30/04/13

PRIMO MAGGIO 2013: il volantino del PCL

 


Cliccando sull'immagine ed ingrandendo potrete leggere il volantino nazionale che i militanti del PCL distribuiranno in tutta Italia in occasione della festa dei lavoratori.

28/04/13

SPOT PCL GIOVANI - CAMPAGNA TESSERAMENTO 2013

GRILLO/CASALEGGIO PROPONGONO... LA LEGGE ELETTORALE CALDEROLI


Altro che “democratici”. 
Il Movimento 5 Stelle ha depositato il proprio disegno di legge sulla riforma della legge
elettorale ( ddl n.452). Tranne l'introduzione di un voto di preferenza e l'estensione dei criteri
di incandidabilità, il ddl ripropone integralmente la legge porcata oggi vigente: ossia
l'assegnazione della maggioranza assoluta dei seggi della Camera ( il 55%) per chi ha riportato
la maggioranza relativa dei voti ( il 25%, o anche meno). 
La ragione è semplice: il M5S punta al proprio monopolio di governo, e l'attuale legge
elettorale reazionaria è considerata la scorciatoia migliore per conquistarlo. 
I cultori della tesi di un M5S “di sinistra” e “progressista” sono smentiti per l'ennesima volta dai fatti.
A tutti diciamo: meditate..

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

24/04/13

25 APRILE!


Contro una risposta presidenzialista e autoritaria all’attuale crisi politica
Contro il nuovo governo PD-PDL, la ripresa delle politiche antipopolari di Monti
Contro il progetto populista e reazionario di Grillo e Casaleggio
Ricostruiamo un movimento dei lavoratori, una risposta di classe:
non basta ricordare la Resistenza, bisogna renderla attuale!!!


Oggi celebriamo una grande lotta di massa, la lotta dei partigiani che hanno combattuto non solo contro l'oppressione fascista, ma anche per un paese migliore e più giusto.
Il 25 aprile del 1945, la sollevazione partigiana chiuse la pagina buia del fascismo nella speranza di una vera alternativa di società e di potere, che liquidasse le classi dirigenti padronali e aprisse la via del potere dei lavoratori. I governi di unità nazionale, con Togliatti (Pci) e De Gasperi (Dc), con la benedizione degli Usa e di Stalin, realizzarono un programma opposto: la ricostruzione del capitalismo italiano. Fu il tradimento della Resistenza.
Da allora tutte le stagioni di lotta del movimento operaio sono state subordinate alla salvaguardia delle compatibilità, del capitalismo e delle sue classi dominanti. Prima col compromesso storico con la Dc, che liquidò la grande pagina del ’68-‘69; poi, dopo l'89, con la subordinazione alla seconda Repubblica, la demolizione delle conquiste sociali e dei diritti dei lavoratori.
Oggi, con le ultime elezioni, se le masse operaie e popolari hanno rigettato le politiche di austerità del governo Monti, hanno però scelto tre grandi forze che non intendono cambiare queste politiche antipopolari, a sostegno del capitalismo e del padronato: PD, PDL e M5S.
Il progetto di Grillo e Casaleggio è infatti un progetto liberale e reazionario. Socialmente rivendica l'abbattimento del "peso parassitario" di 19 milioni di pensioni e di 4 milioni di pubblici dipendenti, per liberare le risorse necessarie per tagliare l'Irap ai padroni e privatizzare la sanità pubblica, in cambio di un "reddito di cittadinanza" come parziale indennizzo alla spoliazione del lavoro o della pensione. Politicamente punta alla conquista del potere in monopolio, con la soppressione di tutti i partiti, dei sindacati, dei cosiddetti corpi intermedi. La rivendicazione dell'abolizione del sindacato ("roba dell'800") non ha niente a che vedere con la denuncia delle burocrazie: si propone la trasformazione dei lavoratori in azionisti individuali del capitale d'impresa e per questa via la cancellazione della loro rappresentanza sindacale come strumento di rappresentanza collettiva.
Nel contempo, di fronte alla crisi della seconda repubblica, con la rielezione di Napolitano e il nuovo governo di "larghe intese", monta nel paese una campagna reazionaria per la realizzazione di una svolta autoritaria e presidenzialista. Una svolta che si accompagna nei posti di lavoro ad un nuovo "patto dei produttori", sostenuto dalle burocrazie sindacali di Cgil Cisl e Uil, in grado di rilanciare l’intesa sulla produttività, approvata qualche mese fa senza una reale opposizione della Cgil (deroghe al contratto, abbassamento dei salari ed aumenti delle ore di lavoro, demansionamento, controlli tecnologici a distanza dei lavoratori, ecc). Dopo aver ottenuto con il sostegno di tutto il Parlamento allo sblocco di 40 miliardi di crediti delle imprese, adesso chiedono l'introduzione del modello tedesco di "mini-job" (lavoretti poveri) e un nuovo patto di pacificazione sociale.

Solo una ripresa del conflitto di classe, solo una mobilitazione generale e concentrata contro il padronato e i suoi governi, solo una risposta all'altezza dell'attacco dei padroni e dei loro governi può fermare i licenziamenti e centinaia di migliaia di posti di lavoro. Solo un governo dei lavoratori, solo una repubblica socialista dei lavoratori, in Italia e in Europa, può cambiare realmente le cose. Oggi non basta ricordare la Resistenza, bisogna renderla attuale. Per questo occorre costruire il Partito Comunista di Lavoratori.
 
Partito Comunista dei Lavoratori

CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DEL COMPAGNO FALZETTI

I

 
IL P.C.L. SEZ. DI ANCONA SI ASSOCIA AL CORDOGLIO PER LA SCOMPARSA DEL COMPAGNO FALZETTI, PRESIDENTE ONORARIO DELL’A.N.P.I. DI FABRIANO
Il P.C.L. sez di Ancona, esprime il più profondo dolore e cordoglio per la scomparsa dell’indimenticabile presidente onorario dell’A.N.P.I. di Fabriano, compagno Falzetti Angelo. Sin da giovanissimo, staffetta partigiana nel territorio triestino, aveva vissuto interamente la pagina gloriosa (forse l’unica) della storia italiana, con la guerra di liberazione nazionale contro la tirannia nazi-fascista. Trasferitosi nel dopo-guerra nel suo territorio d’origine, la zona tra il fabrianese e la prov. di Macerata, fu l’interprete ed animatore più instancabile e assoluto della memoria storica della lotta di liberazione, attraverso l’A.N.P.I. di cui fu uno dei fondatori. Da sempre, oltre ad essere un risoluto sostenitore dell’anti-fascismo, fu un comunista non dogmatico che partecipò, con infinito rispetto per i valori della solidarietà, a tutte le lotte per la difesa del lavoro avvenute nel territorio fabrianese, dalla Fiorentini, alla Merloni e a tutte le realtà industriali in crisi nel fabrianese. Si prodigò in prima persona, con sacrifici ineguagliabili, contro l’economia dei “poteri forti” dominanti nel territorio fabrianese, prevedendo che gli stessi, come purtroppo attualmente sta avvenendo, avrebbero portato all’annientamento tutto il distretto industriale di Fabriano. Infine, non può essere dimenticato, il suo commovente ruolo di servizio continuativo e totalmente disinteressato di assistenza, a proprie pese e con grande spirito di sacrificio, in favore dei tanti indigenti, poveri ed emarginati che identificavano in Falsetti Angelo, la figura di una luce nella loro esistenza sofferta. Il P.C.L. sez. di Ancona, aldilà delle sterili differenze politiche, indica a tutti i compagni comunisti e progressisti di Fabriano, l’esempio di cristallina onestà e solidarietà di questa indimenticabile figura storica per tutta la città di Fabriano. Un abbraccio fraterno e commosso per il grande compagno Falsetti Angelo.
 
Fabriano,23/04/2013                                                                                      
 
Antonio Angeloni
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona

21/04/13

LA CRISI DELLA REPUBBLICA

 
La rielezione straordinaria del presidente Napolitano misura la crisi straordinaria della seconda Repubblica.

L'onda lunga del voto del 24/25 febbraio non si arresta.
Con le sue sole forze, il Parlamento eletto si è rivelato incapace di esprimere sia un nuovo governo, sia una nuova Presidenza della Repubblica.

La crisi verticale del PD e della sua rappresentanza parlamentare ha rappresentato l'epicentro della crisi politico istituzionale. La supplica corale a Napolitano di accettare il reincarico è stata la confessione pubblica della debolezza del Parlamento.


LA NUOVA FORZA DELLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA, AL SERVIZIO DELL'UNITA' NAZIONALE

Nessun “golpe è in atto da parte dei partiti”, come dichiara un buffone reazionario. E' vero invece che proprio l'empasse delle relazioni tra i partiti borghesi, e in essa la dinamica potenziale di dissoluzione del PD, hanno fornito alla Presidenza Napolitano una forza politica nuova nel suo rapporto coi partiti borghesi e indirettamente col Parlamento.

La soluzione politica di “Unità nazionale” che prima si rivelava impossibile, ora diventa possibile e probabile. Napolitano ha condizionato la stessa accettazione della sua rielezione alla disponibilità dei partiti ad una soluzione d'emergenza. E l'ha ottenuta.

Forme ed equilibri di questa soluzione non sono ancora definiti. Il terreno resta minato. In particolare la crisi senza rete del PD , alla vigilia del suo congresso, si riverbera sugli equilibri parlamentari e lascia aperte alcune incognite sull'ampiezza della base di sostegno del nuovo governo. Né si possono escludere nuove imprevedibili precipitazioni della crisi politica. Ma la Presidenza della Repubblica mira ad usare tutta la sua nuova forza per dettare la soluzione di emergenza. E ha buone possibilità di riuscita.


L'UNITA' NAZIONALE CONTRO I LAVORATORI, AL SERVIZIO DI INDUSTRIALI E BANCHIERI

La soluzione che si prepara rappresenterà un nuovo attacco alle condizioni sociali dei lavoratori e della maggioranza della società. Dentro una crisi capitalista e una crisi sociale drammatica che si vanno cronicizzando. Il programma del nuovo governo di unità nazionale è già scritto, nelle sue linee di fondo. I cosiddetti “saggi” nominati da Napolitano lo hanno già predisposto persino formalmente: conferma dei patti sottoscritti col capitale finanziario italiano ed europeo, una nuova valanga di soldi alle imprese, un'ulteriore precarizzazione del lavoro, dentro la continuità della politica di Monti.

Peraltro il nuovo governo non si limiterà alle politiche di rapina sociale, per conto della grande industria e delle banche. Proprio la crisi politica straordinaria di cui è figlio lo spingerà a ricercare un riassetto istituzionale: che garantisca “un quadro più certo e stabile di governabilità” delle politiche di rapina.

Grandi sono e restano le contraddizioni paralizzanti fra i partiti borghesi su questo terreno. Tanto più in rapporto ai tempi incerti di durata e consistenza politica del prossimo governo. Ma il tema della “terza Repubblica” tenderà ad assumere in prospettiva un peso centrale. E non si limiterà alla sola ridefinizione della legge elettorale. La questione degli equilibri fra i poteri entrerà di petto nel confronto politico. Lo stesso tema dell'elezione diretta del Presidente della Repubblica, secondo il modello della Quinta Repubblica francese, è ormai entrato nel campo del confronto politico pubblico dei circoli dominanti. Il presidenzialismo informale di Napolitano ha trascinato con sé lo sdoganamento formale del gaullismo, oltre il confine del vecchio costituzionalismo parlamentare.


RODOTA' E IL DISEGNO REAZIONARIO DI CASALEGGIO

Dentro la crisi del movimento operaio, il grillismo resta il principale beneficiario della crisi politico istituzionale della Repubblica. E ancor più tenderà a capitalizzare a proprio vantaggio, dall'opposizione, un prossimo governo di unità nazionale.

Per un'intera settimana,le convulsioni di un partito borghese liberale allo sbando come il PD hanno consentito a Grillo/Casaleggio di utilizzare la bandiera di una personalità “democratica”( Rodotà) in funzione del proprio progetto reazionario “contro tutti i partiti” per la loro “abolizione”. Questo era il segno egemone della piazza di Montecitorio.

Rodotà non ha nulla a che vedere con Casaleggio, di cui denunciava mesi fa con parole inequivoche la natura reazionaria. Così Casaleggio non ha nulla a che spartire con Rodotà: al punto da inserirlo due anni fa nell'indistinta “casta” da spazzare via. Il punto è che un movimento populista che mira alla conquista del potere nel nome del “popolo” contro la “casta”, dei “cittadini” contro i “politici”, usa spregiudicatamente ogni possibile arma propagandista per costruire attorno a sé un consenso popolare. Oggi l'arma Rodotà era la più indicata per affondare la lama nell'elettorato del PD. Così come, in altri contesti, la campagna anti migranti appariva lo strumento più conveniente per capitalizzare un elettorato leghista allo sbando. Del resto, i comizi “pro Berlinguer” in Emilia e i civettamenti con Casa Pound a Roma , danno la misura di un populismo senza confini al servizio dell'unico vero progetto ideologico di Casaleggio: quello di uno sfondamento di massa ( “il 100/% del Parlamento”..) in funzione di una Repubblica plebiscitaria. ( Che innanzitutto abolisca il sindacato in quanto “roba dell'800”.)

La verità è che il pellegrinaggio che Casaleggio sta conducendo in prima persona presso le associazioni territoriali di Confindustria per promettere loro l'”abolizione dell'IRAP” ( pagato dal taglio di stipendi e pensioni) documenta la natura reale del grillismo assai più che qualsiasi posa propagandistica d'occasione. Il fatto che buona parte del popolo della sinistra non lo comprenda misura al tempo stesso il disorientamento del movimento operaio e la pericolosità del grillismo. Assieme alle responsabilità di una sinistra sindacale e politica muta ( o compiacente) verso il M5S.


LA CRISI VERTICALE DEL PD LIBERA NUOVI PROCESSI POLITICI

La crisi verticale del PD può mettere in moto nuovi processi nella geografia politica italiana.

Per la prima volta dalla sua nascita il PD si trova realmente di fronte a un possibile processo di frantumazione: frutto del fallimento dell'”amalgama” liberale posticcio che ne ha segnato l'origine; della sconfitta elettorale, sospinta dal rigetto delle politiche di Monti cui il PD si è associato; di una gestione politica folle della fase post voto da parte di un gruppo dirigente allo sbando.

Vedremo se questo processo si svilupperà e, nel caso, con quali tempi, dinamiche, sbocchi. Lo stesso posizionamento verso il nuovo governo sarà una cartina di tornasole di questi sviluppi. Di certo il coinvolgimento del PD in un governo di convergenza con Berlusconi, sulla base di una politica di austerità, sarà un nuovo capitolo del calvario di questo partito, nelle sue relazioni interne, nei suoi rapporti di massa.

Ad oggi l'unità nazionale attorno all'elezione di Napolitano ha rotto il vecchio patto centrosinistra. Una Sinistra e Libertà che sino a 10 giorni fa annunciava la propria disponibilità a confluire nel PD, annuncia il cantiere di una “nuova sinistra di governo” ai danni del PD candidandosi a polarizzare ciò che può liberarsi a sinistra dalla sua crisi. Non è il segno di una “svolta a sinistra” di Vendola. E' il segno della profondità della crisi del PD e di un possibile terremoto politico in gestazione negli equilibri interni al centrosinistra. E che può investire gli assetti della stessa sinistra italiana.


SOLO IL MOVIMENTO OPERAIO PUO' DARE SOLUZIONE PROGRESSIVA ALLA CRISI SOCIALE E ISTITUZIONALE

L'intero scenario politico conferma un giudizio di fondo: la crisi del movimento operaio, dentro la crisi capitalista, è il vero carburante dei processi reazionari in atto in tutte le loro varianti.

Solo un' irruzione della classe operaia nello scenario politico, con la sua forza di massa e con un suo programma indipendente, può alzare una diga contro la reazione e indicare l'unica possibile soluzione progressiva della crisi sociale ed istituzionale: quella di un alternativa dei lavoratori.
Solo questa irruzione può unificare il mondo del lavoro, dei precari, dei disoccupati, offrendo un punto di riferimento alternativo ai sentimenti di “rabbia” e di “rifiuto” che si agitano in vasti settori popolari e che oggi tendono a raccogliersi attorno al grillismo.
Solo questa irruzione può rovesciare i rapporti di forza e aprire dal basso un nuovo scenario politico.

Il PCL porterà questo indirizzo nella manifestazione nazionale che la FIOM ha convocato per il 18 Maggio. L'appuntamento non può ridursi ad una manifestazione sindacale ordinaria. Deve assumersi la responsabilità di rilanciare una prospettiva indipendente del movimento operaio: in aperta contrapposizione all'unità nazionale e a tutti i partiti che ne faranno parte; ma anche al grillismo e al suo progetto sociale e politico reazionario. E dovrà indicare un piano straordinario di mobilitazione di massa a sostegno di questa prospettiva. Perchè il bivio di fondo è molto netto: o il movimento operaio darà la propria soluzione alla crisi politica e sociale, sul terreno anticapitalistico, o sarà la reazione a darla, in un modo o nell'altro, contro il movimento operaio.

La necessità di una sinistra rivoluzionaria che si batta per un alternativa di potere della classe operaia- contro tutti i suoi avversari- è dunque riproposta dal carattere straordinario della crisi politica e sociale.
Non è tempo di una “nuova sinistra di governo” che poi si allei con ciò che resta del PD, come vorrebbe Nichi Vendola. Né è tempo di nuove sinistre “nè carne, nè pesce”, già fallite, che ripropongano “unità” attorno a programmi riformisti (o di puro antagonismo). E' tempo di una sinistra di rivoluzione. Quella che il PCL ovunque lavora a costruire, controcorrente, con grande determinazione.


MARCO FERRANDO
(Portavoce Nazionale PCL)

19/04/13

IL GIUSTO SENSO………

In questo periodo disastroso e preoccupante della nostra democrazia(se così ancora si può chiamare) il 25 Aprile,ed il 1 Maggio hanno un’importanza ancora più significativa ed importante. La prima data sancì la liberazione dell’Italia dal fascismo grazie soprattutto all’impegno e al sacrificio di migliaia di uomini,donne,studenti, lavoratori, partigiani che combatterono e si ribellarono all’idea totalitaria di chi pensava di governare l’Italia sottraendola ad ogni forma di libertà di pensiero,di stampa,di aggregazione sottomettendo il popolo con orrore e morte. La seconda risale agli anni del fine Ottocento quando la classe operaia statunitense, in particolar modo nella zona di Chicago, fu massacrata dalla polizia, dopo essere scesa in piazza per protestare e reclamare i propri diritti,con l’avvallo delle allora dirigenze industriali e nel pieno dell’albore del sistema socio ed economico che attualmente ci sta portando alla rovina e alla distruzione:il sistema capitalistico. La continua rincorsa ai profitti, all’ arricchimento della borghesia a discapito dei lavoratori e delle fasce subalterne più povere e disagiate di allora,si rincorre e si ripresenta in maniera inequivocabile anche nei nostri giorni e nel nostro quotidiano. Allora i lavoratori e le lavoratrici venivano sfruttati e mal pagati e questo fortunatamente innescò una presa di coscienza sindacale che nel corso degli anni produsse lotte e un duro scontro sociale che fece fare grandi passi sul fronte della rivendicazione e della tutela dei diritti prima acquisiti e poi tutelati su scala nazionale ed internazionale. Oggi i lavoratori e le lavoratrici oltre che essere sfruttati e penalizzati perdono il posto di lavoro nella gran parte dei casi con il tacito assenso di chi dovrebbe tutelarli e di chi dovrebbe essere il primo a iniziare la lotta:la burocrazia sindacale confederale. La riforma Fornero del governo Monti è stata passata senza alcuna forma di protesta concreta ed effettiva che potesse fermarla o cambiarla. Accettare in questo quadro generale di crisi nera l’arretramento sugli ammortizzatori sociali,sulle casse integrazioni e sulle mobilità è a dir poco vergognoso nel nome della concertazione e della pace sociale che tanto fa comodo tra apparati sindacali e confindustriali. Per questo è necessario ricostruire un nuovo pensiero un nuovo modo di porsi nei problemi e nelle questioni che toccano da vicino la vita dell’individuo che deve essere libera e dignitosa. Bisogna ritrovare e dare il giusto senso ai festeggiamenti del 25 Aprile e del 1 Maggio ponendoli dentro un quadro più ampio delle lotte e della coscienza:il quadro dell’anticapitalismo. Da sempre chi avvalla il binomio capitalistico sfruttamento-profitto è all’opposto di chi si sente antifascista e di chi considera il proprio lavoro come forma di sostentamento e di dignità personale. Il profitto da sempre è in contrasto con i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici,il profitto e lo sfruttamento da sempre significa fascismo. Ora più che mai è necessario ricostruire una prospettiva di classe che produca lo sforzo più difficile ed importante per le nostre generazioni future:la voglia di ribellarsi alle ingiustizie e alla repressione del mondo economico monetario,la voglia di lottare e porre le barricate tra sfruttato e sfruttamento,la voglia di prendere le distanze da chi si acclama antifascista a parole ma poi ne fatti sostiene ed è vicino ai CAPO che per anni hanno egemonizzato politicamente ed economicamente il nostro territorio impoverendolo e desertificandolo per mezzo delle delocalizzazioni che aumentano i profitti e distruggono lavoro. Questo per noi è la prospettiva di classe del 25 Aprile ed il 1 Maggio.

Mauro Goldoni
PCL Nucleo Montano
Sez. prov. Ancona

18/04/13

Cafè Revolution n°52

Cliccando sulle immagini ed ingrandendo potete leggere il n° 52 di Cafè Revolution, inserto locale del Giornale Comunista dei Lavoratori per il fabrianese e dintorni.
 





 

14/04/13

UNA LETTERA SULLA GIUNTA GRILLINA A PARMA. Di Cristiano Antonini (...)


Parlare della Giunta Pizzarotti significa addentrarci a piedi nudi nella più grossa truffa elettorale degli ultimi vent’anni. Perché l’Elezione dei Cinque Stelle è stata accompagnata da una straordinaria speranza di partecipazione da parte di una grande parte dei parmigiani. Una speranza tradita come non mai da un’amministrazione che sta agendo in maniera speculare all’odiato (a parole) Governo Monti.

Un tradimento che è iniziato immediatamente, da parte di un gruppo di persone che diceva “Noi non siamo politici”, e le cui prime azioni sono consistite nel sistemare parenti ed amici: Marco Vagnozzi, che prima era “consulente presso il Gruppo assembleare regionale del Movimento 5 stelle”[1], è stato messo a forza a Presidente del Consiglio Comunale per garantirgli uno stipendio ed un lavoro che non avrebbe. Gabriele Folli, impiegato di un’azienda metalmeccanica, è diventato assessore all’ambiente perché leader di un’associazione che ha portato un pacchetto di voti a Pizzarotti (GCR). Cosi come le nomine di Cristiano Casa, Nicoletta Paci. E sorvoliamo anche sui famosi curricula[2], che dovevano essere la base su cui selezionare le persone: a Parma stiamo ancora attendendo la loro pubblicazione, che è avvenuta in modo parziale ed accuratamente censurata. Nessuno a Parma ha ancora capito su che base sia stata selezionata l’assessore alla cultura Ferraris, con i disastrosi risultati cui stiamo assistendo al Teatro Regio:il solo Festival Verdiano si è chiuso con un passivo da 650 mila euro a fronte di un investimento da 1 milione e 450 mila… fate un po’ voi![3].

Sorvoliamo anche sui famosi Consulenti gratuiti, non pervenuti a Parma, ma che salutiamo caldamente. Meno calorosi invece siamo nei confronti dei più numerosi consulenti a pagamento, quei famosi articoli 90 e 110[4] su cui sputavano fuoco e fiamme i Cinque Stelle prima di dover nutrire parenti ed amici.

Voliamo oltre alle polemiche odierne, e non approfondiamo il legame di grande amicizia che da molti anni lega Marco Bosi, portavoce in consiglio comunale dei Cinque Stelle, e Pier Paolo Mora, responsabile parmigiano di Casa Pound Italia (Mora che prima delle Elezioni indicò proprio come i grillini fossero l’unico partito quasi votabile del panorama parmigiano, dalle pagine di un settimanale parmigiano, Zerosette, il cui direttore diventerà poi casualmente anche l’attuale portavoce di Federico Pizzarotti). Evitiamo anche per questioni di tempo il tema della Democrazia Partecipata, che oramai ogni parmigiano ha compreso essere solo una tecnica aziendale di gestione e rimodulazione del dissenso.

Concentriamoci invece sul reale livello amministrativo dell’amministrazione Pizzarotti, sulle sue complicità, e sulla sua sovrapponibilità con il Governo Monti.

1) Come il Governo Monti l’assunto di base è uno stato debitorio insostenibile [5]. Che lo sia o meno. Dico che lo sia o meno perché i conti del Comune di Parma sono nebulosi ed astratti in barba ad una millantata trasparenza . A Parma si è chiesto all’opposizione di votare il Bilancio Comunale senza visionare praticamente i conti delle Partecipate[6], le quali forniscono documentazioni spesso incomplete e prive di un qualsiasi Piano Industriale. Il Debito a Parma è mal definito perché DEVE essere alto: solo se è al limite del Default si possono giustificare quei tagli allo Stato Sociale cosi aggressivi ed indistinti che Pizzarotti sta portando avanti da tempo.

Una documentazione incompleta anche per occultare il comportamento di una Giunta Pizzarotti che vede il Sindaco e l'assessore al Bilancio Capelli mutuare comportamenti IDENTICI come pratiche e come finalità, a quelli adottati dalla precedente e inquisita Giunta Vignali, sia che si parli delle lettere di Patronage[7] che semplicemente ora non riguarda Spip (cui dedicherò un paragrafo a parte), sia che si parli di illeciti passaggi di denaro da una Partecipata all'altra (che se mi permetti è ancora illegale!)[8].
Chi ha protestato, come la ex dirigente di Stt Piermarioli (di nomina prefettizia, ci tengo a sottolineare che non era un'eredità del Pdl) è stato fanculizzato. A favore sempre ed immancabilmente non di qualcuno di più preparato, ma di un ignorante lacché obbediente agli ordini, leciti o illeciti. Sulle Partecipate in tal senso credo che l'avvocato Vento sia arrivato a 3 o 4 poltrone da Amministratore Unico.

Il tutto spesso con l’avvallo silenzioso di un’opposizione che talvolta approva perché parte della precedente amministrazione, e talvolta perché politicamente interessata a far risaltare una mala gestione dei predecessori del Pdl. Situazioni di speculazione politica ridicole (è evidente il livello amministrativo del Pdl: alcuni sono finiti in carcere, altri sono indagati…che c’è da capire?) che non giustificano in alcun modo i tagli che vengono perpetrati.

2) Se passa, come è passato, il messaggio che il Debito è da Default allora sono lecite o giustificabili le seguenti azioni:

- tagli non orizzontali[9] ma sperequativi dei Servizi Sociali, prima erogati gratuitamente alle Fasce più Deboli, soprattutto quelli agli Anziani, letteralmente sfrattati da alcune strutture[10] messe in vendita da Pizzarotti. I grillini a Parma si stanno vendendo scuole, asili e case di riposo[11]. E stanno applicando una impietosa Spending Review in salsa parmigiana.

- sospensione (o cancellazione, chissà) del cosiddetto Quoziente Parma[12], un sistema integrato di dati fiscali che permetteva ai cittadini di Parma di pagare i Servizi Sociali sulla base delle proprie condizioni di vita. La giustificazione dell’assessore Rossi è stata che i servizi sociali costano. Vorremmo farle sapere che lo sapevamo già, e che lei è uno di quei costi: che provveda a guadagnarsi il panino, invece che cazzeggiare. Il Sociale non può e non deve essere percepito come un costo, perché è il perno su cui si costruisce una Società Civile.

- Alienazione di strutture pubbliche, messe all’asta con prezzi ridicoli in un momento di depressione storica, quando non palesemente svenduti a creditori con risibili artifici contabili[13], che peraltro sono oggetto delle attenzioni della Corte dei Conti.

- Vendita dei Beni Comuni, dall’ Acqua Pubblica alle azioni di Iren. Quest’ultimo punto merita una particolare attenzione, perché racconta il reale grado di inserimento dei grillini in talune tematiche, percepite come semplici trampolini per una poltrona politica.

Nella Previsionale di Bilancio 2013-2016 hanno inserito persino la vendita dei pozzi (e quindi non solo delle tubature), mediante l’inserimento nel Piano di Alienazioni delle società partecipate Ascaa e Emiliambiente[14]. Se un consigliere comunale PD (Massimo Iotti), ed un militante del Pcl (Cristiano Antonino, modestamente) non si fossero accorti di cosa volevano in modo truffaldino svendere noi avremmo mandato all’asta l’acqua. Scoperto, l’assessore Folli ha sedato le proteste del Comitato Acqua Pubblica parlando di “un equivoco interno al Comune”[15], come se mettere in vendita aziende partecipate fosse una cosa che può capitare distrattamente.

Altri Beni Comuni hanno avuto minore fortuna: è il caso delle azioni Iren, la partecipata in cui il Comune di Parma detiene il 6,8%, di cui Pizzarotti ha consentito dapprima un pignoramento parziale da parte di talune banche e successivamente la messa in vendita a copertura del Bilancio di una megaholding comunale, STT.

L’unico ostacolo alla vendita è stata la clausula ereditata dai grillini con iren di una non dismissione delle quote prima del 2015. Cosi per ora vengono solo date in pegno[16]. Racconta molto dell’ambientalismo grillino, rispetto alla nostra Acqua, ai nostri Rifiuti, al nostro Gas, alla nostra Energia Elettrica.
Da notare anche come sia un autogoal economico, oltre che un favore agli amici banchieri del grillino Pizzarotti: è grazie ai 4,8 milioni di euro dei dividendi Iren che il Comune di Parma non è finito gambe all’aria quest’anno.

Tutta una serie di manovre sottese a garantire, o meglio ad ipergarantire, un Sistema Bancario che è stato correo nella creazione del disastroso quadro economico parmigiano. Ne è una prova il caso Spip, che del buco delle Partecipate è il caso più eclatante: Spip rappresentava circa 108 dei 670 milioni di Debito diretto o indiretto del Comune di Parma. Un crac, quello di Spip, che vede tra gli indagati anche alcuni ex amministratori di Parma. Questi hanno potuto operare anche grazie a procedure bancarie sulla cui legittimità la Magistratura ha indagato a lungo, come per esempio delle inconsistenti lettere di Patronage, una delle quali firmate dall’ex sindaco Elvio Ubaldi (anch’esso a processo).

Poteva Pizzarotti mandare a fallimento una Partecipata cosi intossicata da illecite pratiche politiche, procedura che peraltro avrebbe azzerato i conteggi giudiziari per la conclusione del processo, che pare avviato alla prescrizione. Ed invece no: ha offerto un piano di concordato, che significa oltre alla già citata prescrizione per eventuali responsabili, anche un esborso di soldi pubblici da circa 60-70 milioni (nessuno ha avuto la possibilità di vedere l’offerta fatta all’assemblea dei creditori) di euro. Offerta che peraltro è stata cassata l’8 febbraio dagli stessi creditori, visto che il Comune non ha erogato nemmeno la tranche natalizia da 2,8 – 5 milioni (anche qui le cifre ballano a seconda tu senta il Comune o i creditori).

Pizzarotti ha voluto fin da subito salvare questa Partecipata[17] nonostante il Concordato implicasse innanzitutto evitare agli Imputati l'accusa di Bancarotta Fraudolenta (che ora grazie alla Procura hanno, e godo,cazzo!) e dall'altro significasse imporre alla città tagli spaventosi a Rette degli Asili, servizi ai Disabili, Taglio di alcune voci in busta paga dei Dipendenti Comunali e via dicendo. E chiunque protestasse è stato letteralmente linciato dai commentatori grillini, al punto che il segretario di Funzione Pubblica a Parma, Sauro Salati (non esattamente un pasdaran, per capirci) alla fine ha dovuto definire il comportamento dell'amministrazione per ciò che era: Squadrismo. Cioè bugie (plateali) davanti alle videocamere, richiami a colloqui privati dei dipendenti, in assenza dei Sindacati, che intendano bypassare[18]. Con questa reazione (link video[19]).

Pizzarotti si è nascosto dietro alla necessità di tutelare i Fornitori, che significano Lavoratori, ma dei 108 milioni di euro del Crac Spip solo una decina vanno ad aziende, ed il resto va alle 15 banche d’appoggio, come ben denunciato dalla Commissione Audit[20] che pure per un lungo periodo ha guardato con pazienza e tolleranza Pizzarotti.

Tutte queste azioni hanno alienato la simpatia reale dei parmigiani verso questa amministrazione, che è oramai percepita per ciò che è, e cioè la diretta prosecuzione economico/finanziaria della precedente. Con viva delusione dei Comitati e delle Associazioni, spiazzate da un cosi rapido amore per la poltrona dei Grillini parmigiani.
A fronte di questo modo di agire, credi forse che Pizzarotti abbia preso una singola iniziativa che fosse sperequativa e volta a far pagare di più a chi ha di più? No, nemmeno una: non si è avvalso di nessuna deroga del Patto di Stabilità nel Sociale, e nemmeno della possibilità di introitare il 100% dell’evasione fiscale che ora rimane totalmente in carico ai Comuni. Nessuna iniziativa ha tutelato le fasce più deboli, al netto delle chiacchiere. Solo vaghi e maldefiniti intenti cui non è mai conseguito nulla. Per non indispettire gli amici di destra e tra gli Industriali, sosteniamo in molti, qui a Parma.
Un ambientalismo fatto di chiacchiere e poco altro, in cui i permessi per entrare in città costano 10 euro, perché sia ben chiaro a chiunque che se hai i soldi non è che inquini poi tanto.

Se è vero che Parma è stata laboratorio politico di una parte d’Italia, lo è anche oggi che Pizzarotti agonizza, vittima di sé stesso, e del proprio leader.
Pizzarotti ha vessato un'intera città per potersi vantare di aver approvato il Bilancio prima di tutti. Chiunque si opponesse è stato oggetto della violenza grillina, che è stata sia mediatica che in termini di mobbing vero e proprio. Il tutto per accantonare soldi che sono andati per la maggior parte a gruppi bancari, e grandi aziende edili. Intendiamoci, Giorgio: i pagamenti alle aziende sono un'ottima cosa se si alternano all'erogazione di nuovi lavori sul territorio. Altrimenti sono quei giochini di merda (scusa il francesismo) con i quali si fanno giungere soldi alle banche in modo indiretto. Un esempio pratico? Volentieri: una quota importante degli 82 milioni di euro accantonati in conto capitale dal Comune a Cinque Stelle sono finiti ad aziende come Unieco e Coopsette, che hanno portato i libri in Tribunale a Reggio. In pratica sono soldi buttati, o quasi. E non si sono trovati 250 mila euro per i bambini in connotazione famigliare tale da rientrare nel Quoziente Parma (una armonizzazione delle graduatorie Isee).

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-01-04/pizzarotti-perde-anche-battaglia-132702.shtml?uuid=Ab1xpIHH

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-02/paradosso-pizzarotti-anno-rigore-124341.shtml?uuid=Ab17EcjH

Se vorrai altro materiale questi sono i canali Youtube mio personale e del Pcl Parma: senti il materiale a tua disposizione.

http://www.youtube.com/channel/UC1FRS4X6YUB9hT9fRVjEm3A

http://www.youtube.com/channel/UCn7hTiW_g-jrArfYp-4iP0g?
feature=watch

Molti Compagni nelle fabbriche votano Movimento Cinque Stelle? Già, sticazzi: finché non sei governato, dal M5S è facile...pare un Eldorado. E' quando si sei dentro, e delibera dopo delibera ti rendi conto che è semplicemente una fottuta Lobby all'americana per la manipolazione del consenso e per la re-distribuzione di incarichi, consulenze e stipendi che diventa meno bello essere governati dai grillini.

Ti faccio presente che non ti ho raccontato nemmeno un quinto (puoi credermi) delle porcate che hanno combinato qui a Parma. E tutte hanno lo schema che ti ho prefigurato con Spip:

a) noi DOBBIAMO fare una cosa, qualsiasi essa sia!
Es: non dobbiamo far fallire Spip, altrimenti andiamo in downgrade bancario[21]

b) Chi si oppone, a qualsiasi titolo è un ideologico, un lottizzato, o un superficiale disinformato[22].

c) Se va storta e accade esattamente il contrario di ciò che avevano promesso non è che avessero ragione quelli che prima sono stati sminuiti, sviliti,smerdati: hanno comunque ragione loro"

Es: Spip non doveva fallire, pena il downgrade (come avrai letto). Tutta la città (audit, Pcl, Pd, Funzione Pubblica, Associazioni) a dirgli "ma che cazzo dici?". Spip fallisce per decisione della Procura. Reazione[23]

Comunque Giorgio (Cremaschi ndr): è veramente inutile appartenere al No Debito o organizzare un No Monti Day e avvallare i grillini, di cui Pizzarotti rappresenta la punta di diamante. E non perché lo dico io...perché lo dicono loro.

Scrivere non è la mia forma di comunicazione...spero che guarderai con pazienza alla mia sintassi di fotografo, e di essere riuscito a spiegarti quanto Pizzarotti sia significato aggressione violenta ai miei concittadini, sia per le sue scelte politiche sia per le tecniche aggressive con cui qui gestiscono il dissenso. Qualcosa di vergognoso, che avviene essenzialmente per l'assurda convinzione diffusa che i grillini, in quanto inesperti, siano facilmente manovrabili. Nella realtà sono estremamente tattici, molto incisivi e abili a prendersi tutta la torta.

09/04/2013

[1] http://parma5stelle.it/wp/consiglieri-comunali/#mvagnozzi come si autodefinisce

[2] http://parma5stelle.it/wp/2012/04/assesori-a-5-stelle/

[3] http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2012/11/28/regio-fontana-situazione-grave/comment-page-1/

[4] chiamate dirette sindacali: http://parma5stelle.it/wp/2012/04/per-non-dimenticare/

[5] http://bit.ly/TThtYM

[6]http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/165954/Iotti%3A_Unaltra_promessa_mancata_dei_grillini%3A_niente_conti_e_piani_industriali_delle_partecipate.index.html

[7] http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2013/03/08/scuola-europea-la-lettera-del-sindaco/comment-page-1/

[8] http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2012/09/19/ad-stt-contro-capelli-interpellaznza-guarnieri/

[9] http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2012/11/28/rossi-cambieremo-i-servizi-domiciliari/

[10] come il Romanini Stuard http://www.gazzettadiparma.it/primapagina/dettaglio/1/152040/Pagliari%3A_Anziani_no_alla_vendita_del_complesso_Romanini-Stuard.html

[11] http://parma.repubblica.it/cronaca/2012/12/07/news/parola_d_ordine_dismettere_il_bilancio_2013_di_capelli-48295248/)

[12] http://www.parmatoday.it/cronaca/quoziente-parma-rossi-polemiche.html

[13] leggasi STU Pasubio http://bit.ly/10rHCmz

[14] http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2012/12/11/pd-bilancio-asettico-mancano-le-partecipate/

[15] http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2012/12/14/ascaa-ed-emilambiente-non-vogliamo-dismettere-le-quote/

[16] http://www.dire.it/DIRE-EMILIA-ROMAGNA/parma_per.php?c=47717&m=14&l=it

[17] http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/07/18/pizzarotti-si-oppone-al-fallimento-della-societa-pubblica-ereditata-da-vignali/296575/

[18] http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2013/03/19/indennita-sindaco-non-da-tagliare-ma-da-rivedere/

[19] http://www.youtube.com/watch?v=-tlnSGlzr08

[20] http://www.ilmattinodiparma.it/?p=20096

[21] http://www.zerosettenews.it/?p=12875

[22]Es:http://parma.repubblica.it/cronaca/2012/10/26/news/democrazia_incontro_all_astra_confronto_quintavalla-pizzarotti-45409186/

[23]http://uncomunea5stelle-parma.blogautore.repubblica.it/2013/04/08/fallimento-spip-parla-la-giunta/
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

02/04/13

Riforma della sanità nelle Marche



 Il 25 Marzo scorso si è tenuto uno sciopero dei sindacati confederali CGIL,CISL,UIL contro la riforma del servizio sanitario regionale ad Ancona.

Nell’assemblea tenutasi alla Fiera della Pesca i sindacati hanno protestato contro le decisioni della Regione Marche, definendo la riforma insostenibile.

Ma andiamo nel dettaglio.

La riforma prevede la riconversione di tredici presidi minori (ospedali)convertiti in Case della Salute, di cui solo sei avranno la lungodegenza.Cagli eFossombrone nel Pesarese,Chiaravalle e Sassoferrato in Ancona, Matelica nel Maceratese,Montegiorgio e Sant’Elpidio a Mare nel Fermano.Manterranno funzioni di lungodegenza e cura delle cronicità Sassocorvaro(Pesaro),Loreto(Ancona),Cingoli,Recanati,Tolentino e Treia nel Maceratese.L’assessore alla sanità Mezzolani ha definito il taglio dei posti letto nel numero 551 complessivi.Si scende da 6.261 a 5.710.I 5.325 posti letto per malati acuti diventano 4.530,per un taglio di 795 posti.Aumentano i letti per la lungodegenza e la riabilitazione.Da 936 si passa a 1.180,un saldo positivo di 244 posti.Il taglio dei posti letto per acuti e l’incremento dei posti letto per la cura delle cronicità è stato imposto dal decreto Balduzzi.Le Marche ,attualmente,hanno una media di 3,9 posti letto per  ogni 1.000 abitanti.Ildecreto del Ministro della Sanità obbliga la regione a scendere a 3,7 posti letto ogni mille abitanti.Come accennato all’inizio, la Regione ha spiegato che tutti i 13 ospedali saranno  riconvertiti in Case della Salute e  avranno un medico che opera dalle 8 alle 20 e una guardia medica che opera in orario notturno.Ma cosa sono nello specifico queste Case della Salute?Le Case della Salute sono sorte in Emilia Romagna negli anni 80 (circa) con lo scopo di diventare un punto di accoglienza e orientamento ai servizi per tutti i cittadini, ma anche un’ambito nel quale erogare assistenza sanitaria per problemi ambulatoriali urgenti e garantire sia la gestione delle patologie croniche che il completamento dei principali percorsi diagnostici che non necessitano di ricorso all’ospedale.In tale contesto si realizza l’integrazione dei Medici di Medicina Generale,i Medici in continuità Assistenziale,i Pediatri in libera scelta, gli specialisti Ambulatoriali,gli infermieri,le ostetriche,gli Assistenti Sociali, finalizzata a garantire l’accesso ad un ambito assistenziale in grado di fornire una risposta integrata.Dalla proposta della Regione Marche invece,si evince che le Case della Salute sono solo un surrogato,mancante di un piano strutturale organizzativo sia per quanto riguarda la cittadinanza,sia per il coinvolgimento nello specifico di tutti gli operatori sanitari.A tutt’oggi questa riconversione sembra solo una” scatola vuota “dettata solo dal taglio dei fondi.C’è poi una considerazione importante da fare,di questi piccoli ospedali, alcuni hanno in sede il P.P.I. (Punto di Primo Intervento)che secondo la riforma verranno chiusi.Essi hanno un importante funzione attraverso l’esercizio di piccole prestazioni:punti di sutura,piccole medicazioni,terapie ad infusione, esami diagnostici ed ematici ecc.Una volta chiusi questi Punti di Primo Intevento, i cittadini saranno obbligati a riversarsi nei Pronto Soccorsi (cito l’esempio dei P.P.I di Tolentino e di Recanati essendo nella mia realtà)quindi in questo caso Macerata e Civitanova Marche, senza che questi presidi siano stati potenziati per far fronte ad un forte aumento delle prestazioni che sicuramente  porterà alla paralisi dei Pronto Soccorsi e di conseguenza ad avere un servizio sempre più scadente. Questo è il piano proposto dal direttore generale ASUR Piero Ciccarelli in accordo serrato con il premier regionale GianMario Spacca.Continuando con i dati, la riforma prevede tra l’altro la chiusura di 18 unità operative con il taglio di dipendenti nel 2013  di circa 450 unità,un terzo dei 1500 contratti a tempo determinato nell’intera regione e  considerando che in tre anni sono 1200 i lavoratori in meno.A queste condizioni diventa davvero difficile mantenere l’attuale livello dei servizi anche perché gli operatori sono allo stremo.Un dato su tutti :ad oggi sono più di 30.000 le giornate di ferie non godute.Nel frattempo aumenta il bisogno di salute della popolazione. Nelle Marche, Regione con un indice di invecchiamento superiore alla media nazionale,ci sono più di 40.000 non autosufficienti.Dal punto di vista della sanità le Marche sono considerate una delle Regioni più virtuose d’italia.L’equilibrio di bilancio però,  è stato assicurato negli anni risparmiando sul costo del lavoro a discapito dei servizi (la legge Biagi è stata largamente utilizzata nella sanità sia pubblica che privata).  Entro la fine del 2013 dovranno essere recuperati 188 milioni di euro rispetto alla spesa sanitaria del 2011. Questi sono gli effetti delle manovre finanziarie nazionali-da ultima la spending review-che hanno tagliato24 miliardi di euro dal Fondo Sanitario Nazionale,quando per preservare il livello attuale dei servizi sarebbe stato necessario investire in sanità circa 20 miliardi di euro. 

I sindacati fanno notare poi che dal Piano sociale regionale,non emerge alcun concreto rafforzamento delle reti : da quella territoriale e dell’integrazione socio-sanitaria a quelle della prevenzione e dell’emergenza-ugenza. A fronte di una crescita del fenomeno delle liste di attesa e della mobilità fuori regione non si conoscono,se esistono,gli obbiettivi e gli interventi previsti per il loro contenimento.Le scelte organizzative poi, non presentano un piano analitico di intervento ma sembrano dettate solo al conseguimento degli obiettivi di bilancio.Infine cosa molto importante, i numeri dei tagli riguardano soltanto la sanità pubblica non viene mai menzionata la sanità privata.

Per concludere, i sindacati fanno sapere che se non si raggiungerà un accordo alzeranno il tono della protesta.Alzare il tono in uno sciopero settoriale e per di piu tardivo è di per sé sterile,l’unica alternativa è legare tutti i settori lavorativi in un'unica protesta,un’unica lotta per giungere allo sciopero generale.





Fabrizio Tognetti PCL sez. prov. Macerata