21/04/09

DDL Orsi sulla caccia: chi propone lo sfruttamento degli esseri umani non può pensare al bene della natura


Pubblichiamo di seguito un nostro articolo, scritto circa due mesi fa e mai uscito perché giunse la notizia di un ritiro del DDL Orsi.
Oggi, alla luce delle nuove proposte del governo sull’abolizione dei limiti del periodo di attività venatoria, il contenuto generale dell’articolo torna utile e lo riproponiamo sia per far comprendere quanto nefasta sia la politica del governo sulla questione caccia (ed in generale su tutti i problemi ambientali), sia per mettere in guardia e rimanere sul chi va là per quanto concerne le future proposte del governo in merito su cui dobbiamo vigilare e a cui dobbiamo essere pronti a dare risposte immediate.
E’ da una di queste storture, e non da convenienze puramente economiche o politiche, che nasce stavolta l’ennesimo attacco all’ambiente ed alle sue risorse: il vergognoso Disegno Di Legge che prende il nome del suo primo firmatario il senatore Orsi.
DDL che se dovesse passare come da prima stesura infliggerebbe un duro colpo alla sicurezza, all’aspetto, alla salute delle nostre aree naturali, rurali, montane.
Gli unici che infatti potrebbero guadagnare qualcosa dal Disegno Orsi sono, oltre alle lobby delle armi ed alla vera e propria industria della caccia, i 700.000 cacciatori sparsi sul territorio nazionale (di cui molti si stanno già dichiarando contrari) o lo stesso Senatore del PDL Franco Orsi, che spera, con questo regalo, di ingraziarsi le associazioni dei cacciatori ed incrementare i suoi (sciagurati) elettori.
Il disegno di legge “ammazzatutto”, come è ormai tristemente noto, ed al quale pare (a detta dello stesso Orsi) che alcuni esponenti del PD e dell’Italia dei Valori, guardino con simpatia, è una serie di deroghe assurde al buon senso, a tutti gli studi scientifici, alle norme europee ed internazionali per la difesa della fauna.
La novità che più sconcerta i non addetti ai lavori è la possibilità di abbassare l’età minima per la licenza di caccia, e quindi per il porto d’armi, a sedici anni. Con evidente contraddizione rispetto a tutti i discorsi sulla sicurezza che lor signori (strumentalmente) propagandano davanti alle masse.
Altra incredibile novità è l’abolizione del concetto di specie “particolarmente protette” come il lupo, l’orso marsicano (di cui sopravvivono meno di 40 esemplari al mondo), l’aquila reale, il gatto selvatico etc. Si prospetta inoltre la possibilità di cacciare in deroga tutte le specie, comprese quelle in pericolo di estinzione, anche nelle aree attualmente interdette alla caccia come i Parchi ed altre zone protette. Aree che dovranno rigorosamente mantenersi al disotto del 30% del territorio di ogni regione. Infatti, invece di favorire le regioni virtuose che fanno uno sforzo maggiore per proteggere più territorio possibile, verranno punite quelle che sforano il tetto massimo.
E poi ancora la caccia consentita nei momenti e nei luoghi in cui gli animali risultano più vulnerabili: di notte, con la neve, lungo i valichi montani.
Più subdole, ma non per questo meno pericolose, sono le norme previste per l’esercizio della tassidermia (completamente liberalizzata, il che favorirà un pericoloso ed incontrollabile mercato d’imbalsamatori e collezionisti) o la deregolamentazione nell’uso e la detenzione di richiami vivi.
Nonostante le polemiche e le proteste di associazioni ambientaliste (prima su tutti l’ENPA, che infatti il DDL eliminerebbe dal tavolo tecnico) ed addirittura di alcune tra le più rappresentative associazioni di cacciatori (come l’Arcicaccia), il governo sembra andare spedito come un treno, senza guardare in faccia nessuno. Ci sono state anzi numerose querele da parte dei sostenitori della legge ai danni di chi, come noi, sfidando il generale silenzio massmediatico, ha cercato con i propri mezzi di informare e avvertire i cittadini sui rischi e le nefandezze di tale disegno di legge (le querele non si aggrappano a reali smentite, ma prendono di mira inevitabili semplificazioni usate per far comprendere ai più una materia così complessa e sintetizzare i contenuti di un DDL così articolato).
Ancora una volta gli interessi di pochi soverchiano quelli di tutti. E tra questi tutti ci sono gli stessi cacciatori che, consapevoli di dover diventare uno dei più importanti soggetti di gestione integrata del territorio, hanno una fondata paura che leggi del genere, se approvate, possano invece schierare l’opinione pubblica contro la caccia tout court, contrapponendoli definitivamente, oltre che ad animalisti ed ambientalisti, anche agli altri abitanti e fruitori delle zone rurali e montane.
Titto Leone
Che il capitalismo basi gran parte del suo “successo” economico sullo sfruttamento delle risorse naturali è cosa ben nota. Come evidente risulta anche che tutti gli scambi economici più rilevanti o i processi di produzione moderni hanno oggi un feedback negativo immediato e lampante sull’ambiente ed i suoi ecosistemi. Quello che invece a volte sottovalutiamo è il fattore soggettivo: ovvero tutte le degenerazioni etiche e culturali che derivano dalla lente aberrante con cui l’attuale regime economico deforma lo sguardo degli uomini sul mondo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=AYAtMbiBOeU