12/09/10

Dove sono i lavoratori fabrianesi?

Stiamo vivendo la più grande controffensiva che il movimento operaio abbia mai subito da 50 anni a questa parte. L’attacco frontale portato avanti dalle classi dirigenti e borghesi di questo territorio disastrato, manderà decine di migliaia di famiglie sul lastrico, al solo scopo di mantenere i privilegi dei grandi industriali! Se non verranno fermati riusciranno con grande facilità ad approfittare del consenso-assenzo di tutti per condurre una lotta di classe che vedrà una tragica involuzione dei rapporti di forza e la completa disfatta dei diritti di ognuno di noi. Questi ipocriti, truffatori e nemici da sempre della classe operaia, riescono senza alcuna difficoltà a sottomettere e sfruttare decine e decine di migliaia di lavoratori con pochi e semplici mezzi di convinzione.

Svegliarsi e prendersi ognuno le proprie responsabilità, è il minimo che una persona a cui sia rimasto ancora un po’ di buon senso, di dignità e di libertà, possa fare. Lo stress della vita quotidiana, tra il lavoro, la casa, la famiglia, la scuola, la spesa e tutto ciò che comporta tenere in piedi ritmi di vita spinti sempre più all’estremo di una giostra frenetica, ci rende incapaci di reagire, assoggettandoci sempre più alle politiche neo-liberiste.

Sono vent’anni che stanno salassando la classe lavoratrice, produttrice della ricchezza di questo paese, con ogni mezzo “sempre legale….”, speculando di continuo sulla pelle dei lavoratori, smantellando la scuola pubblica, usurando i pensionati, smembrando i servizi sociali e tutto ciò che è pubblico per favorire l’ingordigia dei privati. Se non faremo un vero cambio generazionale di tutti questi lestofanti e venditori di compromessi, a partire dalle dirigenze sindacali e politiche, i lavoratori arriveranno ad avere una coscienza di classe poco superiore agli schiavi lobotomizzati (ma forse questo è proprio ciò che vogliono).


Per rendersi conto basti guardare il territorio fabrianese: fin dall’inizio dell’era merloniana è stato preso d’esempio dall’intera area confindustriale e borghese del paese (e non solo) per le sue capacità di "dividi et impera" nei confronti dei lavoratori e nello stesso tempo incrementare il loro sfruttamento. La Merloni, in crisi già da tempo, ha visto nel 2008 la spaccatura tra i lavoratori di Fabriano con i loro colleghi di Gaifana in Umbria, che vivono ad appena pochi chilometri. Fabriano è stata spettatrice perfino dell'antagonismo tra i lavoratori delle Cartiere Miliani e gli stessi operai della Merloni. Ma non bastava questo per regalare sonni tranquilli al mondo politico ed industriale, rendendo sempre più irrilevante il conflitto sociale, si è arrivati addirittura a dividere gli stessi presidi di S.Maria e Maragone, nella stessa piccola cittadina. Ora, perfino la cittadinanza e tutto il resto dei lavoratori dell’indotto che per la maggior parte si ritrovano in mobilità, disoccupati o lavoratori in nero (come d'uso in molte imprese del territorio), ora denigra i lavoratori merloniani perché hanno il privilegio di usare la cassa integrazione.

Ci rendiamo conto che la classe lavoratrice a Fabriano come nel resto d’Italia è completamente soggetta alla classe padronale o no? Ci stiamo comportando come marionette nelle loro mani.


Durante l’occupazione degli uffici amministrativi della A.Merloni, tutti, ma proprio tutti, hanno alzato la propria bandiera (perfino il vescovo è sceso in piazza), per portare avanti un diritto che non poteva essere tolto ai lavoratori che non hanno alcune responsabilità nella crisi dell'Azienda. La realtà è che tutti, oggi, si sono dimenticati di quei diritti a cominciare dai grandi parlatori che hanno “ora si può dire”, il “permesso” di scrivere articoli sui giornali mentre questa pratica viene vietata ai portavoce dei lavoratori, a coloro che come noi lottano per la divulgazione di vera informazione e per la sopravvivenza della classe operaia. La realtà è che durante l’occupazione della Merloni, scorrevano fiumi di parole, giornali pieni di articoli, ma che poi sfociarono in un sostegno di appena una trentina di persone all’uscita dagli uffici occupati, all' imbavagliamento ed all'espulsione forzata dei compagni che volevano denunciare una situazione di sfruttamento, di speculazione, di omertà, una situazione precaria. Nè abbiamo potuto denunciare il nefasto operato di dirigenti sindacali che non erano e non sono all’altezza di potersi prendere l’onore di portare avanti le lotte dei lavoratori, ma, come da sempre abituati e imboccati dai poteri forti, svendono l’onore e tutto ciò che rappresentano per scendere a compromessi al ribasso. Imperterriti, oggi più che mai cercano la mano tesa padronale per applicare, in cambio di sporche poltrone, la legge antidemocratica, anticostituzionale e fuori–legge, del galoppino del capitalismo Marchionne.

Vogliamo arrivare a farci la guerra tra disoccupati e operai sfruttati sulla catena di montaggio dalla catena dei padroni? Vogliamo continuare a farci la guerra dei poveri mentre loro se la ridono? Vogliamo continuare a farci fare il lavaggio del cervello giornaliero da questi corrotti, sfruttatori, speculatori ed ogni sorta di relitto che ormai irrimediabilmente si sono seduti sulle poltrone che erano destinate ai portavoci del popolo?

Il Partito Comunista dei Lavoratori è l’unica forza in questo misero paese che può, grazie ai suoi militanti, riportare all’avanguardia il movimento operaio, perché la nostra lotta è per l’abbattimento del capitalismo e l’istaurazione di un governo dei lavoratori dove la maggioranza della popolazione gestisca le risorse del paese e non il contrario.

Nel frattempo abbiamo due scelte davanti a noi, la prima e restare a guardare mentre nel distretto industriale fabrianese il potere padronale instaura la mannaia Marchionne sulla testa dei lavoratori, restare a guardare mentre viene abolito il contratto nazionale del lavoro promosso dai sindacati, elogiato da Confindustria, votato dai poteri forti, contemplato dalla Chiesa e accettato con indifferenza dai lavoratori. La seconda è alzare la testa, tutti insieme, insieme al Partito Comunista dei lavoratori, e lottare finalmente per i nostri diritti. “Noi siamo la sinistra che non ha mai tradito e mai tradirà!”

A proposito, senza nulla togliere alla musica: tra qualche giorno inizia X Factor, mi raccomando non perdetevelo…!

Youri Venturelli
Partito Comunista dei Lavoratori
Sez.Ancona-nucleo montano

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