14/11/10

“Collegato lavoro”: l'ennesimo scandalo italiano

“Collegato lavoro”: dal 24 novembre sono in vigore gli articoli 31 e 32 di una nuova pessima legge (la n. 183/2010) per chi è stato assunto con contratti di lavoro precario di qualsiasi tipo (a termine, somministrato o interinale, a progetto, ecc.)

Nei giorni scorsi sono stati da più parti lanciati segnali di allarme circa le molte novità negative che il c.d. “Collegato Lavoro” ha voluto introdurre a danno dei lavoratori, segnali di allarme che vogliamo qui richiamare perché indicano assai bene quanto questa pessima legge antisociale - sulla quale il centrodestra ha ritrovato, non per nulla, una transitoria unità - sia pericolosa per il destino di decine e centinaia di migliaia di lavoratori precari.

Ecco di cosa si tratta. Fino ad ora, ossia fino all'entrata in vigore del "collegato lavoro", era possibile impugnare in giudizio i contratti di lavoro precario di qualsiasi tipo (a termine, di lavoro somministrato o interinale, di lavoro "a progetto" ecc.), che presentassero illegittimità formali e sostanziali e chiederne la trasformazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato, in qualsiasi tempo successivo alla data di scadenza del contratto stesso. Ora, invece, l' impugnazione sarà possibile solo entro i sessanta giorni successivi alla scadenza del contratto, pena la perdita di ogni diritto. Non solo: oltre a questa decadenza, la nuova legge, ne pone, poi, una ulteriore: decorsi i 60 giorni dalla impugnazione, essa perderà effetto se entro i successivi 270 giorni non verrà depositato il ricorso davanti al giudice. Questo lasso di tempo, spesso, non sarà sufficiente per conoscere comunque tutte le circostanze utili ad una piena difesa.

Ancor più grave però risulta l'effetto della legge su tutti i contratti passati, perché essa finisce col realizzare una vera e propria "sanatoria generale”. Cosa accade, infatti, per i contratti precari illegittimi già scaduti negli anni passati e comunque prima dell'entrata in vigore del "collegato lavoro"? Centinaia di migliaia i lavoratori assunti negli anni passati con contratti precari illegittimi, spesso ignari di tale illegittimità, e che avrebbero potuto liberamente, nei mesi e persino negli anni futuri, richiedere la loro trasformazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato domandando al giudice la riammissione al lavoro a tempo indeterminato, perderanno, allora, definitivamente questo loro diritto se non verranno subito a conoscenza della illegittimità del loro contratto e se non provvederanno ad impugnarlo entro gli indicati 60 giorni.

Risulterà cioè precluso, trascorsi da adesso 60 giorni, a queste centinaia di migliaia di lavoratori di far trasformare il vecchio contratto precario illegittimo in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato valido per il passato e per il futuro e si realizzerà, così, un gigantesco colpo di spugna che assolverà i datori di lavoro da tutti gli abusi compiuti per aggirare il diritto del lavoratore ad avere, di regola – come la legge nazionale e quella comunitaria prevedono - una rapporto di lavoro stabile e a tempo indeterminato. La sola risposta immediata è che adesso i precari senza perder tempo, con il vecchio contratto precario scaduto in mano, scrivano e spediscano la lettera di impugnazione che deve partire nei prossimi 60 giorni. Poi, nei 270 giorni successivi, si faranno analizzare i contratti stessi da esperti che individueranno esattamente le illegittimità, perché tutti gli avvocati giuslavoristi sanno che una parte rilevante dei contratti precari è illegittimo e perfettamente trasformabile in rapporti a tempo indeterminato. Consigliamo a tutti i lavoratori di rivolgersi ai sindacati di base, gli unici antagonisti ed indipendenti dal potere politico-economico, per ricevere l'assistenza gratuita di cui necessitano e per un approfondito esame, anche legale, della loro situazione.

Partito Comunista dei Lavoratori
Regione Piemonte

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