18/09/15

Il fenomeno Corbyn

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Una nuova stella compare nel firmamento dell'immaginario riformista. Dopo Tsipras arriva Jeremy Corbyn. I gruppi dirigenti della sinistra riformista italiana ( e non solo) si aggrappano a un nuovo mito per cercare di risollevare le proprie fortune. Ma, come sempre, alimentano illusioni senza futuro.
La vittoria di Corbyn nelle primarie del Labour Party inglese ha un indubbio significato politico. Registra la disfatta del blairismo e una chiara pressione a sinistra di larga parte della base del partito. Le burocrazie sindacali delle Trade Unions, anch'esse colpite dal lungo corso di Blair, ed oggi sotto l'attacco di Cameron, si sono schierate a fianco di Corbyn per risollevare il proprio peso politico e sociale all'interno del laburismo. Ma a sostegno di Corbyn si è mobilitata tanta parte della base operaia del partito, e soprattutto una nuova leva di giovani, vero nucleo portante della sua campagna elettorale. Un popolo della sinistra inglese, da molti anni senza rappresentanza, ha cercato e cerca in Corbyn una propria voce. La campagna isterica anti-Corbyn di tutti i leader blariani ha favorito il suo richiamo a sinistra e il suo straordinario successo. La terribile crisi sociale che ha devastato la Gran Bretagna negli ultimi decenni ha trovato un proprio parziale riflesso indiretto nella radicalizzazione a sinistra del corpo attivo del Labour Party.

Disgraziatamente, l'orientamento politico e programmatico di Corbyn non è in sintonia con la profondità della crisi che lo ha incoronato. Corbyn rispolvera in buona sostanza il vecchio programma riformista del Labour Party pre-Blair nel momento storico in cui il compromesso “riformatore” tra capitale e lavoro non dispone di una base materiale su cui appoggiarsi. Nè in Gran Bretagna, né altrove. Come l'esperienza greca ha una volta di più confermato. La stessa costituzione materiale diffusa dei gruppi dirigenti del Labour Party e della sua rappresentanza parlamentare, selezionati e plasmati dal blairismo, milita contro l'esperimento “riformista”. Corbyn, una volta eletto, si appella all'unità del Labour Party. Ma proprio la ricerca di un compromesso interno coi blairiani, rivela la debolezza del nuovo corso, già nel suo esordio, sul suo stesso terreno riformista.

La dinamica politica che l' affermazione di Corbyn ha aperto in Gran Bretagna presenta diverse variabili non prevedibili. Sia nel suo impatto sullo scenario politico di prospettiva. Sia nei suoi effetti sulle lotte sociali. Ma resta un dato di fondo: solo una prospettiva apertamente anticapitalista potrà dare risposta reale alla domanda di svolta di tanti lavoratori e giovani britannici. Non certo la nostalgia di un riformismo impossibile, coi coriandoli dell'ennesima illusione.
Partito Comunista dei Lavoratori





                                                                                                                                                                                                                                                  

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