02/11/10

Stop alla cementificazione selvaggia


Articolo tratto dal numero di ottobre 2010 di "Cafè Revolution" 
(inserto di Cerreto D'Esi-Fabriano al Giornale Comunista dei Lavoratori)

Il limite di non ritorno, superato il quale l’ecosistema Italia non è più in grado di autoriprodursi è sempre più vicino. Ma nessuno se ne cura. Fertili pianure agricole, romantiche coste marine, affascinanti pendenze montane e armoniose curve collinari, sono quotidianamente sottoposte alla minaccia, all’attacco e all’invasione di betoniere, trivelle, ruspe e mostri di asfalto.

Non vi è angolo d’Italia in cui non vi sia almeno un progetto a base di gettate di cemento: piani urbanistici e speculazioni edilizie, residenziali e industriali; insediamenti commerciali e logistici; grandi opere autostradali e ferroviarie; porti e aeroporti, turistici, civili e militari.

Non si può andare avanti così! La natura, la terra, l’acqua non sono risorse infinite. Il paese è al dissesto idrogeologico, il patrimonio paesaggistico e artistico rischia di essere irreversibilmente compromesso, l’agricoltura scivola verso un impoverimento senza ritorno, le identità culturali e le peculiarità di ciascun territorio e di ogni città, sembrano destinate a confluire in un unico, uniforme e grigio contenitore indistinto.

Anche a Cerreto d’Esi, una popolazione sostanzialmente stabile “si è mangiata” una quantità di territorio crescente con la costruzione di case e capannoni.

Ora costruiamo anche un centro commerciale in un momento dove ci sarebbero altre costruzioni da adattare (ovvio non avremmo l’impatto estetico desiderato) ma eviteremmo una colata di cemento; che ha tutte le carte in regola per poter non riuscire nel fine commerciale vista la vicinanza di Matelica e Fabriano con le loro strutture non sempre così affollate.

Dobbiamo avere delle nuove regole nel comparto edilizio che fermino la perdita di territorio verde e che, privilegiando le aeree già urbanizzate, salvaguardino il patrimonio storico-culturale, rurale e naturale dell’aerea cerretese.

Per far ciò il consiglio comunale dovrebbe deliberare una moratoria generale del piano regolatore e delle lottizzazioni, per poi procedere alla “mappatura” dei complessi edilizi invenduti e capannoni vuoti.



Luca Torselletti
Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione di Ancona - nucleo montano

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