30/04/10

Primo Maggio: il fallimento del Capitalismo


Una crisi drammatica – Siamo ormai al terzo anno della crisi economica più grave del dopoguerra. Interi paesi, come la Grecia, rischiano letteralmente di fare bancarotta e si registra la crisi politica ed economica dell’intera UE.
Il presente e il futuro dei lavoratori e dei giovani sono compromessi da un capitalismo in via di fallimento.
Invece di risposte positive, il governo delle destre ha assoldato i vertici sindacali di CISL e UIL, e sta tentando efficacemente di isolare la CGIL per costringerla alla stessa “complice” subalternità.
Il risultato, giorno per giorno, è la riduzione dei diritti dei lavoratori, con l’attacco all’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, il loro veloce impoverimento, e la loro impotenza di fronte a banche e padronato. Allo stesso tempo le destre cercano di deviare il malessere sociale scatenando campagne d’odio xenofobo e razzista, che già in passato hanno prodotto esiti tragici. Tutto ciò non ha finora ricevuto una reazione adeguata. Ovviamente non quella di un PD impotente e filoconfindustriale. Neppure quella di una CGIL che si limita a rivendicare il ritorno alla concertazione. Anche l’azione dei sindacati di base, pur se da posizioni molto più avanzate, appare nettamente insufficiente.

Noi la crisi non la paghiamo – Eppure non sono mancati segnali forti e positivi, come importanti lotte operaie, quali quella vincente della INSEE. Anche i lavoratori immigrati si sono messi in marcia come dimostra il primo sciopero dei migranti nella storia del nostro paese. Sono segnali di una disponibilità a lottare, ad auto-organizzarsi, a ricomporre un’unità fra diversi settori sociali e di classe che indicano che una svolta è possibile.

Prepararsi a una prova di forza – Solo da una ripresa delle lotte su basi chiare può favorire i lavoratori. Ma per questo occorre muovere tutte le energie del mondo del lavoro, del precariato, dei disoccupati, dei giovani, dei migranti.
Uno schieramento in grado di contrastare e sconfiggere le politiche borghesi di centrodestra e di centrosinistra, battere le logiche concertative delle burocrazie sindacali.

Per un’assemblea nazionale dei delegati –Proponiamo a tutte le organizzazioni sindacali e politiche della sinistra di unire le forze per costruire una assemblea nazionale di delegati che discuta una piattaforma di rivendicazioni unificanti e le forme di lotta necessarie.

Per una vertenza generale – Proponiamo di lavorare insieme per costruire una vertenza generale del mondo del lavoro, del precariato, degli studenti, dei territori, che sfoci in una mobilitazione prolungata che combini lo sciopero generale, l’occupazione delle aziende in crisi, l’occupazione delle scuole e delle università, la mobilitazione nei territori.

Per una piattaforma unificante – A questo scopo occorre costruire una piattaforma unificante.
Per parte nostra proponiamo di ripartire da queste rivendicazioni:
- blocco generale dei licenziamenti
- difesa intransigente dell’art. 18 e sua estensione a tutte le aziende (anche quelle con meno di 15 dipendenti)
- blocco delle delocalizzazioni delle produzioni
- ripartizione fra tutti del lavoro esistente tramite la riduzione dell’orario a parità di paga
- stabilizzazione di tutti i rapporti di lavoro e abolizione delle leggi di precarizzazione
- aumento salariale per tutti di 300 euro mensili e salario minimo intercategoriale di 1.200 euro mensili
- una vera indennità di disoccupazione a 1.000 euro mensili
- permesso di soggiorno per tutti i lavoratori immigrati
- no ai tagli alla scuola e all’università
- un piano di opere pubbliche di vera utilità sociale.

Governino i lavoratori – In definitiva occorre una vera alternativa di sistema e di potere. Solo la lotta per affermare un governo dei lavoratori, può aprire la strada a una vera alternativa di società e di potere in grado di affrontare la crisi, soddisfare i bisogni sociali, difendere l’ambiente, promuovere un progresso civile che metta fine a sfruttamento, insicurezza, xenofobia, razzismo, oscurantismo clericale, e promuova i diritti umani e sociali senza discriminazioni di genere, origine etnica e preferenza sessuale.

Per una sinistra che non tradisca
Il Partito Comunista dei Lavoratori – l’unico partito che in questi anni non è mai sceso a compromessi con i governi e le politiche borghesi – lavora a questa prospettiva impegnando le proprie forze per costruire ogni possibile occasione di fronte unitario di lotta. A questo proposito oggi giudica estremamente importante l’impegno per il successo della campagna referendaria per la ripubblicizzazione dell’acqua.
Con questo spirito lavoriamo, alla costruzione della sinistra di cui oggi i lavoratori e gli sfruttati hanno urgente bisogno: “la sinistra che non tradisce”.

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