09/03/10

Articolo de Il Giornale sulla lista PCL in Calabria

Listino abolito, caos in Calabria
di Felice Manti

Altro che «eversivo». C’è un mostro giuridico targato Pd in Calabria: è la legge elettorale regionale che porta la firma del governatore uscente Agazio Loiero e del presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova, approvata lo scorso 6 febbraio e già nel mirino del leader del Partito comunista dei lavoratori Marco Ferrando («è una legge truffa», ha detto al Giornale).
La «novità» della legge è l’abolizione del cosiddetto «listino» maggioritario (come quello di Roberto Formigoni in Lombardia) per l’assegnazione del 20% dei seggi che rappresentano il cosiddetto «premio di maggioranza» che spetta alla coalizione che vince. Di conseguenza saranno gli elettori a scegliere i 50 consiglieri regionali. Ma su nove seggi (quelli agganciati al listino abolito, il decimo spetta al presidente eletto) incombe un inestricabile giallo: con quale sistema elettorale vanno assegnati? Con il proporzionale o con il maggioritario abolito dalla stessa legge? L’ambiguità regna sovrana, e anche la Corte di appello di Catanzaro, in risposta a un ricorso presentato dal leader del Movimento diritti civili Franco Corbelli, ammette di non sapere come sciogliere l’arcano.
Cos’è successo? La legge prevede che 40 consiglieri siano eletti con il sistema proporzionale, cioè nelle cinque circoscrizioni provinciali. Per gli altri 9 la norma regionale richiama l’articolo 1, comma 3 della vecchia legge, la n° 43 del 23 febbraio 1995, che prevedeva l’elezione «a scorrimento» dei componenti della lista bloccata regionale.
Solo che la lista non c’è più. Forse. Perché l’articolo 4 al comma C recita: «Qualora il gruppo di liste o i gruppi di liste provinciali collegate alla lista regionale abbiano conseguito un numero di seggi inferiore a 25 (cioè se la coalizione vincente resta sotto il 50%, ndr) assegna al medesimo gruppo di liste i nove seggi da ripartire con sistema maggioritario e li ripartisce fra le medesime liste e nelle circoscrizioni».
Le liste provinciali ci sono ma il sistema maggioritario, nello spirito della legge, è stato abolito. L’interpretazione genuina della norma spetta solo al Consiglio regionale decaduto, che andrebbe convocato d’urgenza prima del voto. Il pasticcio burocratico in salsa Pd, secondo Corbelli, rischia persino di invalidare la competizione.

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