagi logistici, abitativi, lavorativi delle popolazioni delL’Aquila e provincia:
-requisizione immediata delle terze case sfitte in tutta la regione da concedere in comodato d’uso gratuito ai terremotati
-la garanzia di un salario minimo di 1000 euro per tutti i disoccupati, i cassaintegrati e coloro che perderanno il lavoro in seguito al disastro
-fondi sufficienti per far fronte alla crisi ora ed alla ricostruzione poi, (da attingere primariamente dagli sprechi, per esempio dai privilegi e gli stipendi dei politici o dal risparmio ottenuto con l’election day -400 milioni di euro-, dai fondi per l’inutile e dannoso ponte sullo stretto – 6 miliardi- ai sovvenzionamenti o sgravi destinati alla Chiesa - 9 miliardi - etc.)
-gestione di suddetti fondi trasparente e democratica, togliendola dalle mani degli sciacalli e coinvolgendo invece rappresentanti dei cittadini e dei lavoratori del territorio.
Detto questo ci impegniamo, per quanto in nostro potere, a controllare ed informare tutti sull’operato del Governo e della Protezione Civile nel prossimo futuro, continuando a chiederne a gran voce le dimissioni dei rispettivi vertici.
LE BATTAGLIE DA PORTARE AVANTI NEI PROSSIMI MESI
La situazione del rischio idrogeologico, alluvionale, sismico, d’incendi, non è per nulla positiva nel nostro paese. La conformazione orografica ed il posizionamento geografico dello stivale non aiuta ma non si può neppure accettare passivamente questo stato di crisi permanente.
Leggi (ma soprattutto controlli) che impongano modalità di fruizione e trasformazione più sicure e compatibili del nostro territorio sono assolutamente necessarie, vista anche la particolare “voracità” dei nostri speculatori e della nostra criminalità organizzata e la generale logica clientelare (quando non vera e propria corruzione) a cui sottostanno la maggior parte degli amministratori dei due principali schieramenti politici (e non solo) del nostro paese.
E’ altresì d’obbligo ritirare immediatamente qualsiasi ipotesi di condono edilizio, di “piano casa”, o qualsiasi altro tipo di devastazione del nostro patrimonio naturale, artistico e immobiliare. Perché appare evidente che, se il “piano” di Berlusconi fosse già stato applicato a L’Aquila le conseguenze sarebbero state ben più tragiche.
Inoltre pretenderemo, inserendo al punto nel programma elettorale di tutte le realtà amministrative in cui correremo, un piano di protezione civile serio (sia sul piano della prevenzione, sia della gestione della crisi) in ogni comune o provincia d’Italia.
Per ora, pur esprimendo gratitudine per il lavoro dei numerosi volontari intervenuti, invitiamo tutti a rimanere vigili ed a seguire le indicazioni del PCL Abruzzo o del PCL nazionale che meglio sapranno indirizzarci per non disperdere i nostri aiuti materiali.
07/04/09
Una terra senza pace
-L'immediata requisizione delle tante case sfitte soprattutto sulla costa e la loro assegnazione alle popolazioni terremotate,
-Il pagamento dell'intera retribuzione per quei lavoratori residenti nelle zone terremotate e che erano in regime di cassaintegrazione,
-La corresponsione di un salario minimo garantito per i disoccupati di almeno 1000 euro.
-Un piano di ricostruzione in tempi certi con lo stanziamento dei fondi necessari da parte del governo e che tali fondi siano gestiti non dai soliti sciacalli, ma da organismi territoriali trasparenti che vedano la partecipazione dei lavoratori e dei cittadini.
04/04/09
La crisi la paghino i padroni e i banchieri
La crisi industriale nelle Marche ed a Fabriano: limiti e rivendicazioni del movimento operaio
La prospettiva per i prossimi anni appare drammatica ma già dai prossimi mesi si comincerà a percepire il danno ed il disagio sociale.Siamo di fronte ad una vera crisi del Capitalismo. Una crisi profonda che non può essere curata con deboli ricette di matrice socialdemocratica sul rilancio dell’agriturismo, dei circuiti museali e dell’artigianato di bottega. Propositi utili ma assolutamente insufficienti (e comunque totalmente disattesi anche da chi li propone) di fronte allo sfacelo economico a cui siamo davanti. Dobbiamo invece approfittare dell’unica occasione positiva che ci offrono le grandi crisi economico-sociali capitaliste e che rappresenta anche l’unica via d’uscita. Il mettersi a nudo dei fragili meccanismi del mercato e della finanza ci permettono infatti di evidenziare i limiti del modo di produzione in cui viviamo e di innalzare il livello del conflitto sociale. Ci danno la grande opportunità di indicare al proletariato coinvolto le soluzioni alternative al pensiero unico. Di disegnare una strada d’uscita dalla crisi tramite rivendicazioni rivoluzionarie in senso anticapitalista.