11/02/11

Perché dire NO al revisionismo di AREA SOCIALE

In questi anni il revisionismo ha fatto carte false pur di deformare, falsificare e cancellare la storia. Nel nome della “pacificazione” e della costruzione di un’artificiosa “memoria condivisa” viene condotta una campagna di stravolgimento della verità storica, tesa alla sistematica assoluzione del fascismo e alla denigrazione di chi lo ha realmente combattuto nella Resistenza, arrivando alla vergogna di mettere sullo stesso piano nazi-fascisti ed antifascisti, repubblichini e partigiani, combattenti per la libertà ed oppressori o, peggio ancora, presentando i carnefici come vittime e martiri e i perseguitati come aggressori.

E’ in quest’ottica che Area Sociale, realtà che cela sotto la bella maschera di associazione culturale i propri vergognosi riferimenti ideologici, si appresta a commemorare le Foibe.

Ma a questo punto una domanda sorge spontanea: perché in tutta Italia, movimenti, associazioni e partiti neofascisti come Casa Pound, Forza Nuova e la nostrana Area Sociale si mobilitano in massa per appropriarsi di questa ricorrenza?

La risposta è semplice quanto scontata e la si ritrova nel silenzio assordante che l’estrema destra italiana mostra dinnanzi alle vittime del genocidio attuato dai nazi-fascisti. Un silenzio del tutto comprensibile visto che Mussolini, idolo della nuova generazione di fascisti, fu direttamente responsabile e complice di Hitler nell’attuazione della cosiddetta “soluzione finale”.

Il fine vergognoso di Area Sociale, ovvero quello di porre le Foibe sullo stesso piano dell’Olocausto, è perfettamente coerente con la linea revisionistica che negli ultimi anni interessa larghi settori delle destra italiana, moderata e non. Una revisione che tende ad equiparare i morti delle Foibe a quelli dei Lager, senza minimamente contestualizzare gli eventi storici. Basti pensare che lo stesso Mussolini nel 1920 proferiva le seguenti parole:

«Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. [...] I confini dell'Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 50.000 italiani.»

E’ quindi di fronte a questo squallido tentativo di strumentalizzazione che ci indigniamo e sentiamo il bisogno di ribadire sempre più forte il nostro NO a qualsiasi tentativo di revisionismo storico!

Centro Sociale Autogestito Fabbri
Collettivo Studentesco 70C Revoluzione

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