12/06/09

Perché un voto al Partito Comunista dei Lavoratori vale doppio


Ancona, 12/06/09


Il regime democratico borghese

Il dominio economico e sociale dei capitalisti passa anche attraverso il potere politico. Per mantenerlo è stato creato un sistema complesso e vario di “democrazia borghese” che però ha un’immutabile caratteristica fondamentale: l’assenza di una reale democrazia pur sembrando tale.

Si parla spesso di conflitto di interessi e di uso propagandistico e censorio della totalità dei mezzi d’informazione -tutti strumenti molto utilizzati dalla borghesia per mantenere lo status quo culturale-, come anche degli assurdi meccanismi elettorali (sbarramenti improponibili che tagliano fuori partiti da due milioni di voti alle europee o con l’8% dei voti alle comunali; raccolta di firme impossibile per i nuovi soggetti mentre gli altri con degli escamotage sono completamente esonerati; sistema maggioritari con premi assurdi in nome della governabilità; possibilità per piccolissime “liste civetta” di fare il pieno di poltrone attraverso ardite coalizioni etc.).

Il clientelismo

Si parla un po’ di meno di un fenomeno però altrettanto diffuso e particolarmente evidente in special modo durante le elezioni amministrative: il “clientelismo”.
Questa definizione include molti metodi -alcuni leciti altri meno ma comunque percorsi sottotraccia da una logica familiaristica o mafioide- utilizzati dai politici rampanti per accaparrarsi voti in circoscrizione, in comune, in provincia, in regione, bypassando qualsiasi confronto politico e programmatico con altre forze.
Ormai abbiamo inconsciamente accettato questo modo di fare e ne siamo spesso complici: a chi non è capitato di essere fermato per strada, aver ricevuto una telefonata o una visita inaspettata da qualche politico locale che, nonostante non si fosse mai occupato prima di noi o dei nostri problemi, magari dopo una piccola e poco convinta promessa, ci ha chiesto il voto durante queste ultime elezioni?
O peggio ancora, chi abita in un comune in cui il candidato sindaco di una o più liste non abbia ruoli importanti che gli permettono un certo “potere contrattuale” se non addirittura uno strumento di ricatto, come la possibilità di offrirci o negarci un posto di lavoro o la possibilità di metterci contro qualcuno di potente?
La risposta è semplice: quasi nessuno. Perché queste pratiche, assai deprecabili, sono ormai consolidate, a destra come a sinistra, e la loro più spregiudicata applicazione determina quasi sempre la vittoria di uno o dell’altro.

Il voto di scambio

Ma dove il clientelismo raggiunge il suo apice è il voto di scambio, il do ut des praticato su larga scala: i taciti accordi pre-elettorali tra particolari categorie socio economiche di varia natura, ma, solitamente, che ricoprono un ruolo dominante nella realtà in cui si perpetrano tali progetti (si va dall’associazione baristi e tabaccai della città al clan camorristico locale). In nome di questi scambi si sono realizzati i peggiori scempi, le opere più inutili, le ordinanze più assurde, i più grossi sprechi di denaro pubblico, attraverso cui si è consolidato il potere delle maschere più inquietanti della politica italiana.

Il PCL non ci sta

Il Partito Comunista dei Lavoratori rifiuta categoricamente queste metodologie. Le sue liste ed i suoi candidati portano avanti una lotta politica attraverso un programma sempre chiaramente di classe e schierato non a favore di una particolare categoria ma di tutti i lavoratori. Niente piaggerie, niente promesse o ricatti clientelari, niente richiesta porta a porta di voti ad amici e parenti, niente ordinanze ad personam.
Il nostro Partito, che è una struttura autorganizzata e democratica di lavoratori, studenti, disoccupati, pensionati, tutti rigorosamente volontari che, anzi, in caso di elezione si impegnano a devolvere l’intera retribuzione al Partito, ha come scopo l’emancipazione di tutti gli sfruttati e non di una casta di privilegiati.
Sappiamo di pagare in termini elettorali questa scelta ma ne siamo fieri, anche perché prendere un voto in più, non per convinzione politica ma per motivi di convenienza, per noi, che partecipiamo alle elezioni principalmente per prendere parte alla campagna elettorale e conquistare nuovi militanti, è del tutto secondario!
Per questo i voti (seppur ancora modesti in crescita esponenziale) dati al PCL valgono doppio. Perché sono voti che vengono dal cuore e dal cervello e non dal portafoglio. I nostri elettori ed i nostri militanti, non solo non inseguono nessuna convenienza personale nel votarci o candidarsi con noi, ma anzi molto spesso pagano questa scelta sul loro posto di lavoro e nel proprio contesto abitativo con intimidazioni, minacce etc.

Vota due volte, vota PCL

Se anche tu credi che la questione morale non sia un fatto secondario, ma anzi sia un importante indicatore sulla natura di un organizzazione politica. Se pensi che sia giusto contrapporre a questa etica perversa una nuova visione della società, dell’economia e quindi della politica che non abbia al centro unicamente la convenienza e l’arricchimento personale.
Allora vota e milita nel Partito Comunista dei Lavoratori, l’unico partito dei lavoratori per i lavoratori, che propugna un programma popolare a non populista!


Titto Leone

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