07/02/18

DARE UNA RISPOSTA ANTICAPITALISTA AI FENOMENI DI REPRESSIONE FASCISTA!!

Il vergognoso e deplorevole episodio accaduto in queste ore a Macerata, fa emergere ancora di più la necessità di una risposta di classe ed anticapitalista a questi deplorevoli fenomeni. Un’ analisi seria e veritiera del problema, ci impone di non relegare questo bruttissimo episodio ad un semplice atto compiuto da uno squilibrato, giovane fascistello, privo di valori e di formazione culturale emarginato ed isolato dal resto della società. Questo spregiovole individuo, invece non è altro che il sottoprodotto della società capitalista che basa il suo agire politico e sociale sull’oppressione e sfruttamento delle lasse lavoratrice e proletaria continuamente messa sotto attacco nei diritti e nella libertà lavorativa e personale, principio di base, che dovrebbe aprire un serio dibattito e confronto tra tutte quelle sinistre politiche e sindacali che si riconoscono nella lotta di classe come elemento centrale sul quale costruire una risposta imprescindibile ed organizzata efficace per rispondere e reprimere l’ideologia fascista e razzista che sta dilagando in maniera impressionante non solo nel nostro paese ma anche sul fronte europeo.
La verità è che le politiche dominanti di questi anni e decenni hanno arato il terreno della destra peggiore. Sia accumulando miseria e disperazione sociale a vantaggio del profitto, sia dirottando la rabbia sociale contro gli immigrati per impedire che si rivolga contro i capitalisti, sia legittimando la xenofobia con le politiche di segregazione e umiliazione dei migranti. Incluse le politiche del rifiuto: rifiuto di canali umanitari, di una accoglienza dignitosa, di diritti elementari. Gli accordi criminali stipulati da Minniti con le bande dei tagliagola libici per segregare decine di migliaia di migranti in luoghi di tortura e stupri, nel nome della “sicurezza”, hanno concorso pienamente alla legittimazione del razzismo. Perché non è razzista solo il criminale che spara sugli immigrati, ma lo sono di più anche tutte quelle organizzazioni e partiti di varia natura borghese che si sono puntualmente schierati a favore dei padroni e dei loro interessi, contro la classe lavoratrice, precari e disoccupati composta anche da cittadini immigrati provenienti dai vari continenti.
Come Partito Comunista dei Lavoratori, esortiamo tutte le organizzazioni che si oppongono al sistema capitalistico ad impegnarsi nella costruzione di un fronte unico antifascista e antirazzista che possa contrastare in man
iera efficace la progressiva ascesa di questi schifosi fenomeni, nella consapevolezza che anche le questioni legate alla difesa del posto di lavoro, al diritto abitativo, a quello di una scuola e sanità pubblica, non possono e non devono apparire elementi di secondo piano nella generalità del problema legato alla discriminazione raziale e di genere.
Solo un’ organizzata lotta sul versante di classe può bloccare e sconfiggere i “topi di fogna” del nuovo millennio.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI_COORDINAMENTO REGIONALE MARCHE

Elezioni politiche 2018!!!

Nella giornata di oggi, domenica 4 febbraio 2017, è stata ufficialmente sancita la presenza della lista Sinistra Rivoluzionaria per la circoscrizione Marche in occasione delle prossime elezioni politiche del 4 marzo 2018.
La lista, formata da Partito Comunista dei lavoratori e da Sinistra, Classe e Rivoluzione, formazione uscita da Rifondazione Comunista, sarà presente, nella regione Marche, solamente al Senato, in quanto i regolamenti fissati dal Rosatellum per la raccolta firme imponevano il raggiungimento di un elevato numero di sottoscrizioni, per quanto concerne la Camera dei Deputati, sia nel collegio nord (Pesaro-Ancona) che in quello sud (Ascoli-Macerata), imponendo l'esclusione della lista in tutto il territorio regionale qualora la soglia fosse stata raggiunta solamente in uno dei due.
Al di là del dettaglio su una disposizione di certo non proprio cristallina dal punto di vista democratico, resta la soddisfazione di essere riusciti a raggiungere il traguardo della presentazione in regione, ancorché solo al Senato, dell'unica lista che presenta un programma apertamente anticapitalista, dalla parte dei lavoratori e di rottura con il sistema dominante, senza lasciare spazio a strategie di mercanteggiamento elettorale o a compromessi con i partiti della borghesia.
Le ragioni della nostra presenza sono semplici: i tradimenti perpetrati a danno dei lavoratori nel corso dei decenni da parte delle loro direzioni politiche sono stati innumerevoli e intollerabili, ed hanno portato alla marginalizzazione delle ragioni del mondo del lavoro di fronte a quelle del capitale. L'attacco frontale delle classi dominanti in un periodo di crisi ha portato ad un arretramento senza precedenti delle condizioni di vita dei lavoratori, in una dimensione in cui gli spazi di contrattazione sono esauriti. È per questo che è necessario contrapporsi a questo attacco con una forza radicale e contraria, è vi è pertanto necessità che vi sia una formazione in grado di farsi portavoce e guida di questo cambiamento: una forza, in sostanza, che non abbia paura di rilanciare parole d'ordine quale la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario per combattere la disoccupazione, la nazionalizzazione senza indennizzo e sotto controllo dei lavoratori per le aziende che licenziano e delocalizzano, il rifiuto del pagamento del debito pubblico verso le banche con loro conseguente nazionalizzazione e la cessazione della precarizzazione del lavoro.
Non sono misure utopiche, come tanti si affannano a dire, ma misure apertamente di rottura, che si rifiutano di riconoscere l'esistenza di spazi di contrattazione che, in un momento di crisi, non esistono, e che sono semmai architettati per distruggere sempre più tutte le conquiste che il mondo del lavoro si è guadagnato nel corso di decenni di lotte.
Non esistono alternative: o la risposta del mondo del lavoro di fronte alla borghesia si muove lungo un chiaro orizzonte anticapitalista, o è destinata irrimediabilmente a perdere; per questo motivo la presenza di Sinistra Rivoluzionaria è un segnale importante, in quanto unico argine dalla parte dei lavoratori di fronte all'attacco frontale del padronato.
Di conseguenza, alle elezioni del 4 Marzo, ma ancor prima in ogni lotta in cui saremo concretamente presenti, invitiamo tutti coloro che si riconoscono in questo programma a scegliere Sinistra Rivoluzionaria, perché il vero voto utile è quello che non viene tradito.

PCL COORDINAMENTO REGIONALE MARCHE

17/12/17

ELEZIONI POLITICHE 2018





 

Alle prossime elezioni vogliamo che sia presente una sinistra degna di essere votata da ogni lavoratore, ogni giovane, ogni sfruttato.
In questi anni il Partito democratico ha condotto un vero e proprio massacro sociale. Il Jobs act, la distruzione dell’art. 18, la “buona scuola”, i miliardi di euro messi a garanzia del salvataggio delle banche, i fiumi di quattrini regalati alle imprese, lo scippo dei referendum della Cgil sui vouchers, Alitalia mandata in malora, l’Ilva a rischio, il più grande deposito di capitali in mano pubblica – Cassa depositi e prestiti – usato per facilitare la svendita del patrimonio pubblico, il massacro dei migranti appaltato alle milizie libiche, le manganellate di Minniti, l’età pensionabile che continua a salire, la disoccupazione giovanile che sfiora il 40 per cento, il Mezzogiorno completamente abbandonato… è una lista di infamie.
Il tutto accompagnato all’occupazione dell’informazione nel più puro stile berlusconiano, dalle cricche e cricchette che hanno prosperato attorno Renzi e alla sua allegra brigata.
Ognuno di questi attacchi è stato accompagnato dalle balle spaziali del segretario del Pd e dei suoi accoliti: arriva la ripresa, rilanceremo l’occupazione, risaneremo il bilancio, il paese riparte, siamo fuori dalla crisi…
Questa gente se ne deve andare, il referendum di un anno fa ha mostrato che la maggioranza non li vuole più!
Ma le alternative quali sono? La destra è colpevole tanto quanto il Pd di decenni di attacchi ai lavoratori, allo stato sociale, alle pensioni, alle libertà e ai diritti. Davvero dobbiamo aspettare da Berlusconi la soluzione di questa crisi? O credere a Salvini che tenta di convincerci che i problemi di chi sta male si risolvono attaccando chi sta ancora peggio?
È una destra screditata, che dove governa le città e le regioni si dimostra corrotta e antipopolare tanto quanto i partiti di maggioranza.
Il Movimento 5 stelle ha suscitato tante speranze alle scorse elezioni. Cosa ne è stato? Oggi il M5S è impantanato, le istituzioni che promettevano di rovesciare li hanno inglobati tanto quanto gli altri. Il loro candidato Di Maio va nei salotti di Confindustria e negli Usa per cercare di accreditarsi come uomo di Stato responsabile, dichiara di volere ridurre le tasse alle imprese, di uscire dalla Nato non se ne parla, la rottura con l’euro di cui parlavano l’hanno messa in un cassetto.
Le liste di “sinistra” che sono comunque satelliti del Pd non servono a niente se non ai loro dirigenti responsabili di decenni di sconfitte.
Tutti costoro stanno in parlamento e non hanno bisogno di raccogliere le firme per presentarsi alle prossime elezioni.
La nostra lista, la lista della sinistra rivoluzionaria, non nasce dalle combinazioni di queste burocrazie fallite. Nasce dalla necessità di un programma davvero alternativo, che rompa una volta per tutte con le regole e le compatibilità di questo sistema economico che ci condanna a un futuro sempre più nero.
La nostra storia è pulita, siamo la sinistra che da sempre fa quello che dice e dice quello che fa.
Vogliamo una sinistra di classe, che esprima in modo chiaro e coerente i bisogni della classe lavoratrice.
La destra ci dice che il mondo si divide tra italiani e stranieri. I 5 stelle ci dicono che si divide tra “cittadini” e “casta”. Per noi si divide in primo luogo tra sfruttatori e sfruttati, tra lavoratori e padroni.
Non abbiamo padroni né santi in paradiso e non chiediamo il permesso a nessuno.
Sostienici con la tua firma, col tuo voto, col tuo impegno! Insieme possiamo far sentire la voce che non vogliono che si senta!

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI-SINISTRA CLASSE RIVOLUZIONE












CITTA' DI FABRIANO: CON L'IMMINENTE CRISI DELLE MILIANI E DELLA TECNOWIND, SI CONFERMA L'ECATOMBE DI TUTTO IL DISTRETTO INDUSTRIALE DELLE MARCHE.





La crisi, sempre più drammatica, che investe tutto il distretto industriale fabrianese e marchigiano, sembra non avere più fine, ed investe altre realtà industriali, sino ad ora scampate temporaneamente al terremoto sociale ed economico, che ha registrato più di 7000 disoccupati nel solo territorio fabrianese.
Il PCL sez. di Ancona, continua a chiedere che fine abbiano mai fatto quei "cultori" (leggasi portaborse) del modello di sviluppo mono-settoriale, creato ad arte per favorire il dominio incontrastato di "una grande famiglia" nel territorio di Fabriano.
Da qui a breve, la crisi investirà le Cartiere Miliani, le quali, a causa dei soliti "progetti" di alcune lobby politico-affaristiche, registreranno il percorso catastrofico di fuoriuscita progressiva della produzione della carta dal territorio fabrianese, con l'acquisizione del prestigioso marchio da parte di un fondo finanziario americano, con conseguente liquidazione di oltre 640 lavoratori, futuri disoccupati.
Nella Tecnowind, realtà industriale produttrice di cappe per cucina, l'assenza di una politica di investimenti economici, favorita dalla mancanza di risorse finanziarie adeguate, ha permesso la presentazione di uno pseudo-piano industriale, con il quale, il management dell'impresa fabrianese, ha formalizzato la scandalosa richiesta di 140 licenziamenti su 248 unità occupazionali, tuttora occupati alla Tecnowind.
Davanti ad uno scenario così drammatico, il PCL sez. di Ancona, rivendica da subito una totale e generale mobilitazione di tutta la città di Fabriano, in difesa del proprio territorio e del suo tessuto sociale, brutalizzati, prima dal monopolio merloniano, e poi dalle politiche anti-operaie dei vari governi di centro-sinistra-destra, che sono stati solo in grado di ingigantire le ricchezze di certi "imprenditori eroi" a discapito di tutti i lavoratori. E’ assolutamente necessario che queste due vertenze si uniscano in una grande rivendicazione di lotta unitaria per la tutela dei posti di lavoro sul territorio sulla base della costruzione coordinata della lotta. La creazione di comitati di fabbrica autonomi dalle sigle sindacali confederali, da tempo stampelle del padronato, organizzati per alzare il livello di scontro per mezzo di scioperi prolungati e continuativi, picchetti costanti per la tutela del sito produttivo e se necessario l’occupazione costante e permanente delle fabbriche per salvare tutti i posti di lavoro sulla base della ripartizione del lavoro per tutti a parità di salario. Ad un attacco cosi duro da parte del padronato, va data una risposta di eguale misura fuori da ogni forma concertativa e di dialogo con chi sta condizionando pesantemente il destino delle vecchie e future generazioni di lavoratori e proletari.

PCL sez Ancona