La crisi, sempre più
drammatica, che investe tutto il distretto industriale fabrianese e
marchigiano, sembra non avere più fine, ed investe altre realtà industriali,
sino ad ora scampate temporaneamente al terremoto sociale ed economico, che ha
registrato più di 7000 disoccupati nel solo territorio fabrianese.
Il PCL sez. di Ancona,
continua a chiedere che fine abbiano mai fatto quei "cultori"
(leggasi portaborse) del modello di sviluppo mono-settoriale, creato ad arte
per favorire il dominio incontrastato di "una grande famiglia" nel
territorio di Fabriano.
Da qui a breve, la crisi
investirà le Cartiere Miliani, le quali, a causa dei soliti
"progetti" di alcune lobby politico-affaristiche, registreranno il
percorso catastrofico di fuoriuscita progressiva della produzione della carta
dal territorio fabrianese, con l'acquisizione del prestigioso marchio da parte
di un fondo finanziario americano, con conseguente liquidazione di oltre 640
lavoratori, futuri disoccupati.
Nella Tecnowind, realtà
industriale produttrice di cappe per cucina, l'assenza di una politica di
investimenti economici, favorita dalla mancanza di risorse finanziarie
adeguate, ha permesso la presentazione di uno pseudo-piano industriale, con il
quale, il management dell'impresa fabrianese, ha formalizzato la scandalosa
richiesta di 140 licenziamenti su 248 unità occupazionali, tuttora occupati
alla Tecnowind.
Davanti ad uno scenario
così drammatico, il PCL sez. di Ancona, rivendica da subito una totale e
generale mobilitazione di tutta la città di Fabriano, in difesa del proprio
territorio e del suo tessuto sociale, brutalizzati, prima dal monopolio
merloniano, e poi dalle politiche anti-operaie dei vari governi di
centro-sinistra-destra, che sono stati solo in grado di ingigantire le
ricchezze di certi "imprenditori eroi" a discapito di tutti i
lavoratori. E’ assolutamente necessario che queste due vertenze si uniscano in
una grande rivendicazione di lotta unitaria per la tutela dei posti di lavoro
sul territorio sulla base della costruzione coordinata della lotta. La
creazione di comitati di fabbrica autonomi dalle sigle sindacali confederali,
da tempo stampelle del padronato, organizzati per alzare il livello di scontro
per mezzo di scioperi prolungati e continuativi, picchetti costanti per la
tutela del sito produttivo e se necessario l’occupazione costante e permanente
delle fabbriche per salvare tutti i posti di lavoro sulla base della
ripartizione del lavoro per tutti a parità di salario. Ad un attacco cosi duro
da parte del padronato, va data una risposta di eguale misura fuori da ogni
forma concertativa e di dialogo con chi sta condizionando pesantemente il
destino delle vecchie e future generazioni di lavoratori e proletari.
PCL sez Ancona
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